Le guide di Agrodolce: dove mangiare al Ghetto a Roma
Uno dei centri della storia di Roma, il Ghetto è ricco di trattorie, forni, pasticcerie e locali dove mangiar bene: ecco gli indirizzi da non perdere.
Quando si parla di Ghetto, a Roma, la memoria va automaticamente ai giorni bui delle deportazioni naziste dell’ottobre del 1943. Una pagina di storia impossibile da dimenticare. Ma passeggiare oggi nel dedalo delle strade e delle piazzette di questo lembo della capitale circoscritto tra il Tevere, via Arenula, via delle Botteghe oscure e via del teatro di Marcello, non è solamente un’immersione nella storia. Il piccolo quartiere è disseminato di trattorie, ristoranti, piccoli locali, pasticcerie e forni, in cui è possibile, a qualsiasi ora del giorno, assaggiare le ricette più tradizionali o quelle in cui le contaminazioni più recenti danno vita a sapori più vicine ai gusti di oggi. Questa è la nostra breve guida per mangiare bene al Ghetto.
- Passando davanti a questa minuscola bottega non vi servirà guardare l’insegna, che peraltro non c’è. Vi guiderà l’olfatto, o al limite, la file di persone in attesa del proprio turno, che spesso si allunga in strada. Vi trovate davanti alla porta di Boccione (via del Portico d’Ottavia, 1): forti di una tradizione plurisecolare sfornano ad ogni ora del giorno le loro specialità. Ecco la torta ricotta e visciole, i ginetti (biscottoni da inzuppare nel latte), la pizza di Berid (o semplicemente ebraica), un impasto di farina, mandorle, canditi e uvetta, adatta fra l’altro anche ai vegani. Se passate nel pomeriggio vedrete anche chi entra anche solo per comprare un sacchetto di bruscolini (semi di zucca tostati e salati) appena sfornati.
- A pochi passi dalle monumentali rovine che danno il nome alla via ecco Bellacarne (via del Portico d’Ottavia, 51), un ristorante che nel nome porta contemporaneamente il richiamo al buffetto che si dava affettuosamente ai bambini e la specialità della casa. Le regole della cucina da cui l’aggettivo kasher, che vuol dire conforme, non consentono di mangiare nello stesso pasto carne e latte o derivati. Come dicevamo la carne la fa da padrona, sia a pranzo che a cena. Tra le specialità tradizionali lo stracotto di manzo, ma per un languorino da placare sono perfetti i panini al pastrami.
- Affacciato su una piazzetta a pochi metri dal Ministero di Grazia e Giustizia, Yotvata (Piazza Cenci, 70) è un ristorante di latte: qui dunque non ci sono piatti di carne, ma solo di pesce, verdure e soprattutto formaggi. Il nome è quello del più importante kibbutz israeliano per produzione casearia, anche se qui i prodotti sono tutti italiani. Qui trovate i piatti più tipici della cucina ebraica, nata dalla necessità di dover utilizzare i pochissimi prodotti disponibili nel ghetto, dalla concia di zucchine ai pezzetti fritti, al carciofo alla giudia.
- Da vent’anni il nome di questa pasticceria è sulla bocca degli amanti dei dolci austriaci: parliamo de La Dolce Roma (via del Portico d’Ottavia, 20). Tra le specialità della casa ecco le torte Sacher, Dobos, Florentiner, Linzer, Mozart e naturalmente gli strudel. Da non trascurare i dolci americani, un’altra passione del pasticciere Stefano Ceccarelli, brownies e cheescake su tutti. Particolare non trascurabile, il fatto che le torte siano vendute anche a fette, in modo da poter essere gustate passeggiando alla scoperta del quartiere. Nel periodo di san Giuseppe da non perdere i bignè.
- C’è una nuova gelateria a Roma. Che novità, direte. In effetti Scimmia Factory (via dei Falegnami, 64) non è che la succursale romana della storica Gelateria della Scimmia, con sede a Napoli dal 1933, che ha aperto da meno di due mesi nel cuore del ghetto. I gusti che hanno fatto la fortuna del negozio aperto da Michele Monacelli quasi un secolo fa, nocciola e pistacchio, sono tra i più richiesti. Il nostro consiglio? Lo stecco alla banana, raffigurato nel logo con la scimmia, ancora oggi confezionata una a una: immerso nel cioccolato fondente, subito dopo la fase di raffreddatura, è perfetto per una merenda veloce e gustosa.
- Proseguendo nella passeggiata all’interno del quartiere ebraico incontrerete Nonna Betta (via del Portico d’Ottavia, 16). La Betta dell’insegna è la nonna del titolare di questo ristorante che ripropone, oltre ai tipici piatti della tradizione kasher, molte preparazioni mediorientali. Tra i piatti più meritevoli il baccalà cipolla e pomodoro, il classico carciofo alla giudia, e un bis di primi: la carbonara di zucchine e la cacio e pepe con cicoria. Tra i dolci da non perdere la cassola, una torta tipica di frolla e ricotta.
- Voglia di pizza? Andate all'Antico Forno Urbani (piazza Costaguti, 30). Per una merenda gustosa o un pranzo da consumare velocemente niente di meglio di una striscia di pizza rossa sottile e ben condita, oppure la pizza bianca e gli ossi, tipici panini dalla forma allungata, da farcire con salumi e formaggi in un locale attiguo, separato per evitare contaminazioni proibite dalle norme kasher.
- Aperto da quattro anni in una delle vie più caratteristiche del quartiere ebraico, da Fonzie The Burger's House (via Santa Maria del pianto, 13) potrete trovare hamburger di ottima fattura, ma anche panini e pizza farcita, ottima quella con roastbeef e concia di zucchine, sandwich e preparazioni adatte anche a un pubblico vegetariano. Il tutto certificato kosher, ovvero preparato secondo le tradizionali regole cui è sottoposta la cucina ebraica, in un locale dal look America anni ’50.
- Una delle più apprezzate botteghe di gastronomia di Roma, soprattutto per quello che riguarda, come da insegna, i formaggi. Beppe Giovale, nella sua accogliente bottega Beppe e i Suoi Formaggi (via Santa Maria del Pianto, 9) seleziona, in parte affina, importa spaccia molte delle eccellenze casearie d’Italia e d’oltralpe. Oltre alla possibilità di fare la spesa da portare a casa, ci si può accomodare in una saletta e degustare un tagliere di formaggi, salumi e sottoli sorseggiando un buon calice di vino. Da non perdere anche le serate a tema che sono periodicamente organizzate in loco.
- Ecco un altro indirizzo da tenere ben presente durante una passeggiata nel ghetto. Qui da Ba'Ghetto (via del Portico d’Ottavia, 57) alla cucina tradizionale di stampo giudaico-romanesca, si affianca quella mediorientale. Anche questo è un ristorante di carne, dunque non troverete traccia di latticini. Oltre all’immancabile carciofo, dunque, via libera a falafel e hummus, burik e baklava. A pochi passi c’è il Ba’Ghetto Milky, ristorante di latte e pizzeria, della stessa proprietà.
Seguendo i nostri consigli, che non possono essere esaustivi, siamo sicuri che la vostra passeggiata tra i vicoli e le piazzette di quest’angolo della Capitale troppo spesso dimenticato anche dagli stessi romani sarà senz’altro più piacevole.
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