Home Mangiare Ristoranti C’è una trattoria a Bologna dove si servono piatti dimenticati

C’è una trattoria a Bologna dove si servono piatti dimenticati

di Daniela Anguilano 25 Giugno 2024 14:00

La cucina di La Corte Galluzzi è un tributo a Pellegrino Artusi e alla sua filosofia culinaria, con un occhio di riguardo per la qualità degli ingredienti. Questa riapertura non è solo una celebrazione della cucina bolognese, ma un invito a riscoprire il piacere di mangiare bene, come si faceva una volta nelle case contadine.

Nel cuore pulsante di Bologna, nella corte de’ Galluzzi, una nuova gestione ha appena riaperto le porte di uno storico locale promettendo un’esperienza culinaria unica e indimenticabile.

La trattoria delle ricette dimenticate

La trattoria “La Corte Galluzzi” – grazie alla consulenza dello storico gastronomico Luca Cesari – rende infatti omaggio alle radici profonde della cucina bolognese, riscoprendo e reinterpretando i piatti antichi che hanno fatto la storia della tradizione gastronomica locale.

Ispirati dalle celebri ricette di Pellegrino Artusi, vero e proprio pioniere della cucina italiana, i piatti proposti – riportando in vita sapori autentici e dimenticati – offrono un viaggio nel tempo, così come la location che evoca il fascino del passato, con un arredo curato nei minimi dettagli per creare un ambiente accogliente e suggestivo.

Cosa contiene il menù di Corte Galluzzi

Nel menu troviamo infatti ricette descritte nel celebre manuale “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, ma con un tocco di modernità che ne esalta l’essenza senza tradire la tradizione. I visitatori di La Corte Galluzzi non solo potranno degustare prelibatezze come le Tagliatelle verdi alla bolognese (ricetta n.87), il Fricandò di vitello (ricetta n.255) e la Zuppa inglese (ricetta n.675), che differisce da quella che tutti conosciamo perché preparata con sola crema gialla alternata con savoiardi bagnati nell’alchermes e guarnita di marmellata; ma anche piatti popolari come i Calzagatti – ricetta diffusa soprattutto sull’Appennino che altro non è che polenta fatta con minestra di fagioli, tagliata e fritta – o Tonno, fagioli e cipolla alla Lamma, omaggio alla storica trattoria Lamma che ha sfamato i bolognesi per un secolo fino alla fine degli anni Ottanta, apprezzati (ci dicono) anche dagli avventori stranieri.

La degustazione

E poiché Pellegrino Artusi nutriva una profonda ammirazione per la cucina bolognese, considerandola una delle massime espressioni dell’arte culinaria italiana, alla sua figura è dedicato anche un percorso degustazione (il Percorso Artusiano per l’appunto) – realizzato in collaborazione con Casa Artusi – al costo di 55€ e che prevede le già citate Tagliatelle verdi alla bolognese, il Fricandò di vitello e un dolce a scelta tra Pizza alla napoletana (crostata di pasta frolla con crema, ricotta e mandorle) – una delle prime ricette di pizza dolce napoletana – Zuppa Inglese o le Frittelle di Riso, versione ottocentesca della classica torta di riso.

Conclusione

Insomma, così come concepita, questa trattoria punta a diventare un punto di riferimento per chi cerca in centro città un posto dove mangiare sì specialità bolognesi, ma più ricercate e apprezzabili anche e soprattutto dagli intenditori.