10 curiosità sul Parmigiano Reggiano
• 1 Ottobre 2021 11:00
Il Parmigiano Reggiano è amato da tutti ed è incredibilmente versatile: scopriamo insieme 10 curiosità sul re dei formaggi.
È uno degli orgogli made in Italy, conosciuto e apprezzato a livello mondiale. Dona un plus di sapore a centinaia di ricette, arricchisce anche il più semplice dei piatti di pasta, si presta ai più svariati abbinamenti ed è magnifico così, anche da solo. Sì, ci riferiamo al Parmigiano Reggiano. Da molti considerato l’indiscusso Re dei Formaggi. Ed è arrivata l’ora di scoprire alcune chicche sul suo conto.
- La storia del Parmigiano comincia nel XII secolo ed è strettamente legata ai monasteri benedettini e cistercensi presenti nei territori di Parma e Reggio Emilia: al loro interno, infatti, furono realizzati i primi caseifici dedicati (anche) alla produzione di questo speciale formaggio a pasta dura e a lunga stagionatura.
- In principio si chiamava Caseus Parmensis.
- Una delle più antiche testimonianze letterarie coincide col Decamerone di Giovanni Boccaccio: a proposito del paese di Bengodi, fra l’altro si legge: “Et eravi una montagna tutta di formaggio Parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti, che niuna altra cosa facevan, che fare maccheroni e ravioli e cuocerli in brodo di capponi, e poi li gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava, più se n’aveva”.
- La prima certificazione ufficiale risale al 1612, anno in cui il duca Ranuccio I Farnese, per tutelare il Parmigiano, che già da un po’ veniva commercializzato nel resto d’Italia, fece redigere un documento contenente l’elenco delle sue principali caratteristiche.
- Il celebre drammaturgo francese Molière era a dir poco ghiotto del Parmigiano Reggiano. Tant’è che nel 1673, ormai stremato e sul punto di morire di tubercolosi, ne chiese un pezzetto.
- Non contiene lattosio e neppure galattosio, per cui è uno dei pochi formaggi che anche gli intolleranti possono gustare senza alcun problema.
- Gli abbinamenti dovrebbe essere dettati dalla stagionatura: per esempio un Parmigiano 12 mesi (il minimo, secondo quanto stabilito dal disciplinare di produzione), essendo molto giovane, si taglia con estrema facilità quindi è l’ideale per gli aperitivi; quello 24 mesi è adatto alla preparazione di zuppe e primi piatti, quello di 60 mesi è perfetto con il prosciutto crudo.
- Per imprimere sulle forme le varie diciture che testimoniano l’originalità del prodotto (fra cui il nome a puntini e le scritte DOP e Consorzio Tutela) si utilizza la cosiddetta fascera marchiante, cioè una sottile fascia in plastica con le lettere in rilievo.
- La salatura del Parmigiano avviene tramite salamoia, prima che cominci la stagionatura. Ogni forma viene cioè lasciata in una soluzione di acqua e sale per una ventina di giorni, arco di tempo durante il quale il casaro la gira (quotidianamente) e la controlla.
- Un ruolo chiave nel processo di produzione del Parmigiano Reggiano spetta al battitore che, munito di specifici strumenti quali il martelletto percussore, l’ago a vite e il tassello, riesce a valutare la struttura interna e individuare eventuali difetti.