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13 gelati anni 80 che non ci sono più (e dovrebbero tornare)

di Stefania Leo • Pubblicato 9 Aprile 2019 Aggiornato 30 Agosto 2023 14:29

Gli anni ’80 sono stati un’epoca d’oro per i gelati: dal Twister al Winner, dal Dalek al Blob, ecco i gelati di cui abbiamo nostalgia.

Preparate i fazzoletti perché questa volta vi facciamo piangere sul serio. Oltre alla maglietta fina di Baglioni, cantata d’estate sulla spiaggia, le fughe a veder le stelle (e l’alba) con quel ragazzo tanto carino, le estati degli anni Ottanta hanno avuto un altro, le estati degli anni 80 hanno avuto com'è ovvio un ingrediente fondamentale, i gelati importante ingrediente: i gelatiDopo aver sospirato di nostalgia per il Soldino e tutti i cibi di quegli anni tristemente scomparsi, è ora di ricordare cosa mangiavamo avidamente e continuativamente in spiaggia. Negli anni Settanta c’era il gelato di Patty Pravo, il Piper, che in un qualche modo (ingredienti) ha anticipato l’orda di coloranti, fizzini e forme fantasiose che hanno poi caratterizzato gli anni OttantaNelle estati di quel decennio non c’erano cellulari, ma straripavano di biliardini e sfide a biglie sulla sabbia, cavalloni salati da inseguire in mare. Naturale che poi ci venisse fame. Un gelato o un dissetante ghiacciolo rigorosamente coloratissimo ci stava tutto.

Gusto Puffo

Complice anche l’ascesa della tv commerciale, gli anni Ottanta passarono alla storia anche come quelli della Puffo-Mania. In quel periodo però la più grande espressione di questo tormentone esplose nelle gelaterie artigianali, in cui divenne immancabile il gusto Puffo. In realtà questo gelato, azzurrissimo come una mattonella di maiolica portoghese, non sapeva di niente. Era solo dolce, fatto con base di fiordilatte e trasformato grazie ai coloranti.

Ghiacciolo Puffo

Al contrario, il ghiacciolo blu a forma di Puffo proposto da Sammontana, aveva un deciso sentore di anice. Durarono solo un’estate. Poi i Puffoghiaccioli divennero al limone e all’arancia e assunsero le sembianze dei due personaggi più iconici, Grande Puffo e Puffetta

Twister

C’è tutto un mondo che gira intorno a noi“. Esordiva così lo spot ambientato su una spiaggia italiana, con tanto di cameriere che passeggiava tra le sdraio, da far impazzire disegnando nell’aria dei vortici. Quel gesto era il simbolo del desiderio di Twister, uno stecco a tre sapori – bande laterali bigusto che si intrecciavano attorno a una parte centrale con un terzo gusto. “Il gusto che gira” con cacao e vaniglia che si intrecciavano sulla lingua manca ancora a tanti di noi.

Winner

Il Winner era una sorta di barretta di gelato alla vaniglia ricoperto di mou e “caldo cioccolato” (recitava lo spot) a condire il tutto, abbracciando il diabetico mix come un morbido abbraccio. Ma questa barretta è ben diversa dal Winner Taco, oggi di nuovo in commercio, pensato proprio per scatenarci attacchi di nostalgia e farci tornare tutti un po’ bambini. Ancora oggi “accendi un brivido in me, Winner“.

Fruit Cocktail BarGli anni Ottanta furono il momento d’oro dei ghiaccioli. Algida lanciò il Fruit Cocktail Bar, un modo di “prendere la frutta per il manico” secondo lo spot del tempo. L’idea era quella di trasportare chiunque lo mangiasse su una spiaggia californiana con la sola potenza di un ghiacciolo fatto di tutta frutta.

Findy – Banny – Jonny

Negli anni Ottanta Findus tentò la scalata al mondo del gelato lanciando non uno, ma ben tre prodotti che avrebbero dovuto conquistare due fette di pubblico molto diverse: adulti e bambini. Per questi ultimi c’era Findy, due fette di biscotto a racchiudere uno strato di fior di latte. Per mamma e papà invece c’erano Banny e Jonny, due coppette variegate al cioccolato e all’amarena. L’obiettivo di questi gelati? Tirarci su!

Calippo Fizz

Su questo ghiacciolo le battute negli anni si sono sprecate. Ma il gusto cola e il suo frizzare in bocca sono rimasti nella memoria di tutti noi. Era “la Cola più fresca che c’è” e aveva il potere di farti sentire immediatamente in vacanza, non fosse altro per quella palma stampata sulla confezione.

Ghiacciolo Squalo

Negli anni Ottanta Algida mise a punto una miriade di gelati pensati per i più piccoli. Tra questi c’era il ghiacciolo Squalo: il ghiaccio azzurro riproponeva le fattezze del temibile animale, mentre il suo sapore era fruttato.

Ghiacciolo arcobaleno

Questo era davvero un ghiacciolo magico: ben quattro gusti tutti insieme! Si cominciava con la parte al gusto cola, seguita da quella alla fragola, poi il limone e poi la menta. Nella sua semplicità, era davvero stupefacente! Peccato sia durato così poco..

Piedone

Il Piedone era uno stecco concorrente della Pantera Rosa nonché il preferito da Eldoleo, il leone testimonal dell’azienda. È stato prodotto anche alla panna e fragola con striature di caramello.

Gommolo

Questo era un gelato crossover: in un unico prodotto Eldorado provò ad assecondare la voglia matta di dolcezza con quella di fare palloni con la gomma da masticare. All’apparenza era solo un innocuo gelato panna e fragola, ma la fine del cono nascondeva una gomma da masticare durissima. Più che un premio, un vero e proprio pericolo per i bambini, ragion per cui Gommolo non durò moltissimo sul mercato.

Blob

Il Blob era un cono allo zabaione con la cima sferica ricoperta di granella alla nocciola e cioccolato. Fu un prodotto pensato da Toseroni, l’azienda che negli anni divenne Eldorado, poi acquisita dalla Algida.

Dalek

Questo era un gelato per veri nerd. Infatti il Dalek era ispirato ai cattivi della serie Doctor Who. Erano pubblicizzati come “I freddi dal cuore morbido”. I Dalek aprirono la strada poi ad altri esperimenti simili: il Lemonissimo (che nel suo strato di ghiaccio racchiude una morbida crema al limone) e il Magic cola (stessa magia, solo con una crema alla cola). Di questi il Dalek sparì, seguito dal Magic Cola.

Dolce Gelato 90

Insieme al gusto Puffo, col tempo è sparito un altro grande chiodo fisso delle bambine: il Dolce Gelato 90. Insieme al Dolce Forno, era il primo strumento con cui si poteva coltivare la propria passione per l’arte del gelato. Inoltre, producendolo da sé c’erano due vantaggi: se ne poteva mangiare quanto si voleva, con la scusa che “tanto è fatto in casa!”, e soprattutto quando si voleva.

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