Ogni volta che sei lì che ti gusti le tue calde e croccanti patatine fritte ringrazi che le abbiano inventate. Quello che non sai, forse, è che non è che sia passato così tanto tempo, dopotutto, da quando sono nate: esistono solo da un centinaio d’anni. Come altri, anche noi abbiamo voluto prendere come riferimento la classifica stilata dal Cucchiaio.it, che elenca 10 cibi apparsi soltanto nell’ultimo secolo. Sono alimenti comuni – come le patatine appunto – ma anche nuove abitudini, oppure ricette oggi consolidate, che però nessuno aveva pensato fino a quel momento. Per fare di più, abbiamo voluto indagare ancora e aggiungere altri cibi e altre ricette. Ecco cosa ne è venuto fuori.
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Le patatine fritte – 1920. Di loro si sa con certezza che sono diventate famosissime dopo che i soldati americani le hanno portate con sé tornando in patria alla fine della prima guerra mondiale. Se la paternità sia francese o belga, visto il nome – french fries – è ancora da assodare. E sul punto, i due Paesi continuano a litigare anche dopo mezzo secolo.
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Torta caprese – 1920. Nello stesso periodo, ma a Capri, leggenda vuole che sia nata la torta caprese. Si narra che un giorno, intorno agli anni ’20, tre gangster siano entrati nella pasticceria di Carmine di Fiore per fare acquisti. E che il pasticciere, forse per distrazione, forse per la fretta, si sia dimenticato di aggiungere la farina all’impasto della torta di mandorle.
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I filetti di merluzzo surgelati – 1922. Il buon Clarence Birdseye è responsabile dei filetti di merluzzo che acquistiamo nel banco surgelati del supermercato. Imprenditore, ma soprattutto inventore e biologo, si interessò alla conservazione del cibo per congelamento quando lavorava come naturalista per il governo americano nel triennio 1912-1915. Una volta apprese le tecniche di ice fishing dagli inuit, a temperature di -40°C, condusse, quindi, alcuni esperimenti alla Clothel Refrigerating Company, per poi fondare la propria azienda, ancora oggi esistente: la Birdseye Seafoods Inc.
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Le bubble gum – 1928. Che non sono le gomme da masticare, nate in realtà alla fine dell’Ottocento. Le bubble gum sono quelle con cui fare i palloncini e la loro invenzione si deve all’americano Walter Diemer. Contabile in una fabbrica, appunto, di gomme da masticare – rigorosamente rosa – dopo numerosi tentativi riuscì a realizzare una versione poco appiccicosa e molto elastica. Pronta per essere soffiata.
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Il pane in cassetta – 1928. Comodo e veloce il pane in cassetta è ormai parte integrante della cucina, prima di tutto americana. Tanto che gli sia stato dedicato addirittura un modo di dire che recita: best invention since sliced bread. Ossia, la miglior invenzione dopo il pane a fette. A crearlo, nel 1928, è stato l’ingegner Otto Frederick Rohwedder. Ma non perché abbia fatto il pane, quanto piuttosto perché ha inventato la macchina in grado di tagliarlo in fette tutte uguali, da confezionare e vendere.
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Il cheeseburger – 1935. Incredibile, vero? Il cheeseburger ha quasi 90 anni e se li porta benissimo. Si potrebbe pensare che lo abbia inventato McDonald’s, ma in realtà dovrebbe trovare i natali a Denver, dove un tal Louis Ballast, a metà degli anni ’30, avrebbe pensato di far sciogliere una fetta di formaggio su uno degli hamburger che serviva nel suo drive-in, che si chiamava Humpty Dumpty, brevettando poi l’idea col nome di cheesburger.
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Il tramezzino – 1936. E soltanto un anno dopo, in Italia, il giornale La Cucina Italiana scrive la sua prima ricetta ufficiale del tramezzino. Storia narra che questo panino si debba ad Angela Demichelis e Onorino Nebiolo, suo marito, i quali decisero di acquistare il Caffè Mulassano di Piazza Castello a Torino, nel 1925. Fu qui che, un anno dopo, cominciò a essere proposto questo piccolo tea sandwich, preparato per essere consumato in qualche morso all’ora del tè. Ma il nome? Glielo diede Gabriele d’Annunzio, che lo creò appositamente: un piccolo intermezzo, un tramezzo tra la colazione e il pranzo.
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I frullati sostitutivi – 1959. Metrecal era il nome del marchio di alimenti dietetici in polvere e basso contenuto calorico contenenti i nutrienti essenziali di proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali e da mescolare con l’acqua come bevanda che il 6 ottobre 1959 vennero introdotti sul mercato dalla ditta Mead Johnson. Molto criticati per il loro gusto, che nel tempo si tentò di migliorare, raggiunsero allora pochi clienti. Ma vennero presto soppiantati dalla concorrenza che ne decretò l’estrema popolarità.
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La pizza ananas – 1962. Conosciuta anche come pizza hawaiana, sappiamo ormai che le Hawaii non le ha mai viste. Stando a chi ne rivendica i natali, nasce nel 1962 nel ristorante The Satellite di Chantam-Kent, in Ontario, Canada. Per mano del canadese Sam Panopoulos, decisamente di origini greche, che si sarebbe dichiarato colpevole soltanto nel 2010.
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Il salame di cioccolato – 1970. Alzi la mano chi non lo ha preparato almeno una volta. O, perlomeno, lo ha mangiato a una festa di compleanno. Il salame di cioccolato, gloria degli anni ’90, nasce piuttosto nella decade dei Settanta, quando la ricetta viene pubblicata per la prima volta con il nome di salame vichingo, nel ricettario per bambini del Manuale di Nonna Papera.
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Le compresse multivitaminiche – 1970. Cibo non sono, ma si possono largamente ascrivere alla stessa categoria, stabilisce il Cucchaio. Questi integratori nascono negli anni ’70, quando le compresse multivitaminiche iniziano a essere messe in vendita al pubblico negli Stati Uniti, e da lì in poi anche in tutto il mondo.
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I sofficini – 1975. Altro orgoglio di casa nostra sono queste crêpe ripiene a forma di mezzaluna. Vi ricordate il sorriso fumante della pubblicità quando vi si affondava la forchetta? Mai replicato nella realtà, peraltro. In ogni caso, i sofficini arrivano sulle tavole nel 1975. E da lì non schiodano più.
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Il bubble tea – 1980. Il tè con le perle di tapioca, da bere e da mangiare, nasce a Taiwan negli anni ’80. Non è ben chiaro chi se lo sia inventato, se tal Tu Tsong-He o Liu Han-Chieh, titolari di due diverse sale da té. In ogni caso, il bubble tea è ormai molto diffuso anche in Occidente e si può preparare anche con altri tipi di gelatine, aromatizzati soprattutto alla frutta.
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I nuggets di pollo – 1983. Spiega ancora il Cucchiaio che questa data si riferisce alla prima messa in vendita, da parte di McDonald’s, delle pepite di pollo che abbiamo imparato a conoscere così bene. La sperimentazione, invece, era stata condotta – con successo – a Knoxville, nel Tennessee. In realtà, però, la storia dei nuggets è molto più complicata: alla fine degli anni ’70, l’allora amministratore delegato dell’azienda, Fred L. Turner, le ideò pensando a un cibo che fosse appetitoso e facile da mangiare. Si ispirò agli studi di Robert C. Baker, professore di Scienze alimentari alla Cornell University, che le aveva inventate negli anni ’50, ma si era dimenticato di brevettarle.
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La carne vegetale – 2011. Molto più recente e ancora in fase di grande sperimentazione è la carne vegetale. 2011 è l’anno in cui viene fondata Impossible Foods, una delle due aziende americane, insieme a Beyond Meat, a rivoluzionare il settore delle alternative vegetali alla carne. Che per la prima volta sanno di carne. Per assaggiarne i prodotti, però, abbiamo aspettato fino al 2016.
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Le farine di insetti – 2014. Altra rivoluzione, anche se non ancora entrata nelle abitudini alimentari, è quella delle farine di insetti. In Europa continuano a essere regolamentate ed è possibile che tra poco entrino più prepotentemente sul mercato. Fra i pionieri del settore, in ogni caso, ci sarebbe l’americano Charles B. Wilson. Per lui leggenda vuole che iniziò a sperimentare con grilli e altri insetti commestibili alla ricerca di un modo di aggirare le proprie allergie alimentari. Fondando, nel 2014, la Cricket Flours a Portland, in Oregon.
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Il cioccolato Ruby Rose – 2017. Terzo colore ufficiale del cioccolato, è stato brevettato soltanto nel 2017, quando l’azienda belga-elvetica Barry Callebaut ha finalmente registrato questo cioccolato dal colore rosa, dopo studi andati avanti per oltre 10 anni. Il suo colore è dovuto ai naturali pigmenti che si trovano nelle fave di cacao, rossicce e fruttate, di coltivazione esclusiva in Brasile, Costa d’Avorio ed Ecuador.