20 frutti esotici che dovreste assaggiare
• Pubblicato 14 Aprile 2015 Aggiornato 15 Marzo 2016 09:04
I frutti esotici sorprendono con un’esplosione di colori e sapori imprevedibili, dagli alkekengi ai rambutan: ve ne consigliamo 21 da assaggiare.
Stanchi delle solite mele? Possiamo fare delle scorpacciate di frutta esotica, assaggiando frutti che non abbiamo nemmeno mai visto o sentito nominare. Se ananas e kiwi sono ormai di casa, alkekengi, carambola e rambutan, possono costituire un interessante diversivo. I frutti esotici sorprendono con un’esplosione di colori, con sapori imprevedibili; può essere stimolante indagarne le tradizioni e scoprire preparazioni che arrivano da lontano. Ecco 20 frutti da provare.
- Acai. Originaria del Brasile, la palma Euterpe oleracea è oggi coltivata in tutta l’America latina; i frutti sono bacche con tonalità di colore che vanno dal purpureo al blu scuro. Imparentate coi mirtilli, costituiscono un efficace antiossidante, grazie alla ricca presenza di antociani; risultano altresì dotati di fibra, vitamina A e C, calcio. Molto usate in fitoterapia, se ne estrae un olio concentrato, considerato rimedio anti-età per la pelle.
- Alkekengi.Della stessa famiglia di pomodori e patate, l’alkekengi appare più scenografico grazie al rivestimento rigonfio attorno al frutto, di colore verde trasparente e poi rosso-aranciato; la bacca interna è sferica, compatta, di colore rosso acceso. Ricco di vitamina C, rappresenta un importante diuretico. Sebbene sia spesso utilizzato come pianta ornamentale a scopo decorativo, l’alkekengi può essere sfruttato in cucina per ingentilire insalate e macedonie; essiccato, può essere conservato in salamoia; cotto, può dar vita a confetture e salse dolci.
- Carambola. La sezione a forma di stella la rende perfettamente riconoscibile; originaria di India e Sri Lanka si è diffusa in tutto il Sud-Est asiatico e attualmente anche in America latina. La carambola è un frutto agrodolce, da considerare maturo quando la buccia raggiunge la colorazione giallo brillante; il contenuto calorico è molto basso, mentre risulta ricca la presenza di fibre e vitamina C. Può essere consumata fresca o ridotta in succhi e confetture. La presenza di una particolare neurotossina la rende indigesta a chi soffre di patologie ai reni.
- Platano. Simile nell’aspetto alla banana, è un frutto originario di Malaysia, India e parte dell’Africa. Particolarmente nutriente (contiene circa 220 calorie all’etto) risulta versatilissimo e viene sfruttato per uso alimentare a tutti i gradi di maturazione. Quando è ancora acerbo viene cotto, per trasformare gli amidi altrimenti non digeribili: può essere bollito, arrostito, grigliato, fritto; il frutto maturo viene mangiato crudo, utilizzato per produrre birre, lavorato e servito come dolce.
- Rambutan. In malese rambut significa capelli e questo frutto ne appare completamente ricoperto, da qui il nome che sostituisce quello scientifico di Nephelium lappaceum. La buccia è rossa, mentre la polpa bianca è molto succosa. Al gusto risulta dolce, specialmente quando il frutto è maturo, con una lieve nota acidula.
- Tamarindo. Baccelli che possono raggiungere i 15 centimetri di lunghezza, sono il frutto di un albero indiano diffuso poi in tutta l’Asia, in Africa orientale e in Sudamerica. La polpa rivela notevoli potenzialità aromatiche: in Italia è usata per sciroppi e tisane. Nei paesi d’origine è raccolto acerbo e utilizzato per arricchire curry, piatti speziati, stufati; venduto anche sotto forma di pasta di tamarindo (con la polpa lavorata e concentrata) entra a far parte di preparazioni notissime, come il shambar indiano e la salsa Worcester.
- Maracuja. Nota come frutto della passione, la maracuja è una passifloracea di forma ovale, con una consistente buccia viola. La polpa risulta soffice e dolce, profumatissima, costellata di semi neri commestibili. Può essere utilizzata per gelati, bavaresi, sorbetti, mousse, ma sempre più spesso è accostata, come sciroppo o in salsa, a carne (soprattutto selvaggina) e pesce (in particolare, frutti di mare).
- Feijoa sellowiana. Frutto di un arbusto diffuso in Brasile, Colombia, Uruguay e Argentina, ha forma ovale e buccia verdastra. La maturazione avviene generalmente tra settembre e ottobre. In cucina può essere consumata fresca, rimuovendo la spessa scorza e semi molto duri, oppure resa in confettura, mescolando la polpa a quella di alcune mele poco mature.
- Pitaya. Frutto dell’Hylocereus undatus è noto come Dragon Fruit, per l’aspetto spettacolare. Il rivestimento è costituito da ondulate foglie rossastre con terminazioni verdi, mentre la polpa appare bianca, spumosa, tramata di fittissimi semini neri. Il frutto del dragone può essere consumato fresco, al cucchiaio, o cotto al vapore e in padella.
- Papaya. Il frutto della papaia è una bacca che può pesare anche 6 chili. Le gradazioni di colore della scorza vanno dal rosa, al giallo, al verde. La polpa è arancione, succosa, distribuita attorno a semi neri commestibili. Ottima da consumare fresca, ha sapore dolce e rinfrescante. In Thailandia, ancora acerba, dà vita a una caratteristica insalata, nei Caraibi costituisce la base per salse piccanti, nelle Filippine è unita a maiale e pollo. Si trova anche essiccata, candita, in sciroppi.
- Pomelo. Progenitore di tutti gli agrumi insieme a cedro e mandarino, presenta una buccia verde che riveste la spessa scorza spugnosa. Non particolarmente diffuso in Europa, se ne fa grande uso in Cina; può essere consumato fresco, al naturale, ma è soprattutto impiegato in pasticceria dopo esser stato candito.
- Avocado. In Italia usiamo una versione ibrida, tra i 300 e i 500 grammi di peso, con buccia verde tendenzialmente liscia. Il frutto originario è presente in America in molte varietà: la forma può essere a pera, a melanzana, tondeggiante, solo leggermente allungata; la scorza verde o gialla, può risultare ricca di gibbosità, puntinata, rugosa oppure liscia. Il seme interno è particolarmente grande. Ricco di potassio e povero di zuccheri, risulta molto calorico: oltre 200 calorie per 100 grammi. In virtù della consistenza morbida e della presenza di grassi viene usato per arricchire macedonie e insalate e in preparazioni come il guacamole.
- Mango. La forma è tondeggiante, più o meno schiacciata; il colore della buccia può andare dal giallo, al verde, al rosso. È un frutto tropicale che fa parte della famiglia delle Anacardiacee ed è coltivato in tutte le zone equatoriali. La polpa è ricca, di sapore molto dolce quando il frutto è maturo. Cotto, è alla base di molte salse, chutney (si usa soprattutto il frutto acerbo), succhi, ma può essere consumato anche fresco. Contiene molti carotenoidi e flavonoidi.
- Mangostano. Originario delle Isole Molucche, all’esterno il frutto ricorda quasi una piccola melanzana, con forma tondeggiante, colore violaceo, peduncolo verde. La polpa è densa, dal sapore dolce. Ricco di xantoni e flavonoidi è considerato un potente antiossidante, per questo è commercializzato anche in succhi concentrati.
- Kumquat. Coltivato in Cina e Giappone nelle varietà narumi (tondo) e nagami (ovale), è un piccolo agrume dal profumo intenso; con tutta la scorza è consumato al naturale, unito alla carne, inserito a fette nelle insalate e nelle macedonie, ma soprattutto immerso intero in tisane e infusi per conferire una particolare nota acidula.
- Goji. Note da sempre nella medicina cinese e nella tradizione persiana, le bacche di Goji sono oggi molto richieste anche in Europa, in virtù dell’elevato contenuto di flavonoidi, che le rende efficaci antiossidanti. Possono essere mangiate fresche, ma sono vendute soprattutto nella versione essiccata, come aggiunta per yogurt e barrette energetiche; non è raro trovare anche il succo concentrato.
- Litchi. Il guscio ruvido di questo frutto asiatico è di colore rosso, facilmente rimovibile. All’interno, la parte commestibile si rivela bianca, con notevoli proprietà aromatiche. Il gusto è dolce, la consistenza croccante. Con 60 calorie circa ogni 100 grammi, è un apportatore di vitamina C, potassio, calcio, fosforo. Può essere consumato fresco, ma viene venduto tutto l’anno anche in scatola.
- Guava. Proviene dal Sudamerica ma è attualmente reperibile anche in Sicilia; si tratta di un frutto coltivato in molte varietà, con polpa rosa o gialla. Al gusto, risulta generalmente dolce, con punte acidule. La straordinaria freschezza aromatica la rende ideale per la pasticceria, dove è usata in succo e in confettura.
- Dattero. I datteri arrivano dall’Africa e sono frutti di forma oblunga, con colorazione che copre tutti i toni del marrone. L’importante apporto calorico (quasi 300 calorie ogni 100 grammi) deriva dalla consistente presenza di zuccheri. Se le cucine araba e indiana li utilizzano per nutrienti piatti salati, in Europa vengono sfruttati soprattutto per torte e preparazioni dolci; in Italia costituiscono uno degli emblemi del Natale: sono venduti essiccati, talvolta glassati o addirittura farciti, con cioccolata, altra frutta secca, sciroppi.
- Melone pelle di rospo. Il nome deriva dal cromatismo della buccia, verde chiaro puntinata di macchie giallastre o nerastre. Si tratta di una varietà di melone sempre più diffusa in Italia: sebbene l’origine sia spagnola, è oggi coltivato anche in Sardegna. La polpa è bianca, molto rinfrescante e particolarmente dolce.
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