Il perfetto cuoppo napoletano
Il cuoppo di fritti è un tipico cibo da strada napoletano composto da tanti elementi diversi: scopriamo insieme cosa lo caratterizza.
Uno degli elementi caratterizzanti dello street food napoletano, oltre la pizza a portafoglio e la pizza fritta, è il cuoppo di fritture. Il cuoppo è un cartoccio a forma di cono che si riempie con ogni sorta di fritto. Conosciamolo meglio.
Cosa è il cuoppo?
È servito in strada, si può trovare nelle rosticcerie o nelle friggitorie, ma è presentato molto spesso anche in pizzeria come antipasto, servito a tavola con la sua tipica forma. Rappresenta un classico cibo da strada che si può consumare in compagnia o da soli, magari in sostituzione del pranzo e della cena, ma va bene anche come aperitivo. Bisogna fare una distinzione ben precisa, perché il cuoppo può contenere due tipologie diverse di fritti, da quelli che contengono solo pesce fritto a quelli che invece contengono mozzarelle impanate, crocchè, arancini e tanto altro. Vediamo bene nello specifico di cosa si tratta.
Cuoppo di terra
Il cuoppo di terra, chiamato così perché caratterizzato da ingredienti non di mare, può essere costituito da molti elementi. Di base non devono mai mancare crocchè di patate, arancini di riso e zeppoline di pasta cresciuta. Ma c’è chi ci aggiunge anche delle verdure pastellate, come melanzane, zucchine, fiori di zucca ripieni di ricotta e passati poi nella pastella. Se c’è spazio, c’è anche chi aggiunge mini frittatine di pasta. Durante il fenomeno, un po’ scemato, delle patatinerie partenopee, anche quelle erano servite nel cuoppo.
Cuoppo di mare
Il cuoppo può essere anche riempito con ingredienti a base di pesce. Ne sono un esempio i cuoppi di alici fritte, di baccalà fritto, arricchiti con le zeppoline di mare, ossia pasta cresciuta con alghe, oppure con anelli di calamari e moscardini passati prima nella farina e poi in padella.
Cuoppo dolce
Negli ultimi tempi, in alcune friggitorie, si è diffusa la moda di presentare il cuoppo anche in versione dolce. Sostanzialmente l’elemento principale solo le graffette, o zeppoline dolci che dir si voglia, che sono cosparse di zucchero e in alcuni casi ricoperte anche di cioccolato. Non si riesce a resistere alla tentazione, una graffetta tira l’altra.
Origini storiche del cuoppo
Il cuoppo ha radici antiche nella tradizione culinaria napoletana. Nato come cibo povero, era uno dei modi più economici per nutrirsi nei vicoli affollati della città. Gli ambulanti vendevano piccoli cartocci di fritture direttamente per strada, e il cuoppo divenne presto un’icona del cibo da strada partenopeo. Il nome “cuoppo” deriva proprio dalla forma del cartoccio, che ricorda un cono, utilizzato per mantenere la frittura calda e asciutta. Con il tempo, questa semplice preparazione è diventata una parte integrante della cultura gastronomica di Napoli, mantenendo il suo fascino popolare.
Differenze regionali
Anche se il cuoppo napoletano è il più famoso, ci sono varianti di cibo fritto servito in cartoccio in altre parti d’Italia. Ad esempio, in Sicilia si possono trovare i “pani ca meusa” o i cartocci di panelle, fritture tipiche siciliane, e in Puglia esistono versioni con fritture di pesce fresco servite in coni di carta. Tuttavia, il cuoppo napoletano si distingue per la varietà e la qualità delle fritture, che spaziano da specialità di terra a delizie di mare, sempre caratterizzate da una frittura leggera e croccante.
Come si devono preparare i fritti
Il rischio che si corre, quando si vuole preparare il cuoppo, è quello di utilizzare l’olio sbagliato e di friggere i vari elementi nello stesso olio. Quindi, anche se sembra scontato dirlo, il pesce non può essere fritto insieme agli ingredienti di terra, altrimenti ne guasterebbe il sapore, né quelli dolci. Solitamente, per friggere, si utilizza olio di semi, di arachide, di girasole, meglio evitare chi utilizza olio di palma, perché non renderebbe giustizia al prodotto.
Come va servito un cuoppo
prima di tutto, la frittura deve essere bella asciutta e non troppo untuosa. Per capire come una frittura sia stata realizzata ad hoc, basta vedere se sulla carta del cuoppo ci sono larghe macchie di unto, segno che i fritti non sono stati asciugati bene. E poi può essere davvero fastidioso avere le mani impregnate di olio.
Come va consumato
Il cuoppo deve essere servito e gustato ben caldo, altrimenti perde tutte le sue caratteristiche, ossia la croccantezza dei fritti, la freschezza degli ingredienti. E poi, diciamoci la verità, ogni tipo di frittura, servita fredda, non è piacevole da gustare.
Abbinamenti e bevande
Il cuoppo è perfetto se accompagnato da una bevanda fresca e leggera. A Napoli, l’abbinamento classico è con una birra chiara artigianale, che esalta i sapori della frittura senza appesantire. In alternativa, un bicchiere di vino bianco secco o uno spritz possono essere ottimi compagni per bilanciare la croccantezza del fritto con note fresche e acidule. Se si sceglie il cuoppo dolce, un bicchierino di limoncello o una tazza di caffè napoletano può completare l’esperienza.
Aspetto nutrizionale
Sebbene il cuoppo sia una delizia per il palato, è anche un alimento che va consumato con moderazione per il suo apporto calorico. Il mix di fritture, seppur croccante e leggero, contiene una buona quantità di grassi. Tuttavia, se la frittura è ben eseguita, con olio alla giusta temperatura e ben asciugata, può essere considerata una scelta meno “pesante”. Chi desidera mantenere una dieta equilibrata può gustare il cuoppo una tantum, magari optando per varianti con più verdure e pesce.
Versioni moderne o gourmet
Negli ultimi anni, diversi chef hanno reinterpretato il cuoppo in chiave moderna. Alcuni ristoranti gourmet, ad esempio, hanno introdotto cuoppi di pesce con ingredienti pregiati come gamberi rossi o calamari al nero di seppia, accompagnati da salse fatte in casa. Queste versioni gourmet mantengono la tradizione del cuoppo napoletano, ma aggiungono un tocco di raffinatezza che conquista anche i palati più esigenti, rendendo il cuoppo un piatto non solo popolare, ma anche adatto alle cene più sofisticate.
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