Le guide di Agrodolce: dove mangiare in Brera a Milano
Brera è uno dei quartieri più culturalmente attivi di Milano: per mangiare bene, dalla colazione al dopocena, seguite gli indirizzi suggeriti da Agrodolce.
Arte, moda, fascino e storia: Brera, chiamata così perché anticamente era un terreno incolto ai margini di Milano, è da ormai da secoli uno dei centri culturali più attivi della città. Un tempo nel quartiere si veniva per frequentare l’Accademia di Belle Arti e sperimentare la versione meneghina della vita bohémien; oggi si visitano le gallerie d’arte, gli showroom d’alta moda e si coglie l’occasione per un boccone di gran classe. Fra i vicoli acciottolati e affollati da locali è però facile perdere l’orientamento: per andare sul sicuro, meglio seguire la nuova piccola guida di Agrodolce per mangiare bene in Brera.
- L’atmosfera di Brera può risultare inebriante: meglio avvicinarsi gradualmente, per esempio iniziando la giornata con i dolci cannoncini alla crema di Panarello, all’angolo fra largo La Foppa e via Moscova e quindi ai margini del quartiere.
- Di Viole di Liquirizia (via Madonnina, 10) è invece il posto giusto per chi vuole gettarsi subito nello spirito della zona: i tavolini all’esterno appoggiano sui ciottoli, e l’interno è tanto minuto da ricordare le classiche boulangerie parigine. L’offerta comprende italianissime torte, qualche brioche francese, ma soprattutto cupcakes di tutte le dimensioni e colori.
- Per chi preferisce lo stile statunitense, la colazione si fa da California Bakery (corso Garibaldi, 89), con pancakes, cookies e brunch nel weekend.
- Il cibo di strada non è esattamente parte della tradizione meneghina: ma i locali di Brera non ne fanno un problema, e ricorrono volentieri alle tradizioni di altre parti d’Italia. Ecco così la farinata e la focaccia genovese di Vianson (via Mercato 3), servita liscia o “vestita” con stracchino, pesto o olive taggiasche.
- Ottimi anche i panzerotti di Mò Puglia (via Pontaccio 5), preparati con il grano arso, la mozzarella di masseria e la ricotta forte.
- Si viaggia ancora più lontano con lo street food di Bab (via San Marco, 24), di origine coreana: le specialità della casa sono i kimbab di riso e verdure e le zuppe di noodles, da mangiare appoggiati a uno dei pochi tavoli alti.
- Se preferite sedervi per un pranzo veloce, l’opzione hamburger è valida da Macinata, in via Goito 9, in cui i panini si preparano su misura a partire dal tipo di pane sino all’ultimo ingrediente aggiunto.
- Un altro ottimo hamburger si mangia anche da Baobab (corso Garibaldi, 12), dove le patate si friggono con la buccia e le proposte includono ingredienti italiani come la burrata e la parmigiana di melanzane.
- A Brera è bello indugiare, vagando fra i vicoli senza una meta precisa. Inevitabile a un certo punto la voglia di sedersi per ristorarsi con qualcosa di dolce. Amorino, in via Fiori Chiari 9, è parte di una catena che da anni propone coni-gelato in forma di rosa e dai gusti insoliti come il burro salato e il macaron, oltre al limone di Sorrento e alle nocciole piemontesi.
- Da Botega Caffè Cacao, in corso Garibaldi, ci siede per i dolci al cioccolato e le tazze di cioccolata calda aromatizzata, corredate persino di posatine in legno rivestite di cioccolato fondente.
- Chi si sente ispirato dall’atmosfera può invece ritirarsi nel nuovo Moleskine Café (corso Garibaldi, 65) per fissare la propria creatività su una delle famose agende (o sul MacBook) mentre sorseggia un caffè. Se invece non volete perdervi neanche un momento della gita nel quartiere, ritirate da Guido Gobino (corso Garibaldi, 39) una densa cioccolata calda da asporto.
- Anche l’aperitivo, fra via Solferino e via dell’Orso, offre opzioni italiane oppure esotiche. Da Dry, in via Solferino 33, il cocktail bar presenta proposte classiche come il Milano-Torino e il Negroni accompagnate da fette di focaccia e pizza gourmet, condita con ingredienti come la stracciatella, il pomodoro datterino e il pepe di Sarawak.
- In via Fiori Chiari 1/a, da Sushi B, l’aperitivo si svolge di fronte a un giardino verticale, sorseggiando cocktail come il Milano-Tokyo e lo Shinkansen e degustando specialità d’ispirazione asiatica.
- Chi ricerca la tradizione non può che fare tappa alla Latteria San Marco, in via San Marco 24. In questo localino, evoluzione delle latterie con cucina tradizionali in città, non si accettano prenotazioni; il menu è in mano ad Arturo Maggi, cuoco dalle padelle e pentole d’argento: la leggenda vuole che sia grazie a loro che mondeghili, ossobuco e polenta siano tanto buoni.
- Più internazionale ma altrettanto intimo il Fishbar de Milan (via Montebello, 7), che mescola gli spaghetti con le vongole e la zuppa thai, i club sandwich e il branzino con i mirtilli.
- Da Temakinho, in corso Garibaldi 59, si scopre la tradizione inaspettata della cucina nippo-brasiliana, servita con il sorriso e un’organizzazione invidiabile.
- Zazà Ramen, in via Solferino 48, riscalda gli inverni padani con le zuppe di noodles giapponesi in un ambiente luminoso e rilassante.
- Tutta italiana è la cucina di Pisacco, allo stesso indirizzo, che propone alcune idee dello chef Andrea Berton a prezzi piuttosto accessibili e con un arredamento di arte contemporanea.
- Classico, elegante e raffinato è il ristorante di Palazzo Parigi (corso di Porta Nuova 1), che propone classici mediterranei e assaggi di lussuoso caviale siberiano.
- La vita notturna è sempre stata una componente fondamentale di Brera. Ernest Hemingway, Allen Ginsberg, Piero Manzoni e molti altri si ritiravano un tempo a bere e discutere al Bar Jamaica: il locale è ancora in attività, in via Brera 32, ed è il posto giusto per cocktail classici e per rivivere l’atmosfera di un tempo.
- Poco distante, in via San Marco 2, l’enoteca N’ombra de vin è rinomata invece per la scelta di vini al calice e i suggestivi interni dal soffitto a volta, in cui risuonano le voci degli avventori.
- Proseguendo infine lungo via Solferino, fin quasi all’incrocio con i Bastioni di Porta Nuova e quindi al confine ultimo del quartiere, ecco Baladin Milano: un locale che solo da pochi anni serve le birre piemontesi di Teo Musso e di altri produttori artigianali, ma che ripropone ancora una volta lo spirito di Brera e la sua atmosfera bohémien.
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