Le guide di Agrodolce: dove mangiare nel quartiere Appio Latino-Tuscolano a Roma
Una guida approfondita sui locali per mangiare e bere bene nel quartiere Appio Latino e Tuscolano, dalla colazione al dopocena.
Quando si parla dei quartieri di Roma non sempre è agevole individuarne i confini precisi. Senza esasperazioni toponomastiche, potremmo definire Appio Latino-Tuscolano quella vasta area che va da San Giovanni fino ai Colli Albani, Appio Latino-Tuscolano, una vasta area che abbraccia San Giovanni e Via del Mandrione compresa tra le Mura Latine e via del Mandrione. Il numero di abitanti è superiore a quello di molti capoluoghi di provincia e dal punto di vista gastronomico il quartiere potrebbe essere autosufficiente. Tra indirizzi storici e nuove aperture, nonostante qualche dolorosa chiusura recente e la mancanza di ristoranti di fine dining, l’offerta di ristorazione di questa zona resta tra le migliori in città. Ecco una lista di indirizzi (in ordine alfabetico), apprezzati dai residenti, ma per cui varrebbe la pena anche attraversare la città.
- Barred. In zona rappresenta il baluardo della cosiddetta bistronomie: ristorazione contemporanea e di buon livello ma inserita in un contesto informale. Barred, dei fratelli Palucci è un locale (Via Cesena, 30) dalle dimensioni ridotte ma di grande carattere. Il consiglio è di optare per un percorso degustazione per assaggiare più portate. Ultimamente risultano oltremodo interessanti i piatti a base di vegetali. Vini naturali, birre artigianali e cocktail completano la proposta.
- Blind Pig. Cocktail bar con cucina (Via la Spezia, 72) aperto fino a tardi, rappresenta un buon rifugio per i nottambuli del quartiere, ma è perfetto anche per un aperitivo o a cena. Il nome richiama gli speakeasy dei tempi del proibizionismo.
- Charlotte. In Via Vercelli 12-14 troverete torte moderne, invitanti monoporzioni, mignon e macaron. Lo sguardo è rivolto alla Francia, con accostamenti di sapori e ingredienti ricercati e sorprendenti. Oltre che buone, le creazioni di pasticceria firmate da Claudia Martelloni, sono anche molto belle.
- Dogma. Si fa presto a dire ristorante di pesce. Le declinazioni in realtà possono essere tante. Per una volta dimenticate i soliti plateau di crudi e i fritti, da Dogma è la brace a ricoprire un ruolo centrale. Dopo diverse esperienze stellate, lo chef Gabriele di Lecce ha deciso di giocare col fuoco, aprendo a marzo ‘22 questo piccolo ristorante (Piazza Zama, 34). Ad affiancarlo sua moglie Alessandra Serramondi. Menu corto, ottima materia prima, pani e dolci fatti in casa. Carta dei vini che contempla diverse referenze di piccoli produttori prevalentemente naturali.
- Epiro. I volti di Epiro (Piazza Epiro, 26) sono stati per anni Alessandra Viscardi e lo chef Marco Mattana. La decisione di trasferirsi per aprire un secondo locale in Costa Azzurra, ha portato ad un ripensamento dell’offerta della sede romana. Un’impostazione meno gourmet e più pop per questa versione 2.0 che può essere considerata un wine bar con cucina. Garante della continuità col passato lo chef Michele de Chirico e, in sala, Matteo Baldi.
- Fata Morgana. A Piazza Re di Roma e dintorni c’è una curiosa concentrazione di gelaterie. Tra queste, spicca per qualità e originalità Fata Morgana, che ha una sede in Via Aosta, 3. Gelato naturale, privo finanche di addensanti naturali e realizzato con buone materie prime, latte in primis.
- Fiorditè (via Tuscolana, 30) è semplicemente una delle migliori sale da tè della città con una a selezione curata e molto ricca. Non mancano ottimi biscotti e pasticcini, adatti ad accompagnare i tè in un’atmosfera rilassata e accogliente.
- Gastromario. Un cuoco, una pasticciera e un sommelier sono i titolari di questo locale (Via Voghera, 10), piccolo negli spazi ma multiforme nell’offerta. Gastromario infatti è bistrot, pasticceria, laboratorio di pasta fresca, forno ed enoteca. Aperto a colazione e a pranzo, è possibile cenare solo dal giovedì al sabato. Pochissimi tavoli interni, per fortuna ci sono quelli del dehors.
- Gelatario. Il laboratorio a vista è già una buona garanzia di genuinità, in particolare la frutta fresca esposta fa ben sperare. All’assaggio il gelato di Gelatario mantiene le promesse: equilibrato, non eccessivamente dolce o grasso. Il piccolo spazio antistante (o le panchine della vicina piazzetta) sono un ulteriore valore aggiunto. (Via Tuscolana, 325).
- Go Thai. Linee moderne e pulite, per questo locale di Via Cesare Baronio (civico 141a/143b), che da anni propone specialità thailandesi e qualche incursione nelle altre cucine del sud est asiatico. Buona qualità e molto attivi anche con il delivery.
- Hopificio. Pub di birra artigianale con tavoli nella piazzetta antistante, i proprietari sono soci anche del birrificio Jungle Juice, distante poche centinaia di metri. Giornalmente preso d’assalto dai ragazzi del quartiere, Hopificio (P.za Cesare Baronio, 3a) vanta anche una discreta proposta di cibo in accompagnamento alle birre. Happy hour con pinte a 3,50 € prima delle 19.30.
- I Quintili. Tra l’Appia e la Tuscolana, il tempio per i seguaci della pizza napoletana moderna è in via Eurialo, 7c, dove sorge la seconda sede romana de I Quintili. Locale minimale e ampio dehors esterno, dove gustare canotti scioglievoli e ben conditi. Da provare anche i fritti. Prenotazione altamente consigliata.
- La Piccola Abbazia. Il locale di Via Muzio Scevola, 64/b potrebbe sembrare il classico pub con birre artigianali. In realtà è un punto di riferimento anche per gli amanti dei formaggi e del bbq americano. La selezione casearia è notevole, mentre specialità come il pulled pork o il brisket, sono rigorosamente preparate in casa, con carni provenienti da allevamenti attentamente selezionati.
- Mekong. Una cena da Mekong (via Enea, 56/a) è il modo migliore per compiere un viaggio nei sapori del Vietnam, senza allontanarsi dalle consolari Appia e Tuscolana. Buona la classica zuppa pho, imperdibile il manzo con arachidi, lemongrass e arancia e gli involtini nem. Più in generale, parliamo di uno dei ristoranti etnici più convincenti della Capitale.
- Mi Ristorante Cinese. Tra le strade di Colli Albani (Via Giovanni Botero, 31/33) si cela questo ristorante cinese contemporaneo. Locale moderno e curato, il menu è ampio e presenta molti piatti che esulano dalla solita offerta dei cinesi italiani, compresa qualche portata estrema per i palati nostrani. Per accompagnare i pasti è disponibile anche una selezione di tè pregiati.
- Misticanza. I ragazzi di Hopificio, non distante dal loro pub (Via Cesare Baronio, 179), hanno aperto da qualche tempo questo bistrot vegetariano. Menu abbastanza ristretto, ma piatti gustosi e ben presentati. Locale spazioso e gradevole dehors esterno.
- Ninkasi. Pub a ridosso della tangenziale (Via Acireale, 22) con vasta offerta di birre artigianali (comprese alcune chicche a fermentazione spontanea), ultimamente ha cambiato la proposta del cibo puntando essenzialmente sulla pizza. Impasto che sembra un’evoluzione di quello romano, leggermente più consistente. Buoni i fritti. Dotato di sale molto ampie, dispone anche di un bel beer garden.
- Osteria 22quattro. Nascosta tra le vie di San Giovanni (Via Vetulonia, 52), questa piccola osteria moderna lavora bene da anni, senza fare troppo rumore sui social o i media di settore. D’altronde i coperti sono talmente pochi che non c’è bisogno di urlare. Qui trovate piatti della tradizione romana e portate più creative. Da provare le paste ripiene fatte in casa.
- Osteria Numero Sette. Osteria Numero Sette (Via Albano, 9/a ) rappresenta una garanzia per chi cerca un buon indirizzo ma non vuol spendere cifre impegnative. Il rapporto qualità prezzo è però solo uno dei punti di forza. La cucina è tutt’altro che banale, grazie ad accostamenti originali e ingredienti insoliti, trattati con grande disinvoltura. Si può spaziare dalle proposte di mare (crudi compresi) a quelle di terra.
- Pasticceria Fortunato. Avviso per gli amanti della pasticceria napoletana: se non vi va di arrivare fino a Napoli per una sfogliatella, sappiate che in Via Tuscolana 301 ne troverete una degna della migliore tradizione partenopea. Anche i lieviti per la colazione sono buoni, così come i pasticcini. Nel periodo di Pasqua prenotate la pastiera.
- Piccadilly. Andate oltre le apparenze: catalogare Piccadilly come locale da aperitivo sarebbe un grave errore. Si viene qui anche per quello, certo, ma nel locale di Via Appia Nuova, 127 troverete anche una proposta di cucina valida, focalizzata soprattutto sul pescato locale. Importante la selezione di vini, con circa quattrocento etichette, di cui cento di Champagne. Servizio della cena garantito fino a tardi.
- Pizza Chef. Di pizzerie al taglio a Roma ce ne sono un’infinità, ma Pizza Chef (Via Clelia, 63a) mostra di avere una marcia in più. Gli impasti leggerissimi di Mario Panatta sono conditi con ingredienti di qualità e il tocco creativo di sua moglie Sara Longo, chef con esperienze importanti alle spalle. In un’ipotetica classifica delle teglie romane siamo in zona Champions. Notevoli anche i supplì e gli altri fritti.
- Roberto e Loretta. Un indirizzo ormai storico dell’Appio Latino (Via Saturnia, 18), che propone una cucina classica in linea con l’arredamento e l’ambiente. Piatti prevalentemente della tradizione romana, ma anche di altre regioni. Adatto per un pranzo di famiglia, quando si vuole andare sul sicuro e accontentare un po’ tutti.
- Salotto Stadlin. I proprietari dello Städlin di Ostiense hanno aperto un secondo locale nei pressi di Piazza Re di Roma (Largo Vercelli, 9), ma con un’offerta più completa. La proposta gastronomica di Salotto Stadlin infatti, va ben oltre quello che ci si può aspettare da un cocktail bar. Gli abbinamenti con i drink sono ovviamente consigliati.
- Santo Palato. Se si pensa al concetto di trattoria moderna, a Roma è impossibile non citare Santo Palato (Piazza Tarquinia, 4a). Aperta nel 2017, ha sin da subito convinto pubblico e critica, attraverso l’esecuzione magistrale dei grandi classici della romanità, a partire dai piatti a base di quinto quarto.
- Sbanco. Stefano Callegari è uno dei pizzaioli più apprezzati a livello nazionale. All’Appio Latino le sue creazioni, opulente e ben cotte, si possono assaggiare da Sbanco (Via Siria, 1), dove al forno da qualche tempo c’è il bravo Alessio Muscas. Oltre alle pizze, sono straordinari i fritti. La selezione di birre artigianali alla spina, molto ampia, è adatta a soddisfare gli appassionati più esigenti.
- Thai Inn (via Britannia, 5). Trasferitosi da Monteverde a San Giovanni nel 2019, questo ristorante, nonostante il nome, non limita la sua offerta a specialità thailandesi. Thai Inn da oltre vent’anni è infatti una garanzia di autenticità per chi a Roma ricerca, più in generale, i sapori del Sud Est Asiatico. Nell’ampio menu, capace di accontentare un po’ tutti, vegetariani compresi, vi sono infatti anche piatti malesi e indonesiani.
- Umami. Una scommessa vinta, l’ennesima, quella di Marco Pucciotti che con Umami ha ricreato l’atmosfera tipica di certi locali del Giappone. Il successo del locale di Via Veio, 45, a metà strada tra un’izakaya e un pub di ispirazione nipponica, lo ha portato a raddoppiare, aprendo a Colli Albani (Via Mario Menghini, 99) una sorta di trattoria giapponese. Qui il menu comprende anche ramen e sushi, preparati dallo Chef Claudio Farinelli.
- Verso. Enoteca che vanta una selezione di vini imponente: oltre mille etichette. Disponendo anche di una cucina vera e propria (e non di un semplice laboratorio), da Verso (Via Taranto, 38) i piatti non si limitano ad accompagnare i calici. Aperto dall’aperitivo al dopo cena.
- Vinum Est. Dopo circa un decennio in un minuscolo locale nascosto dai banchi del mercato dell’Alberone, Vinum Est si è spostato di qualche metro (Via Francesco Valesio, 24) in uno spazio decisamente più comodo. Bottega, con banco e dispensa sempre protagonisti, ma ora anche laboratorio gastronomico con tanti tavoli, dove gustare piatti e taglieri da abbinare a un interessante selezione di vini.