22 dolci fritti dal mondo da proporre a Carnevale
I dolci fritti sono uno dei dessert più diffusi in tutto il mondo, non solo a Carnevale: ecco 22 dolci fritture da provare, dalla Cina agli USA.
Il misterioso termine Carnevale deriva dal latino carnem levare: prima della quaresima bisognava infatti prepararsi a un lungo periodo di sacrifici e astinenza, da celebrare, ça va sans dire, abbuffandosi. Se ancora oggi sussistono molte ragioni per detestare questa ricorrenza (gli uomini che si travestono da donne col rossetto delle mogli e le pose equivoche, i dolci fritti hanno sempre costituito un caposaldo consolatorio a cui aggrapparsi paci coriandoli che ti ritrovi tra le magliette e per strada fino a novembre, i carri che bloccano il traffico con schiere di quarantenni vestiti da pagliaccio), i dolci fritti hanno sempre costituito un caposaldo consolatorio a cui aggrapparsi. In Italia due filoni hanno la preminenza su tutti: quello delle castagnole (fritte, al forno, ripiene, con guarnizione di zucchero o senza) e quello delle frappe (che, a seconda dei luoghi, si chiamano anche chiacchiere, bugie, crostoli, cenci, donzelline, sfrappole). Se non vi bastano, prendete ispirazione dai dolci fritti del mondo per friggere qualcosa di diverso questo Carnevale.
- Churros. Questo dolce fritto dalla Spagna - dove rappresenta la classica colazione domenicale - si è rapidamente diffuso in tutta l’America Latina, per mettere radici in Argentina, dove si gusta anche ripieno di dulce de leche. L’impasto è costituito da acqua, zucchero, burro, uova e sale. Con il sac à poche bisogna ottenere tanti bastoncini da friggere in olio di semi. Per chi sta a dieta, si tenta la versione sobria al forno.
- Beignet. Se vi siete mai chiesti quale possa essere il dolce tipico di New Orleans, la risposta arriva con questi croccanti pasticcini, il cui luogo simbolo è lo storico Cafè du Mond. Si tratta di frittelline composte con farina, zucchero, uova, latte, lievito e arricchite con un pizzico di sale, cannella, noce moscata. Si stende l’impasto, si taglia in quadrotti da friggere e si guarnisce con abbondante zucchero a velo.
- Loukoumades. L’originale ricetta greca, a sua volta mutuata dall’Oriente, prevede farina, frumina, lievito, molta acqua tiepida, miele, noci, cannella. Dall’amalgama degli ingredienti bisogna formare piccole palline irregolari da friggere in abbondante olio di semi e poi eventualmente guarnire con altro miele.
- Sopaipillas. Per rinnovare la tradizione delle ciambelle fritte, possiamo lasciarci ispirare da questa ricetta cilena; l’impasto si ottiene mescolando semplicemente farina, burro, acqua e un pizzico di sale. I dischi che se ne estraggono vanno intagliati al centro e poi fritti.
- Packzi. Per questi bomboloni polacchi mescolate farina, latte, tuorli, zucchero, burro, vaniglia, per poi aggiungere scorza di limone, rum e vaniglia. Con l’impasto lievitato e steso si producono dei dischi da friggere e farcire: il ripieno ideale è a base di marmellata di rosa.
- Funnel cake. Immancabili in tutti i chioschi del Nord degli Stati Uniti, si tratta di frittelline ottenute con uova, farina, latte, zucchero, da far lievitare con lievito istantaneo e bicarbonato. L’impasto si lascia liquido e si cola nell’olio con un imbuto, creando man mano delle spirali che si gonfieranno e aggroviglieranno. Per finire, ovviamente, molto zucchero a velo.
- Krapfen. Quante volte abbiamo ringraziato Austria e Germania per questa ricetta tipica a base di farina, latte, uova, zucchero, uova. I più parchi friggono in olio, ma c’è ancora chi usa lo strutto. Per farcire, la marmellata di rosa canina è il primo riferimento, ma si utilizzano anche confetture di albicocche o prugne, per esagerare volendo con crema o panna.
- Krofne. Per la versione serba dei krapfen si utilizzano uova, zucchero, latte, lievito fresco e pochissima farina. I bomboloni che se ne ricavano, una volta fritti in olio di semi, devono rimanere vuoti al centro. Allora, si passano uno per uno nello zucchero a velo finché la superficie non ne è completamente ricoperta.
- Jalebi. Se cercate la dolcezza estrema, dovete ricorrere allo sciroppo di zucchero come fanno in India per guarnire questa ricetta tipica delle feste. L’impasto è composto da farina, yogurt, zucchero, lievito, cardamomo, zafferano, acqua di rose. Per farlo colare in padella in tante piccole striscioline che si avvolgono si usa una bottiglia con erogatore.
- Bugnes. Anche in Francia il Carnevale non si può affrontare senza la calda croccantezza di questi dolcetti tipici. L’impasto (di farina, zucchero, lievito, sale, latte, uova, burro, acqua di fiori d’arancio) va fatto lievitare e lasciato a riposo in frigo per 12 ore. Dopodiché dall’impasto steso si ricavano tanti ritagli irregolari da attorcigliare leggermente su se stessi. Si frigge e si fa piovere dall’alto un’infinità di zucchero a velo.
- Tullumba. Dolce turco che spopola in Albania, si prepara con farina, molte uova, zucchero e un pizzico di sale. Se l’impasto è tradizionale, la dolcezza sferzante arriva con la guarnizione: una volta fritti in olio di girasole, i bastoncini devono essere letteralmente imbevuti di sciroppo di zucchero.
- Malasada. Per stupire tutti con una ricetta esotica, tentate le malasadas hawaiane. Vi servono farina manitoba, lievito di birra, uova, acqua, latte, panna liquida, zucchero, sale, burro fuso. Dalla pasta lievitata bisogna estrarre dei quadrotti di circa 5 centimetri per lato da friggere e rotolare ancora caldi nello zucchero.
- Picarones. Per lasciarvi trasportare in Perù, vi servono patate dolci, farina, polpa di zucca, zucchero, lievito, da irrobustire con chiodi di garofano, anice, cannella. Bisogna far lievitare bene l’impasto e poi costruirci delle piccole ciambelline piuttosto spesse da cuocere perfettamente su tutti i lati, in abbondante olio di semi.
- Koeksister. Con questi dolcetti ci si può avvicinare alla cucina del Sudafrica senza allontanarsi troppo dai sapori di casa nostra; la ricetta comprende zucchero di canna, acqua, cannella, limone, burro, uova, farina, lievito. Con la pasta bisogna formare dei lombrichelli che saranno poi intrecciati a tre a tre. Si frigge e, per non farsi mancare nulla, si bagna con sciroppo di zucchero.
- Schneeballen. Le palline di neve tedesche si preparano con farina, burro, olio d’oliva, uova, panna acida, rum, marsala, vaniglia, scorzette d’arancia e di limone. L’impasto va steso e tagliate a striscioline da avvolgere fino a formare piccole sfere. Le sfere si friggono e poi ci si sbizzarrisce con le guarnizioni. Zucchero, granelle, polvere di cocco, cioccolato, confetti.
- Pastelitos. In Argentina si mescolano farina, zucchero, acqua, uova e strutto per formare una sfoglia spessa da farcire con dulce de membrillo (mela cotogna) o de batata (patata americana). Una volta fritta, si può anche guarnire con sciroppi e ulteriori composte.
- Banh ran. Ricetta vietnamita da preparare con farina di riso, patate schiacciate, zucchero, sale, lievito; il celebre colore aranciato (da cui deriva anche il nome) dipende dall’aggiunta di composta di fagioli mung, mentre la guarnizione canonica è a base di semi di sesamo da far tostare durante la frittura in olio di semi.
- Bolinho de chuva. Ricetta casalinga a base di uova, farina,latte e zucchero per rallegrare in casa ai giorni di pioggia. Si tratta sostanzialmente di polpettine dolci che sono irrobustite con amido di mais e insaporite con la cannella. Si friggono in olio di semi e si cospargono ancora calde di zucchero.
- Beavertail. In Canada il dolce fritto per eccellenza è rappresentato dalla coda di castoro: un squisitezza che va farcita senza ritegno con marmellate, confetture, banane cotte, burro d’arachidi, cioccolate spalmabili.
- Oliebollen. In Olanda e Belgio sono i classici dolci benauguranti della notte di Capodanno; per mangiarli sempre bisogna mescolare farina e uova, per aggiungerci uvetta, ribes, scorze d’arancia, mele. Fritti in olio, guarniti con zucchero a velo, si servono insieme a un caffè fumante.
- Rosette. La Svezia celebra il dessert fritto con questa ricetta a base di uova, latte, farina, zucchero, vaniglia, che per le feste si arricchisce di uvetta e frutta candita. Per renderlo davvero inconfondibile si può aggiungere un po’ di zafferano. Si serve con marmellata e burro.
- Shuangbaotai. Significa letteralmente ferro di cavallo; è un dolce tipico di Taiwan che si ottiene attorcigliando due morbidi impasti: le torsioni fanno in modo che, una volta fritto in abbondante olio, questo dessert si mantenga ben soffice all’interno e estremamente croccante all’esterno. Si può guarnire con zucchero di canna e sesamo.
- IMMAGINE
- Genius Kitchen
- Wikipedia