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33 baite dove mangiare bene dopo aver sciato

di Carlotta Mariani • Pubblicato 17 Dicembre 2019 Aggiornato 2 Novembre 2022 12:36

L’inverno è il periodo ideale per mettere gli sci ai piedi e fermarsi a mangiare qualcosa di buono in montagna: ecco 33 baite ideali divise per regione.

In inverno la montagna ha un’atmosfera magica ed è il paradiso degli appassionati degli sport invernali. Sci alpino o di fondo, snowboard, pattinaggio sul ghiaccio, slittino, freestyle, ciaspolate: sono tante le attività da fare in mezzo alla neve. C’è solo un effetto collaterale: che fame! Con il freddo e i movimenti si consumano, infatti, tantissime calorie e, a metà giornata o a fine sciata, è difficile resistere a un succulento piatto caldo, magari interprete dei profumi e dei sapori del territorio. Quali sono i posti migliori in Italia per godersi le tradizioni della cucina di montagna? Scopriamo tutte le baite dove mangiare bene suddivise per regione.

Valle d’Aosta

Baita Ermitage (via dell’Ermitage 7 – Courmayeur). Iniziamo il nostro viaggio da una delle regioni più a Nord dello Stivale. Qui, all’ombra del Monte Bianco, ci si può riscaldare con golose ricette come la carbonade, la polenta, le crêpes, i salumi. Tutti piatti che ritroviamo, per esempio, nel menu della baita Ermitage, sopra la cittadina di Courmayeur, a 1470 m d’altezza, proprio alla partenza della via delle ciaspole. La cucina è accompagnata da una selezione di etichette regionali.

Chateau Branlant (località Plan Checrouit, Courmayeur). Ristorante con un accogliente camino e un menu della tradizione proposto in chiave gourmet tra taglieri, crespelle di farro con toma valdostana cotta alla brace e crema di castagne gratinata con fonduta leggera e carne alla griglia. La carta dei vini non prevede solo specialità regionali, ma prodotti di altre zone d’Italia e champagne.

La Chaumière (località Plan Checrouit, Courmayeur), perfetto per una calda pausa tra una discesa e l’altra (si può bere anche la tipica grolla) oppure per una tranquilla serata in baita a fine giornata. Per cena il menu è più elaborato e può tentarci, per esempio, con tortelli di boudeuns (insaccato locale) e formaggio seiras su spuma di topinambour e polvere di liquirizia oppure con un filetto di salmerino al sesamo, julienne di verdure croccanti e formaggio di capra.

Société Anonyme de Consommation (Canalino Gressan, Pila). A Pila ci sono varie possibilità per chi vuole cenare in quota e due gatti delle nevi attrezzati per il trasporto degli affamati visitatori della zona. Tra le alternative citiamo la Société Anonyme de Consommation. È un’antica baita ristrutturata con materiali moderni, ma perfettamente integrata al panorama e alla storia del luogo. Un equilibrio tra tradizione e innovazione che ritroviamo anche nei cibi proposti.

Maison Carrel (località Alpe Argillien, La Thuile). Spostiamoci ora sulla neve di La Thuile per un momento di goloso ristoro alla Maison Carrel. La polenta non può mai mancare, così come i piatti della tradizione. Ci sono però interessanti specialità della casa come gli gnocchi ruitor con mele, salsiccia e semi di finocchio, sfumati alla birra. Buona la varietà di vini con etichette di bianchi, rossi e rosè provenienti da diverse parti d’Italia.

Baita Cretaz (località Campetto 1, Breuil-Cervinia, Valtournenche). Se invece vi trovate sulle piste di Cervinia potete fermarvi alla baita Cretaz, a oltre 2000 metri d’altezza. La carne è la loro specialità, sono attenti alle materie prime a km 0, ma anche alle nuove tendenze, come il sushi. Su prenotazione è possibile anche cenare, raggiungendo il locale in motoslitta o a piedi.

Piemonte

Da Casse (Banchetta, Sestriere). All’interno del famoso comprensorio sciistico della Via Lattea merita una sosta il ristorante Da Casse, per alcuni la migliore baita sulle piste. La cucina è quella piemontese, dal vitello tonnato ai tagliolini con 30 tuorli, senza dimenticare i piatti della tradizione montanara come la polenta concia. Gli ingredienti sono selezionati, con una predilezione per il territorio, e un’interessante proposta enologica.

La Ciòca (Grangesises, Sestriere). Per una sosta alternativa, in un piccolo borgo a 3 km da Sestriere, invece, il consiglio è La Ciòca. Si tratta di un locale rustico dove a parlare sono le specialità di montagna, come pierrade (cottura della carne su pietra), bourguignonne (carne cotta nell’olio bollente), raclette, fondue di formaggio con pane e patate, polenta. Il tutto accompagnato da vini prevalentemente piemontesi, tra cui alcuni prodotti locali del Pinerolese e della valle di Susa.

La Grangia (località Pian del Sole 4, Bardonecchia). Se invece state sciando sulle piste di Bardonecchia, La Grangia è il luogo che fa per voi. Un locale caratteristico, dove la polenta concia è la regina della casa, ma dove non mancano piacevoli sorprese con serate a tema, calici di bollicine e chef stellati ospiti.

Chesal 1805 (località Chesal, Melezet, Bardonecchia). Una baita adatta anche a una cena ad alta quota, così come il Chesal 1805 sulle piste di Melezet. A sera si può scegliere la tradizione di montagna, come pierrade, polenta o raclette, o un menu degustazione più elaborato ma sempre con protagoniste le ricette del territorio come le cajettes della Valsusa (grossi gnocchi) gratinate con toma contadina.

Lombardia

A Bormio provate lo Chalet La Rocca (località La Rocca, Bormio), sia a pranzo che a cena, una golosa baita per assaggiare i sapori tradizionali, come gli sciatt o i pizzoccheri, ma anche le pizze valtellinesi con ingredienti locali.

Al Filò (via Dante 6, Bormio). Scendendo dalle piste potete fermarvi dallo chef Max Tusetti al ristorante Al Filò, ricavato da un vecchio fienile e da una stalla, le cui volte risalgono al ‘600. Oltre ai piatti della tradizione, potete gustare interessanti interpretazioni come la mela della Valtellina cotta al nebbiolo, zabaione freddo e gelato al fior di latte. Ampia è poi la cantina, tra bollicine, etichette valtellinesi, bianchi e rossi nazionali.

Se, invece, state sciando a Livigno il rifugio Costaccia (via Ostaria 79 – Livigno). è l’indirizzo che fa per voi. Al piano terra potete mangiare una classica polenta, mentre al piano superiore c’è il ristorante alla carta con tante proposte della tradizione rivisitate e impiattate con cura.

La Piöda (via Saroch 604, Livigno). Tolti gli scarponi, a meno di 200 metri dalla Sciovia Doss, potete rilassarvi a La Piöda. Il locale è nato con la ristrutturazione di una casa contadina conosciuta con nome di al bait da Metilda. Specialità della casa è la carne cotta sulla pietra. Ampia è la carta dei vini con diverse proposte locali.

Il Faita (via Case Sparse 31, località Passo del Tonale, Ponte di Legno). C’è un altro comprensorio molto amato in Lombardia ed è quello di Ponte di legno – Tonale. E dopo aver percorso tutte le oltre 40 piste, dove ci si ferma a mangiare? Da Il Faita, una graziosa baita in legno, che propone la cucina del territorio, tra tradizioni della Val Camonica e sapori del Trentino.

Trentino Alto Adige

Boch (località intermedia Grostè, Madonna di Campiglio). Una regione davvero interessante per gli amanti degli sport invernali e del gusto. La Tre di Madonna di Campiglio, per esempio, rappresenta la più antica tappa di Coppa del Mondo in Italia. E dopo una sciata nel comprensorio, l’appuntamento degli sportivi è al Boch in località Grostè. E con una deliziosa fetta di strudel in corpo si torna sulla neve con più gusto.

I Tablà (La Villa, Bolzano). La Gran Risa è un’altra famosa tappa di Coppa del Mondo. Si trova in Alta Badia, zona forse già conosciuta dai buongustai per la presenza dello chef stellato Norbert Niederkofler. Per una pausa golosa sulle piste provate gli Ütia, i rifugi, come I Tablà che propone la cucina ladina preparata con selezionate materie prime locali. Il locale, tra l’altro, fa parte delle iniziative Sommelier in pista e Gourmet Skisafari. Grazie a quest’ultima, il menu de I Tablà quest’anno ospiterà una ricetta dello chef stellato Alberto Faccani del Magnolia di Cesenatico (Fc).

Baita e Chalet Caserina (Tesero, Trento). Altra tappa fondamentale per gli amanti degli sci sono le valli di Fiemme e Fassa. Centinaia di chilometri di piste e la Marcialonga, la più famosa gara di sci di fondo in Italia. All’interno dello Ski Center Latemar, c’è una piccola casetta di legno. È la baita Caserina, ben ristrutturata e con un menu che spazia tra piatti della tradizioni e proposte più ricercate.

Lo Chalet (Cavalese, Trento). Dallo stile più moderno ma dall’atmosfera comunque accogliente e il menu invitante, è il nuovo Lo Chalet sull’alpe Cermis a 2000 metri d’altezza. Interessante e ampia la carta dei vini. E per una pausa a fine giornata, la scelta ricade sul Miola, un vecchio maso ristrutturato e ampliato in mezzo ai boschi, a 5 minuti dalla cittadina di Predazzo. Qui la cucina della tradizione è di casa, dagli spatzle verdi con speck e panna alla polenta con il formaggio alla piastra con attenzione alle materie prime biologiche e ai presidi Slow Food. 

Baita Daniel (strada Val d’Anna, Santa Cristina Valgardena). Spostiamoci sulle piste della Val Gardena. La baita Daniel è il luogo perfetto per un caldo piatto di canederli con gulasch, magari accompagnati da un calice selezionato dall’ampia carta di etichette sudtirolesi, ma anche provenienti dalle diverse regioni italiane.

Malga Gostner (Saltriastrasse 13, Siusi). Poco distante, sull’Alpe di Siusi, l’appuntamento con il gusto è alla malga Gostner, cucina e caseificio nel Massiccio dello Sciliar. Da non perdere la loro famosa zuppa di fieno e fiori con 15 diverse erbe. Dalla Val Gardena passiamo poi al famoso Giro dei quattro passi (o Sella Ronda Skitour) attorno al massiccio del Sella che permette di arrivare con gli sci ai piedi fino in Veneto.

Merita un pit stop la baita Ciadinat (Selva di Val Gardena) a Plan de Gralba per un assaggio delle tradizioni tirolesi, dalla polenta con il gulash alla dolce frittata Kaiserschmarren.

Altra tappa consigliata è la baita Crepes de Sela a Canazei (strada Dolomiti, 68), un luogo famoso per la selvaggina e per il suo strudel.

Veneto

Rifugio Burz (località Burz, Arabba). Ad Arabba (BL) uno dei passi del Sella Ronda Skitour potete fermarvi al rifugio Burz, un luogo ristrutturato e panoramico con un ampio menu di ricette tradizionali, preparate con ingredienti selezionati. Se siete molto affamati il piatto Burz racchiude tutto ciò di cui avete bisogno: polenta, salsiccia, goulash, formaggio fuso e funghi.

Rifugio Averau (località Forcella Nuvolau 9, Cortina d’Ampezzo). Quando si parla di località sciistiche venete non possiamo dimenticare di citare Cortina D’Ampezzo, la regina delle Dolomiti. Un paradiso per gli sciatori e una delle tappe delle Olimpiadi invernali Milano – Cortina 2026. E se siete alla ricerca di una pausa golosa segnatevi questo nome: rifugio Averau. A pranzo si può raggiungere con gli sci o persino in elicottero, a cena con le motoslitte. Da provare la specialità della casa, i cappelli dell’alpino, pasta verde ripiena di formaggio e noci, da abbinare a un calice di una delle 170 proposte enologiche in carta.

Altra meta per vivere la montagna gourmet è il rifugio Scoiattoli (località 5 Torri, Cortina d’Ampezzo), costruito dalla guida alpina Lorenzo Lorenzi nel 1969. Il menu propone i classici della cucina ampezzana con qualche sorpresa, come le violette ai sapori di bosco, la pasta aromatizzata ai mirtilli.

Baita Fraina (località Fraina 1, Cortina d’Ampezzo). Le proposte culinarie non mancano neanche vicino alle piste, come alla baita Fraina, con il suo interessante menu del territorio e qualche rivisitazione, come la polentina con fagioli Gialet, finferli e uovo cotto a bassa temperatura, e una cantina che può contare su più di 500 referenze.

Friuli Venezia Giulia

Baita Florianca. Tarvisio non è conosciuta solo per la manifestazione culinaria Ein Prosit, ma è anche la più nota stazione sciistica delle Alpi Orientali Friulane. Allora, in quale baita possiamo mangiare dopo una sciata in Friuli? Alla baita Florianca, per esempio, il posto ideale per ricaricarsi con un piatto di polenta e frico.

Baita Goles (Monte Zoncolan, Sutrio). Si può sciare anche nel cuore della Carnia. Si sale sul monte Zoncolan e si scende, fino a una pausa golosa alla baita Goles. Una struttura in legno e pietra, immersa nella natura, dove assaporare la cucina locale, come il gulash friulano o succulenta carne alla griglia.

Emilia Romagna

Il Ristoro dello Sciatore (via Passo del Lupo 4, Sestola). Lasciamo le Alpi per scoprire le migliori località sciistiche del Centro Italia. Sì, perché sugli Appennini si scia e si mangia di gusto, come al Cimone, in provincia di Modena. Il rifugio Il ristoro dello sciatore da oltre 30 anni viene in soccorso alle pance vuote degli amanti degli sport invernali. Il segreto? Il fatto che sia anche una tigelleria rinomata e che si preferiscano materie prime a km 0.

Abruzzo

Baita Paradiso (via Aremogna, località Pizzalto). Roccaraso (Aq) è il comprensorio sciistico più grande dell’Italia Centrale. Collegato alle località di Rivisondoli, Pescasseroli e Pescocostanzo arriva a offrire oltre 130 km di piste, tra cui la famosa Direttissima. Solo al pensiero ci viene fame e a voi? Allora proviamo il ristoro baita Paradiso, in località Pizzalto, per riscaldarci con un fumante piatto di cazzarielli e fagioli, la pasta e fagioli abruzzese, o una golosa tagliata con crema di zafferano.

Rifugio Principessa Giovanna (strada comunale del Macchione, Roccaraso). In località Aremogna, invece, nel rifugio Principessa Giovanni si trova l’U post call, che, in dialetto, significa proprio rifugio di montagna, una sala in legno dove gustarsi un bel piatto di polenta al cinghiale o di stinco.