5 consigli per mangiare in Marocco
Il Marocco è una nazione affascinante che vale la pena visitare e di cui scoprire le tradizioni gastronomiche. Ecco i consigli di Agrodolce.
Se l’astinenza di pasta e pizza non vi trasforma in mister Hyde, il Marocco è alla vostra portata. La carne di maiale proprio non si trova, fatevene una ragione. In compenso, e nonostante i divieti religiosi, il vino sgorga in abbondanza ed è anche di buona qualità, soprattutto quello prodotto nella regione di Meknès. Inutile dire che è consigliabile sperimentare i piatti della cucina tradizionale locale. Dopo scorpacciate di tajine, cous cous, pastilla e lumache bollite, davanti a un piatto di abbacchio alla brace, vi sembrerà di essere vittima di un miraggio o di trovarvi a casa: tranquilli, il Marocco riserva questa e altre sorprese. Vi scoprirete attenti alle tendenze culinarie più sofisticate quando, entrando in una qualsiasi bettola e dopo aver ordinato il vostro pasto, vedrete il garzone di turno sgusciare in strada e acquistare le vostre patate o il vostro pesce a km 0 (cioè alla bottega di fronte). Ma andiamo per gradi: ecco i nostri consigli.
- Non lasciatevi spaventare dalle api: non sono interessate a voi ma alla vostra colazione, rito irrinunciabile e composto in genere da amlou (una crema a base di olio di argan e mandorle), olive, crêpe marocchine da intingere a scelta in olio di argan o olio di oliva e l’immancabile spremuta di arancia.
- Se siete nel deserto o vi siete persi nelle gole del Dades, se vi aggirate in una lussureggiante oasi o nella medina nuova di Casà (al secolo Casablanca) e avvistate una colonna di fumo all’orizzonte niente panico: non è un incendio né una guerra civile ma un barbecue sgangherato sul quale sfrigolano kefta, costine e fegatelli d’abbacchio e brochettes (spiedini) di pollo e di manzo. Acquistatene un po’ alla macelleria di fronte (sempre a km 0) e fateli cuocere dal mastro fuocaio di turno, rigorosamente alla brace.
- Dalle parti del parco nazionale di Souss-Massa fatevi rimorchiare da un acchiappaturisti contravvenendo a quanto scritto su tutte le guide. Lasciate che vi porti a mangiare da un suo amico che ha impiegato quattro mesi per scavare la sua casa nella roccia e che ci vive senza luce, gas e acqua corrente ma con una magnifica vista sull’oceano. Il suo tajine di pesce non è eccezionale, la situazione decisamente sì.
- Dissetatevi con i frullati: la frutta in Marocco è fresca e abbondante. A base di latte o succo di arancia, di frappé non avrete che l’imbarazzo della scelta. Degni di nota il frullato di mango e quello di avocado e mandorla.
- Tè, tè e ancora tè. Ovunque voi siate, nel deserto o in un oasi, nel delirio di Marrakech o nella tranquilla Ourzazate, lasciate che la bevanda marocchina per eccellenza (il tè verde alla menta) accompagni le vostre giornate e i vostri pasti. Ve ne innamorerete e proverete a rifarlo una volta tornati a casa, con scarso successo. Il segreto? Lo zucchero e la mescita.