Ristoranti cinesi a Roma: i 5 da non perdere
Gennaio è il mese del capodanno cinese e il modo ideale per partecipare alla festa è scoprire i ristoranti romani che propongono la miglior cucina tipica.
La cucina di un paese lontano andrebbe mangiata nella sua patria: questo è il primo e grande ammonimento che mi ha mosso una persona esperta di Estremo Oriente parlando di ristoranti etnici. Non posso che avallare questa tesi e fare ammenda: non sono mai stata in Cina eppure parlerò di ristoranti cinesi a Roma. Come? la cucina cinese viene spesso modificata per venire incontro al gusto occidentale, ma a Roma si può ancora mangiare in maniera autentica Riportando le mie personali impressioni e considerazioni, sulla base di un confronto non troppo polemico con i ristoranti tipici provati durante i miei viaggi. Si fa presto dire cucina cinese, ma la vastità del territorio include diverse varianti tradizionali, una molteplicità di ingredienti e preparazioni molto differenti tra loro. Inoltre l’impiego commerciale ha fatto in modo che i sapori si addolcissero per venire incontro alle esigenze dei clienti, inquinandone un po’ l’autenticità. Dopo aver mangiato cinese anche in altri paesi europei ho mediato un po’ le mie sensazioni, riuscendo così a interpretare le intenzioni del ristorante. A Roma, come in qualunque città italiana, siamo pieni di ristoranti cinesi di dubbia fama, discutibile autenticità e frequenti commistioni che declinano la cucina verso la giapponese, thailandese, malese e vietnamita. Mi sono concentrata su quei locali che propongono una gastronomia cinese pura, quelli che non hanno aperto le porte della cucina ad altre nazioni ma hanno mantenuto intatte le loro pietanze, proponendole ai clienti con profumi e sapori quanto più vicino possibile ai reali.
- Green T (via del Piè di Marmo, 28). Il più lussuoso tra i ristoranti cinesi della capitale, disposto su due piani e sapientemente arredato con alcuni pezzi di antiquariato cinese, questo locale deve il nome alla scelta del tè che accompagna il pasto. Su richiesta è disponibile anche la carta dei vini, discreta ma non mirabolante. Piacevole l’esperienza del dim sum, non estesa e variegata come quella reperibile in altri paesi, ma ben più ampia della media. La sorpresa sta negli involtini primavera freschi e non surgelati, croccanti e friabili, oltre ai ravioli al vapore e alla griglia di pregevole fattura. Il piatto assolutamente imperdibile si conferma l’Anatra laccata alla pechinese: pelle croccante e sgrassata, crêpes fresche e della giusta consistenza accompagnate da verdure e salsa hoisin pregevole. Le Costine di maiale in agrodolce, gli Udon ai frutti di mare e l’Oca alle spezie sono dei piatti che meritano la visita; porzioni non abbondanti per un pasto che inebria di profumi e sapori.
- Mr Chow (via Genova, 29/A). Un ristorante incuneato in una piccola stradina che apre le porte alla cucina di Canton e Taiwan. La sala è arredata con semplicità e il servizio rapido ed efficiente; il menu, per quanto ampio e variegato, non è infinito come in tanti ristoranti cinesi. Il Riso Mr Chow ai 5 colori è degno di nota per la qualità del riso impiegato e la freschezza delle verdure utilizzate, i cui colori sono quelli di pinoli, uvetta, spezie e uovo; i ravioli al vapore hanno una pasta leggera e traslucida che lascia la bocca piena di sapore del ripieno di carne e zenzero con cipollotto fresco. Di sapiente fattura la Zuppa di zenzero con spaghetti di soia; uno dei piatti simbolo della cucina cantonese, il Maiale in salsa di ostrica, è in grado di riappacificare con questa tradizione culinaria: salsa densa e ben calibrata, cottura del maiale corretta e bell’equilibrio dei sapori nel piatto.
- Dao (viale Jonio, 328). Quasi due anni e ha già conquistato gli appassionati di cucina cinese della Capitale. Questo locale accoglie gli ospiti in un’atmosfera moderna dall’arredamento essenziale secondo la disciplina del feng shui; la cucina rispecchia questa visione dello spazio, lasciando ampi respiri tra i profumi e i sapori. La croccantezza dei fritti è da rapimento, le croste sono sottili e friabili, niente affatto unte: gli Involtini ripieni di alghe riempiono la bocca di sapidità minerale. I Ravioli in brodo hanno una consistenza leggera mentre il ripieno è caldo e profumato, il tutto accompagnato dal brodo leggermente speziato. Molto buoni i Gamberi al curry e le Capesante alle 5 spezie: qualità e freschezza del pesce innegabili. Apprezzabili e innovativi i dolci proposti che vanno al di là del solito gelato fritto.
- Celebrità (via Iginio Giordani, 53). Piccolo ristorante dall’aria spartana, arredamento semplice, servizio gentile ma soprattutto cucina casalinga. Tutto qui è infatti improntato al fatto in casa: questo è il solo posto a Roma dove la Barba di drago (sottilissimi spaghetti di farina di riso) viene tirata a mano e poi servita in una zuppa di manzo con striscioline di carne saltata e verdure croccanti e saporite. Celebrità vanta un altro primato capitolino in quanto unico ristorante a servire le Uova centenarie, preparate con tofu e salsa di soia: un piatto da provare inconsapevolmente che stordisce con il suo sapore pungente. Sempre buona l’Anatra laccata e il Maiale stufato con salsa di soia; il fritto a volte rischia di essere un po’ unto. Pregevoli in stagione i cuori di lattuga conditi con salsa di ostrica e il manzo con la colocasia, un tubero simile alla patata.
- Hong Kong (via Giovanni Giolitti, 109). Ristorante tra i più frequentati dalla comunità cinese di Roma, questo locale è specializzato nella cucina della città di Wenzhou e di Hong Kong. Il menu in italiano è scritto accanto a quello in caratteri cinesi e il servizio è rapido e sollecito. Molti dei piatti sono degli unicum cittadini come ad esempio i Fagottini di pasta di riso ripieni di gamberi e maiale cotti al vapore, gli Involtini croccanti di maiale o le Lingue di anatra stufate. Per i più audaci è possibile provare anche le Orecchie di maiale in agrodolce. Resta un classico per la perfetta cottura dei Noodles in zuppa di carne mista e verdura.
Quali sono i vostri ristoranti cinesi preferiti della Capitale?
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- The Rome Digest