Tradizioni piccanti: 6 cose che non sapevi sulla ‘nduja
• 20 Settembre 2019 10:48
Tutti conoscono la ‘nduja e tanti la amano, ma siete sicuri di sapere proprio tutto su questo morbido insaccato? Potremmo stupirvi.
Tutti conoscono la ‘nduja, l’insaccato morbido e piccante tipico della Calabria e prodotto in primis a Spilinga, un paesino della provincia di Vibo Valentia. Molti hanno avuto modo di assaporarla, magari spalmata su una bruschetta calda o come condimento di pasta e pizza. Pochi, però, sono già al corrente di ciò che stiamo per mettere nero su bianco; fatta eccezione per i calabresi doc, naturalmente. È giunto il momento, dunque, di scoprire in modo più approfondito questo prodotto che gode di fama mondiale e che rappresenta egregiamente l’ineguagliabile bontà made in Sud.
- Perché si chiama così. Le origini della ‘nduja risalgono all’Ottocento. E all’inizio dell’Ottocento, in Calabria, le truppe napoleoniche presero di mira la Calabria. Molto probabilmente, quindi, il nome ‘nduja deriva dal francese andouille, che a sua volta identifica una salsiccia a base di frattaglie di maiale. Entrambi i termini, inoltre, sembrano riconducibili al latino inductilia, ossia “cose che devono essere introdotte”. Ergo, insaccati.
- Il ruolo di Gioacchino Murat. Si dice che fu Gioacchino Murat, nominato Re di Napoli da Napoleone Bonaparte, a portare in Calabria la andouille. Si dice pure che i calabresi la personalizzarono, sostituendo le interiora con la carne di maiale e aggiungendo una generosa dose di peperoncino.
- Chi è il Re della ‘nduja. Non ci sono dubbi: è Luigi Caccamo. Ha un’azienda con 10 dipendenti, proprio a Spilinga, e anche un ristorante che però apre solo in estate. Luigi è il massimo esperto di questo insaccato così particolare e ha imparato a prepararlo da sua suocera, che a sua volta è stata in tal senso istruita dalla madre e dalla nonna. Luigi non ha minimamente modificato la ricetta.
- Quali sono i maiali giusti. La migliore ‘nduja è realizzata con carni di maiali pesanti e di età superiore ai 14 mesi, che non si siano mai cibati di siero di latte.
- Perché non contiene conservanti. Nella ‘nduja, lo ribadiamo, c’è un’abbondante quantità di peperoncino: all’incirca 250 grammi per ogni chilo di carne. Il peperoncino possiede un forte potere antisettico e antiossidante: è proprio questo il motivo per cui non sono necessari conservanti, né additivi.
- Le ricette da provare. La ‘nduja è perfetta spalmata su una bella fetta di pane, certo. Sempre più spesso è presente nei menu delle pizzerie, calabresi ma non solo. E diventa subito l’x factor di un piatto di pasta, una minestra, un soffritto. Se piace, insomma, la si può mettere ovunque o quasi. Noi, però, vogliamo concludere segnalando alcune ricette che meritano di essere provate al più presto: tanto per cominciare, le linguine con crema di provola e ‘nduja, che rubano poco tempo e danno immense soddisfazioni. Poi i paccheri con melanzane e ‘nduja, il cannellone di piadina al barbecue con formaggio e ‘nduja, i club sandwich con ‘nduja e caprino e i panini alla ‘nduja. Siete audaci quanto esigenti? Non fatevi sfuggire il connubio ‘nduja-ricci di mare e ‘nduja-agnello al forno.