Sfatare miti: 8 piatti che non sono davvero cinesi
La cucina cinese diffusa nei ristoranti in Italia spesso propone piatti che non fanno realmente parte della tradizione: ecco quali sono.
I ristoranti cinesi sono stati una delle prime presenze esotiche nelle città italiane: il primo, a Roma, ha aperto quasi 70 anni fa. In molti ormai li considerano una presenza familiare, in cui organizzare cene fra amici, colleghi o persino parenti. alcune specialità ormai comuni in realtà non sono propriamente cinesi Per qualcuno, ordinare riso alla cantonese e pollo alle mandorle è comune quanto scegliere lasagne e cotoletta. Ma siete sicuri di aver mai davvero assaggiato la cucina cinese? I piatti proposti in Italia da quasi tutti i ristoranti cinesi sono spesso adattati al nostro gusto. Per lo più provengono dalla tradizione cantonese (esistono almeno altre 7 tradizioni culinarie, in Cina), che prevede ricette dal gusto equilibrato, povere di spezie ed erbe aromatiche, e per questo gradite da gran parte degli italiani. Ma alcune specialità, a dispetto del nome orientaleggiante, sono semplicemente inventate o modificate in modo tale da non assomigliare neanche al loro progenitore cinese.
- Gli involtini primavera sono un classico esempio di modifica radicale. In Cina esistono involtini che portano questo nome: ma sono più piccoli, serviti come dim sum (antipasto o spuntino) insieme ad altri alimenti, e possono essere fritti oppure no, contenere carne o verdure, o persino essere insaporiti con una granella di arachidi. I tipici “involtini primavera” sempre fritti e ripieni di verza sono specialità tutta italiana.
- Anche il riso alla cantonese porta il nome di un piatto a cui non assomiglia. In Italia piace perché è molto semplice: riso saltato in padella con piselli, prosciutto cotto e uova, con appena qualche goccia di salsa di soia. Nella cucina cantonese, il riso fritto è comune: ma per la sua preparazione si utilizzano molti più vegetali, variati secondo stagione e zona, e diverse salse.
- Se il riso alla cantonese è un classico della cucina cinese italiana, la zuppa di wonton (o wanton) è per molti una scoperta più recente, accolta con piacere perché simile ai tortellini in brodo – ma con l’ebbrezza del ripieno di gamberi. Tipicamente i wanton sono serviti in un brodo chiaro e saporito, a volte arricchito con qualche foglia di cavolo; ma la tradizione cantonese vorrebbe invece l’utilizzo di più verdure e un brodo più ricco. Inoltre i wonton, in Cina, variano molto secondo le tradizioni regionali: nella regione di Shangai, per esempio, i wonton piccoli sono farciti con maiale e pak choi e vengono serviti a colazione; quelli più grandi presentano una varietà di ripieni e sono considerati un piatto unico per pranzo o cena.
- In abbinamento con il riso o con la zuppa è spesso scelto il pollo alle mandorle: un piatto che nella tradizione cinese, semplicemente, non esiste. Può essere preparato nelle case private, ma come in Italia possiamo improvvisare una pasta con broccoli e cumino: il risultato può essere ottimo, ma non è un piatto della tradizione.
- Anche il pollo o il maiale in agrodolce sono molto popolari in Italia e quasi sconosciuti nel presunto paese d’origine: in Cina la salsa agrodolce è di solito riservata al pesce. Alcuni hanno rintracciato le origini del piatto nel pollo tradizionalmente preparato con aceto e zucchero: ma è innegabile che la parentela sia piuttosto vaga.
- Negli Stati Uniti è invece molto apprezzato il pollo del Generale Tso, marinato e fritto, servito con una salsa che comprende anche soia, amido di mais, zucchero e peperoncino. È uno dei pochi piatti cinesi di cui si può rintracciare con discreta precisione l’origine: molto probabilmente è stato inventato nel 1972 a New York, dallo chef immigrato T.T. Wang.
- Anche il gelato fritto è nato negli Stati Uniti: fu presentato per la prima volta all’Esposizione Universale di Chicago nel 1893. Negli anni successivi venne reclamizzato come prodotto innovativo, non necessariamente legato alla cucina cinese; ma ormai è considerato una specialità tipica dei ristoranti orientali.
- Infine, prima di uscire ricordate di prendere un biscotto della fortuna. Ovviamente, neanche questi dolcetti sono alimenti tradizionali cinesi: alcuni ne hanno rintracciato le origini in un’illustrazione giapponese del 1878, e in effetti sarebbero stati importati in California da un ristoratore giapponese. L’associazione con la cucina cinese potrebbe essere avvenuta durante la seconda guerra mondiale, quando i giapponesi presenti negli Stati Uniti vennero arrestati e considerati prigionieri di guerra. Ma la storia dei biscotti della fortuna è comunque quasi interamente americana.