7 sale da tè a Roma per scaldarsi quest’inverno
Con il freddo non c’è nulla di più corroborante di una tazza di tè preparata come si deve: ecco dove gustarla in 7 teerie diverse di Roma.
Chi beve tè nei pomeriggi gelati d’inverno, cerca ristoro nell’acqua che lentamente bolle, fluisce e si indora, desidera addentrarsi in un mondo parallelo fatto di foglie che si appassiscono lentamente, di storie da raccontare e segreti da nascondere. il mondo del tè è antico e vasto, le sue origini si disperdono circa 3000 anni fa Un mondo antico e vastissimo, le cui origini si disperdono circa 3000 anni fa, tra sogni di imperatori e leggendari arbusti cinesi per poi giungere in Occidente solo nel XVII secolo. Qui in Italia, patria dei sapori forti, degli odori autoritari che affollano le stanze, il tè è giunto in punta di piedi, nella commerciale veste di bustine ordinate e frettolose, per poi ammaliarci adagio col britannico appuntamento delle 5, irrorato da chiacchiere, pasticcini, latte e limone. Si è poi confuso e arricchito dell’antica veste d’Oriente, fino a trasfigurarsi nelle sale da tè di Roma, permeato da quel velo di meditazione e rivelazione atavico e geniale. Non vi resta che seguirci e scoprire con noi le 7 teerie più belle di Roma.
- Makasar, posizionato nel cuore del quartiere Borgo Pio (via Plauto, 33), è un’oasi di tranquillità per gli amanti della cultura e della particolarità. Soffici divanetti e tavolini lasciano sprofondare in un ambiente curato nei minimi dettagli in cui il tè assume lo stesso valore di pranzi, cene e aperitivi. Oltre 250 le varietà disponibili provenienti da Giappone, Taiwan, Cina, Indonesia, Nepal, Vietnam, India, accompagnati da dolcetti fatti in casa e serviti in un insolito stile pop. La grande selezione di libri enogastronomici completa l’accoppiamento dei sapori, facendo di Makasar un luogo d’altri tempi, ristrutturato dalla fretta della modernità.
- Non solo tè ma anche caffè, cioccolato e, nella stagione estiva, ricercatissimi sorbetti. Siamo nei pressi di piazza Re di Roma, nel giardino di ricercatezze e chiccherie di Laura: Fiorditè (via Tuscolana, 30), in cui l’antica bevanda segue i dettami del biologico accostatosi a prodotti da forno dolci e salati (anche gluten free). Tra le specialità si annoverano il tè arabo con i pinoli, quello turco alla mela e il chai indiano. Non mancano le aggiunte di frutta fresca, infusi d’ogni fattezza in base ai più disparati gusti e una piccola selezione di vini e birre artigianali, nonché succhi di mela gourmet. Fiorditè custodisce nuove sorprese in base alle stagioni e fornisce anche una vasta gamma di oggetti che, dalle teiere (cinesi, giapponesi, inglesi, in ghisa) alle infusiere fino a tazze e filtri dà la possibilità a chiunque di sperimentare in casa propria la magia del tè.
- Probabilmente una delle prime sale da tè, Babington’s (piazza di Spagna, 23) aprì i battenti nel 1893 nel cosiddetto ghetto inglese, in un periodo in cui la nota bevanda era prerogativa delle farmacie. Una prestigiosa location settecentesca, abbellita da sontuosi lampadari e pregiati drappeggi e in cui ogni ora è scandita dall’atmosfera tipicamente british. Già all’ora della colazione ci si può accomodare e scegliere tra gli oltre 30 tipi di tè e miscele provenienti da tutto il mondo, assaporandoli al meglio con scones, muffin, torte e altri dolciumi, tutti rigorosamente espressi! Ciò che rende particolare Babington’s, oltre al sorbetto Earl Grey, si avvera nel mese di febbraio con la cerimonia del tè in stile vittoriano, con tanto di arpa e camino acceso. Il luogo ideale anche per pranzi, aperitivi e cene, dotato chiaramente di una boutique in cui è possibile personalizzare il proprio tea sets. Occhio solo ai prezzi: antichità, aristocrazia e qualità non fanno di questo luogo un punto di ritrovo in cui andare spesso, ma almeno una volta nella vita sì.
- Vivi Bistrot (via Vitellia, 102), gestito dalle mamme imprenditrici Daniela Gazzini e Cristina Cattaneo, coadiuva la premura e l’amore per i cibi genuini all’incanto di una location d’eccezione: il centralissimo Palazzo Braschi, vicino Piazza Navona (e la verde e spensierata Villa Pamphili). Aperto a tutte le ore, family-friendly e puramente green, ogni giorno alle 15.30 il Vivi Bistrot si appresta, con candele, teiere in peltro e servizi in ceramica ad allestire la cerimonia dell’high tea con tè Mariage Frères, infusi biologici, paninetti salati, scones fatti in casa con marmellata di fragoline, biscotti, tramezzini e altre prelibatezze.
- Se il vostro intento è quello di gustare una tazza di tè, magari raro, in un luogo intimo e accogliente non potete non recarvi a Il Sogno nel Cassetto (largo di Villa Bianca, 8). Tè e infusi di erbe e frutti provenienti da ogni dove e scortati, da ottobre a maggio, da una massiccia dose di arte cioccolatiera italiana e francese, tra cui si annoverano la cioccolata di Modica e i dragée della Piemont, oltre a biscottini in scatole vintage, shortbread inglesi, marmellate e mieli biologici. Libri a tema, accessori dal gusto occidentale (Germania, Francia, Inghilterra) e orientale completano il quadro dei papabili doni insieme al Tè di Natale; una miscela a base di tè nero, arancio, cannella, mela e vaniglia.
- L’arte visiva e quella gustativa si prendono per mano presso Arthè (viale Pasteur, 45), una delle sale più particolari e fuori dagli schemi, in cui lo stile shabby chic rimodula nuova prospettive di sapori e tradizioni, alternandosi a delicate cerimonie del tè e mostre pittoriche. Dai tè rossi ai delicatissimi tè bianchi, fino ai verdi lavorati a mano e tè più corposi e decisi, per dilungarsi con infusi ai petali di rosa, al gelsomino e non solo; il tutto opportunamente accompagnato da bomboniere di paste dolci.
- The British Corner (via del Pigneto, 112) vi accoglie con le note dei Beatles, le luci soffuse, dolci dal gusto autenticamente inglese come apple pie, carrot cake, cheescake e muffin e una bella selezione di tè serviti in tazze d’epoca e da collezione, così come gli infusi e le centrifughe di frutta e verdura. E i prezzi sono perfettamente nella norma, nonostante la fiabesca messa in scena da Alice in Wonderland.