Vino: 7 Etna Bianco che ci piacciono
L’Etna Bianco è un vino siciliano che sta conquistando la scena enologica: ve ne consigliamo 7 da mettere in fresco e degustare con piacere.
È passato poco più di un mese dall’ultima eruzione dell’Etna: avrete ancora fresche nella memoria le immagini spettacolari condivise per giorni sui social, la mastodontica colonna di fumo mista a cenere con le saette, le esplosioni folgoranti di fuoco e lava. il vitigno a bacca bianca principe dell'etna è il carricante, uno degli autoctoni antichi sicilianiQuella manifestazione della potenza della terra è solo l’ultima di un’attività che da millenni continua a plasmare ogni aspetto della vita alla pendici del vulcano più alto d’Europa e da cui nascono vini bianchi, considerati oggi dalla critica, tra i più interessanti d’Italia. Freschi, solari, verticali, intensi, hanno dentro l’energia scaturita dal profondo della crosta terreste ma esprimono la sensualità dei fiori della campagna siciliana. Sono il ritratto di un paradiso nero a terrazzamenti delineato dai muretti a secco e rappresentano il nuovo sud enologico.
Il vitigno a bacca bianca principe di queste altitudini è il Carricante, uno degli autoctoni antichi della Sicilia. Piccoli e grandi produttori hanno deciso di puntare sulle sue ineguagliabili caratteristiche, tanto che in poco tempo è diventato il simbolo di un’area del vino in grado di sorprendere anche con la produzione di bianchi e di competere con le più rinomate regioni vinicole del mondo. Per la gioia dei wine lover, oggi si possono gustare tantissime espressioni e interpretazioni del Carricante, non c’è che l’imbarazzo della scelta per abbandonarsi al piacere di scoprire un territorio unico al mondo. Ecco 7 Etna Bianco da mettere in fresco, esemplari della cultura bianchista che sta conquistando la scena.
- Non si può parlare di Etna senza citare il Doc Etna Bianco Superiore Pietramarina di Benanti, il Carricante icona del Vulcano. È il progetto che ha segnato il punto di svolta nel panorama enologico etneo, che rappresenta l’incipit di una nuova epoca produttiva centrata sulla qualità e identità territoriale iniziata più di 30 anni fa grazie alla lungimiranza di un imprenditore del settore farmaceutico, il Cavaliere Giuseppe Benanti. Il Pietramarina è il punto di partenza di una rivoluzione culturale dei cui frutti stiamo godendo oggi. Nasce sul versante Est, oltre i 900 metri di altezza, ottenuto in parte da vigne a piede franco. Un vino incredibilmente potente e raffinato. Note sapide, di iodio, di pietra focaia, agrumi, fiori, frutti, spezie, la sua complessità inebria ed emoziona. Mai uguale a se stesso, una rivelazione in ogni fase della sua vita. Perfetto per sostenere un intero pasto. Oltre all’ultima annata in commercio consigliamo di stappare anche quelle più vecchie.
- Il Doc Etna Bianco A’ Puddara 2013 di Tenuta di Fessina nasce a quota 1000 nel territorio di Santa Maria di Licodia da vecchie viti ad alberello che guardano verso sud. È il cru bianco dell’azienda condotta da Silvia Maestrelli, donna del vino toscana che sta dedicando parte della sua vita alla potenzialità enologica dell’Etna. Il nome di questo Carricante in purezza in dialetto indica le Pleiadi, nei tempi antichi punto di orientamento per chi solcava i mari e lavorava la terra e significa anche chioccia. Un vino sottile, elegante, vibrante nell’acidità, austero e suadente, grande espressione di questa porzione di versante. Ideale per accompagnare fritture e specialità di pesce a partire dai crudi, si sposa anche con i sapori esotici della cucina fusion.
- Sapido, leggermente agrumato, floreale, immediato, l’Arcuria Doc Etna Bianco di Graci 2013 è un vino che sprigiona con freschezza e leggerezza l’energia del vulcano e ricorda il mare. Carricante ottenuto da vecchie viti a 600 metri d’altezza nel cuore della Valle dell’Alcantara sul versante nord dell’Etna. Rispecchia lo stile promosso da Alberto Aiello Graci, tra gli esponenti della new generation del vino dell’Etna: sorsi eleganti che dissetano che fanno apprezzare l’estrema ricchezza di questo territorio.
- L’Outis 2014 firmato da Ciro Biondi ha una doppia veste, profonda e sensuale da un lato, materica e sferzante dall’altro. Un grande bianco equilibrato e minerale del versante orientale dai profumi e dagli aromi legiadri floreali e agrumati. Rispecchia il carattere del produttore. In questo vino l’intervento dell’uomo è ridotto al minimo, c’è amore verso la natura venerata come la forma d’arte più pura e racchiude la passione per la convivialità. Il vino perfetto per ogni occasione che si tratti di una tavolata campestre in compagnia di amici o di un momento gourmet a lume di candela.
- Blend di Carricante, Minnella e Grecanico, l’Ante 2013 firmato da Mario Paoluzi de I Custodi delle Vigne dell’Etna è una sferzata di primavera, quella ricca che esplode sulle pendici del vulcano. Frutto di un progetto di produzione (Il Consorzio de I Vigneri) che valorizza l’antica tradizione della coltivazione ad alberello. Un vino soave dalla grande mineralità e freschezza, dal bouquet che ricorda i fiori, la frutta, le erbe aromatiche. Ha una beva che disseta e soddisfa.
- Nerina 2014, l’Etna Bianco di Girolamo Russo è il vino da stappare sempre e comunque. L’esperienza gustativa rinfranca lo spirito per la semplicità con cui dialoga con i sensi. Il profilo aromatico contempla frutti a polpa bianca ai fiori, agrumi, note marine, di erbe aromatiche. Proviene dal versante nord, da vigne nel territorio di Randazzo.
- L’eruzione del 1614 è stata registrata come la più lunga. Interessò il territorio di Passopisciaro, a Castiglione di Sicilia. Una traccia di questo evento eccezionale rimane nell’omonimo vino (Eruzione 1614) che Planeta dedica al vulcano e a chi ricerca bianchi che abbiano personalità, estrema freschezza e un buon rapporto qualità prezzo. Proviene da vigne coltivate a 870 metri d’altezza in contrada Sciara nuova. L'annata 2014 incanta al naso, invita al sorso. Un vino dinamico che non stanca mai.
- IMMAGINE
- Lettera 43
- Luciano Pignataro
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