Riconoscere i cocktail, dall’after dinner ai frozen
After dinner, short drink, long drink, frozen: sono tutti cocktail, ma quali caratteristiche li contraddistinguono? Scopritelo con questa breve guida.
E pensare che tutto è nato nel periodo in cui l’alcol era fuori legge. Durante gli anni del Proibizionismo, infatti, era così difficile reperire alcolici di buona qualità che i baristi cominciarono a mescolarne diversi e unirli ad altri ingredienti per ottenere bevande a malapena decenti. per orientarsi nel riconoscere i cocktail, bisogna tenere conto delle categorie in cui sono classificati I mix allora erano realizzati senza alcun criterio preciso, in base all’istinto e alla disponibilità del momento; gradualmente però il tiro è stato aggiustato e molti hanno cominciato a prenderci gusto, nel senso letterale del termine: questa l’origine dei cocktail. Oggi questi drink rappresentano un variegato mondo fatto di colori, sapori, profumi, accostamenti studiati con cura. Senza timore di esagerare, possiamo definire la preparazione dei cocktail una vera e propria arte. Sono tanti, tantissimi: come orientarsi dinanzi a un’offerta così vasta? Dividendoli in categorie facili da tenere a mente.
- I cocktail variano in base al momento della giornata in cui vengono serviti. I Pre Dinner sono quelli serviti come aperitivi e prima di cena (dinner, appunto), generalmente accompagnati da vari stuzzichini. Grazie alla loro composizione stimolano l’appetito. Con qualche eccezione, risultano caratterizzati da un gusto leggermente amarognolo. Pre Dinner, per esempio, sono il Negroni, lo Spritz e l’Americano.
- Gli After Dinner sono invece i cocktail serviti dopo cena e consumati perciò a stomaco pieno. Sbaglia chi ritiene ciò avvenga per le loro proprietà digestive: in realtà la peculiarità di questi drink è la gradazione, la presenza decisa dell’alcol che si accompagna ad aromi altrettanto forti. Il retrogusto, di contro, è piuttosto dolce. Sono After Dinner il Black Russian, White Russian, Alexander, la Caipiroska, il B-52.
- Gli Any Time (detti anche Tutte le ore) si rivelano adatti a qualsiasi momento della giornata poiché contengono una ridotta percentuale di alcol e vari addolcitori (glucosio e saccarosio in primis). Qualche esempio? Il Cosmopolitan, la Caipirinha, l’Apple Martini.
- I vari cocktail si distinguono anche in base alla quantità del prodotto stesso e al tipo di bicchiere utilizzato. Gli Short Drink, i corti, hanno un volume complessivo di 50-60 ml e di solito sono serviti senza ghiaccio nella classica coppa Martini, di forma triangolare e dal lungo stelo, che ha una capacità di circa 100 ml e la cui ampia superficie esalta gli aromi e il colore della bevanda stessa. Sono Short Drink il Martini, il Bellini, il Rossini e il Puccini.
- Nel caso dei Long Drink la grammatura varia dai 150 ai 200 ml; si tratta di cocktail non troppo alcolici, abbondanti, serviti con ghiaccio nei tumbler medi o alti oppure in altri bicchieri capienti come il goblet. Spesso si aggiungono decorazioni realizzate con pezzi di frutta. Sono long drink il Whisky & Soda, il Gin Tonic, il Bloody Mary, il Blue Hawaiian.
- La grammatura dei Medium Drink è compresa fra gli 80 e i 130 ml. Questo tipo di cocktail è servito in bicchieri tumbler bassi oppure negli old fashioned senza stelo, particolarmente adatti ai drink on the rocks, cioè caratterizzati da una grande quantità di ghiaccio. Sono medium drink il Mojito, la Caipiriña, il Black Russian.
- Ancora, i cocktail sono classificati in base al procedimento di preparazione e alla modalità di presentazione. Gli Sparkling sono a base di spumante o champagne.
- I Dark Drink sono a base di caffè.
- Gli Exotic Drink sono preparati direttamente nel frutto.
- I Crusta sono i cocktail serviti con il bordo del bicchiere brinato oppure cosparso di zucchero o sale, come il Margarita.
- Gli Shake & Strain sono i drink preparati nello shaker e poi filtrati nel bicchiere.
- I Mix & Pour sono preparati nel mixing glass e successivamente versati nel bicchiere con ghiaccio.
- Con il termine Frozen si identificano quei cocktail realizzati con il blender, nel quale per l’esattezza si frullano con ghiaccio.
- Infine conta anche la temperatura. Quasi tutti i cocktail sono freddi, con o senza ghiaccio, ma ci sono anche gli Hot Drink, che invece devono rigorosamente risultare caldi. I più noti? I Grog e i Punch.