Allacciate le cinture: Ozpetek tra convivio e pasticciotti
Esce il 6 marzo nelle sale italiane il nuovo film Ferzan Ozpetek: Allacciate le cinture. Come sempre nei suoi film, Il cibo è uno dei protagonisti.
Per comprendere quello che ha significato per Ferzan Ozpetek e il suo cast girare a Lecce e provincia Allacciate Le Cinture (in uscita oggi, 6 marzo) basta un nome: Barbara De Matteis. È lei la proprietaria dello storico esercizio La Cotognata, che fa riferimento alla celebre marmellata leccese di mele cotogne, solida ma che si scioglie in bocca, che può essere accompagnata benissimo a salumi, formaggi, oltre che alla propria colazione. La De Matteis è presente nel cast della pellicola come proprietaria del Bar Tarantola, il primo locale che fa da scenario al film, per poi essere sostituito, 13 anni dopo da Il Benzinaio. Ed è ancora De Matteis a confessare: “Sono stata io la fornitrice ufficiale di pasticciotti per tutta la troupe durante la lavorazione“.
Non tutti gli attori del cast hanno potuto godere dell’enogastronomia salentina: Allacciate Le Cinture si svolge nell’arco di 13 anni e, per di più, alcuni dei personaggi sono affetti da una grave malattia, per cui hanno dovuto dimagrire, mentre altri, fortunatamente per loro, come hanno tenuto a precisare in questi giorni in conferenza stampa a Lecce, sono stati letteralmente messi all’ingrasso, anche loro malgrado. È il caso specifico dell’attrice Carolina Crescentini, che ha raccontato: “Assocerò questo film sempre ai pasticciotti. Ogni giorno me ne facevano trovare uno in più a colazione: due pasticciotti, poi tre pasticciotti, quattro pasticciotti. Hanno dovuto perfino eliminare una scena nella seconda parte del film perché ero ingrassata“. Differente l’esperienza per Paola Minaccioni che, impersonando una donna affetta da cancro, magrissima, i pasticciotti li ha visti solo da lontano: “Non potevo né mangiare né prendere il sole. Quest’estate sono stata tappata in camera d’albergo senza mangiare. Certo, questo ruolo è stato un regalo che lo sceneggiatore Gianni Romoli e Ferzan Ozpetek mi hanno fatto, per cui tornerò dalle vacanze nera, bruciata dal sole e grassa!”
Per Ozpetek esiste un rito propiziatorio che ha a che fare con il cibo, ogni volta che viene a Lecce: andare a mangiare a casa di una sua amica, in un luogo per lui magico, che sa di casa, di genuinità, oltre a osservare gli ulivi carichi di frutti lungo le strade, a suo dire un’esperienza emozionante. Il regista in questi giorni ha anche pubblicato su Twitter una foto dell’attrice Kasia Smutniak, la protagonista di Allacciate Le Cinture, nell’atto di mangiare a casa dell’amica salentina, sottolineando: “Siamo nella nostra Lecce! Io e la camionista!“. Evidentemente la Smutniak deve aver apprezzato (e non a torto) i ciciri e tria, un piatto tradizionale salentino a base di ceci.
Il cibo è tornato molto spesso come argomento in conferenza stampa: tutti i film di Ozpetek presentano un riferimento al cibo e al convivio. Mine Vaganti (2010), per esempio, è ambientato anche in un pastificio salentino e le cene diventano occasione di crisi per una famiglia che vive spesso di apparenze; inoltre il suicidio della nonna Giulia Occhini, diabetica, avviene per mezzo dei dolci, anche in quell’occasione leccesi, tanto che spicca una delicatissima bocca di dama in una delle inquadrature; oppure ne La Finestra di Fronte (2003) Giovanna Mezzogiorno è invece un’aspirante pasticciera che lavora in una polleria industriale – a rimarcare lo iato profondo tra il cibo artigianale e quello in serie – e apprende l’arte della pasticceria da un anziano ebreo che scopre essere il miglior pasticciere di Roma. Ma cosa rappresenta per Ozpetek il cibo nei suoi film? Questa la sua risposta: “Il cibo non è un personaggio, né semplicemente qualcosa di scenografico, ma un elemento, come lo sono i costumi, la musica“.
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