I 5 migliori ristoranti indiani a Roma
La cucina indiana è tra le più versatili e adattabili tra tutte le possibili etniche, ricca di spezie e di sapori invitanti. Scoprite dove provarla a Roma.
La cucina indiana è tra le più versatili e adattabili tra tutte le possibili etniche; a parte alcune cotture che non sono facilmente replicabili per esigenze di spazio e impiego nei ristoranti, la sua grande adattabilità ha fatto sì che negli anni si sia imposta in tutto il mondo. una cucina versatile e adattabile da replicare a casa o da assaggiare nei buoni ristoranti in giro per la capitale L’utilizzo di verdure fresche, prodotti caseari, carni e pesci disponibili ovunque e l’ormai facile reperibilità delle spezie ha reso possibile gustare una buona tavola indiana in molti paesi. Oltre che in India ovviamente, non si può dire di aver mangiato indiano se non lo si è fatto nel Regno Unito, dove per questioni storiche e coloniali alcuni piatti sono addirittura stati elevati a simbolo nazionale, come avevamo già raccontato nell’articolo dedicato a Londra. In Italia è ormai abbastanza facile riuscire a trovare un buon ristorante indiano, per quanto in alcuni casi le suddette cotture non siano fedeli compromettendo così il risultato. Roma da parecchi anni ha una sua serie di roccaforti che in certi casi si confermano in altri meno: abbiamo voluto riportare i migliori ristoranti indiani a Roma, motivandone la scelta e suggerendo piatti imperdibili se voleste provarli.
- Jaipur (via di S. Francesco a Ripa, 56): nella parte meno affollata di trastevere questo ristorante da anni offre la cucina dell’India nord occidentale e le specilità cotte nel forno tandoori. Oltre a un menu degustazione utile in caso di acuta indecisione, la mia scelta ricade sempre sulle preparazioni che prevedano il forno e non mi faccio mai mancare il lamb tikka, agnello marinato in spezie e yogurt, il tandoori aloo (saporite e piccanti patate) o il baighan bartha, crema di melanzane arricchita dal sentore fumoso dato in cottura. Anche qui preparano il paneer fresco e in stagione lo servono in una breve cottura con pomodori e spezie; il servizio è gentile anche se non terribilmente rapido.
- Il Guru (via Cimarra, 4): uno tra i più datati ristoranti indiani della capitale fa il paio con il negozio di spezie dello stesso proprietario. L’atmosfera è rilassante e il servizio disponibile a ogni spiegazione e molto accurato. La cucina della zona meridionale si mescola alla classica, offrendo piatti di pesce come il curry di scampi, in base alla disponibilità del pescato, e una splendida orata tandoori; da provare i fritti come i pakora e in particolare i samosa, asciutti e croccanti, ricchi di sapore. Anche qui è disponibile un menu degustazione declinato secondo le esigenze del cliente nella variante carne, pesce e vegetariano. Una cucina asciutta e pulita, senza fronzoli e appesantimenti. Le porzioni sono misurate ma piacevoli.
- Krishna 13 (via Ugo Foscolo, 13): la filosofia di questo ristorante, che si nota nell’accoglienza e nell’accuratezza delle preparazione, è il kamasutra indian cooking, un godimento per il palato. Il valore aggiunto di questo ristorante è che, nonostante il menu sia piuttosto ampio, le pietanze sono ordinate per provenienza geografica; il proprietario poi si dimostra particolarmente solerte nell’indicare la scelta migliore. I naan meritano una mezione così come il chicken tikka masala e l’urid dal. Oltre alla birra indiana è disponibile anche un vino indiano, più folcloristico che altro. La cucina in generale è attenuata nei sapori, ciò la rende adatta ai meno avvezzi a sapori speziati senza nulla togliere alla qualità.
- Himalaya’s Kashmir (via Principe Amedeo, 325): atmosfera densa e incantevole, piena di tappezzerie e suppellettivi che aiuta a immedesimarsi. La cucina evoca gli influssi pakistani senza perdere la sua identità; di pregevole preparazione lo stufato di montone e il pollo vindaloo. Ottima cottura dei dal e in generale delle verdure; la speziatura non è affievolita per venire incontro ai gusti, il piccante senza essere esasperato è prevalente. Un servizio sollecito e accogliente allieta la serata. A pranzo è possibile anche mangiare nella versione fast food con menu ridotto e prezzi contenuti.
- Shanti (via Fabio Massimo, 68): atmosfera ovattata complice un cuscinone sul soffitto in seta, luci soffuse e ambiente rilassante. La cucina non spicca per incisività ma si conferma un ottimo indirizzo romano; le speziature non sono estreme pur mantenendo le loro caratteristiche. Lodevoli i dal per la cottura e i samosa di carne; gli stufati di carne a volte poco sugosi. Consiglio vivamente il butter chicken e la zuppa di curry; buona cottura del riso sempre al dente e mai appiccicoso.
Tra i posti del cuore non posso non menzionare anche un vero angolo di Bollywood a Roma, Indian fast food (via Mamiani, 11): entrando ci si immerge nell’atmosfera di un musical indiano e si mangia accompagnati dalla melodia incessante, non fastidiosa che aiuta a entrare nella parte. Non propriamente un ristorante, più una gastronomia: si sceglie al banco, ci si siede al tavolo che spesso di condivide con altri clienti, piatti di plastica e caraffa di acqua del rubinetto fanno di questo posto una specie di casa. Imperdibili i pakora, frittelle di farina di ceci e verdure, e il mutton korma; il mio piatto del cuore è il paneer che la cucina prepara due volte a settimana e serve in stufato di spinaci. Sempre disponibili piatti per vegetariani.
E i vostri ristoranti indiani preferiti a Roma quali sono?
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- The Health Journal