Meno di 30 anni? Al ristorante stellato mangi pagando la metà
Dal 14 al 18 marzo al ristorante Il Desco partirà la settimana Under30 pensata per far avvicinare i giovani alla cucina stellata: ecco tutti i dettagli.
È possibile avvicinare i più giovani alla cucina stellata? Lo chef Matteo Rizzo del ristorante Il Desco di Verona, da alcuni anni porta avanti, insieme al padre Elia, un progetto dedicato agli under trenta:chiunque abbia meno di trent'anni potrà usufruire del menu scontato al 50% una settimana, ripetuta quattro volte l’anno, in cui è possibile ordinare i piatti del menu proposto, alla carta o in formula degustazione, e pagare un prezzo ridotto del 50% (esclusi bevande e vini). Cinque giorni in cui i ragazzi avranno la possibilità di godersi e permettersi l’esperienza di un ristorante stellato. Così, dal 14 al 18 marzo prossimi, prenotando necessariamente in anticipo, chi abbia meno di trent’anni potrà accedere a uno dei ristoranti tra i più premiati e longevi d’Italia che, nella città dell’amore, vanta da oltre un trentennio la prestigiosa stella Michelin: “È un progetto culturale – spiega il cuoco Elia Rizzo – cerchiamo di far sì che i giovani sperimentino un’accoglienza e una cucina diversa, basata su materie prime straordinarie, in modo da poter poi valutare con maggiore libertà”.
“Per noi questo è fare cultura del prodotto, della cucina italiana, dell’accoglienza italiana. Ben diversa da quella che trasmettiamo al turista, per esempio”. Nel ristorante di famiglia, in un prestigioso palazzo al centro di Verona, padre e figlio si danno da fare per coinvolgere e mostrare alle nuove generazioni la loro ottica culinaria. “Il nostro lavoro quotidiano – spiega Matteo – si fonda sull’immediatezza, sulla linearità, sul mai più di tre, il numero perfetto degli ingredienti da combinare”. Una filosofia che il giovane chef Matteo Rizzo, nelle cucine già da ragazzo, ha maturato durante le numerose esperienze lavorative da Roma a Los Angeles, fino a Londra e a Las Vegas, per ritornare poi nel ristorante di famiglia, dove garantisce continuità a una parte di storia della cucina italiana, in un passaggio generazionale senza barocchismi.
“La mia vera scuola – spiega infatti – sono stati e sono tuttora mia madre e mio padre. L’essere ristoratore presuppone un’ottima preparazione in tutti i modi e sensi. A mio modo, sto apportando un po’ di positiva innovazione intesa non come avanguardia o stravaganza creativa, ma come inevitabile espressione di me e della mia intimità”. Il locale si regge quindi in perfetto equilibrio tra la centralità della materia prima e le inevitabili, ma positive, conflittualità tra due generazioni di cuochi – anzi, ristoratori, come amano definirsi – aprendo le porte a possibili future generazioni di cuochi e gourmet. Il loro progetto delle settimane under 30 prende le mosse da una vecchia abitudine di qualche anno fa, quando tutti i ristoranti stellati d’Italia dedicavano, una volta l’anno, maggiori attenzioni ai più giovani. I riscontri ottenuti in questi anni sono stati, per il locale, molto incoraggianti, a testimonianza del forte desiderio della new generation di avvicinarsi a un mondo finora inaccessibile.