San Gennaro Day: tutto quello che dovreste mangiare a Napoli durante la festa
Il 19 settembre a Napoli si celebra il santo patrono, San Gennaro: dal dolce al salato, ecco cosa dovreste mangiare durante la festa.
“Era la festa di San Gennaro, quanta gente per la via”, comincia più o meno così la canzone Dove sta Zazà interpretata da Gabriella Ferri. Ed è per strada che i napoletani abitualmente si riversano il 19 settembre, festa del loro patrono San Gennaro, un dolce dedicato al santo, un biscotto realizzato con uova, zucchero, farina, limone e cannella per recarsi in rumorosa processione al Duomo e per assistere al rito della liquefazione del sangue del santo. In realtà non c’è una vera e propria tradizione culinaria legata a questa festività, c’è solo un dolce dedicato al santo che era preparato un bel po’ di tempo fa, di cui oggi si è persa memoria, dalle suore del convento, divenuto poi ospedale, di San Gennaro dei Poveri nel quartiere Sanità: un semplice biscotto realizzato con uova, zucchero, farina, limone e cannella, che era distribuito agli ammalati proprio il giorno della festa di San Gennaro. Un noto pasticciere, Leopoldo Infante, ha provato a recuperare lo scorso anno la ricetta originale, per riproporla nelle sue pasticcerie. Ogni famiglia, però, segue la sua tradizione. Tra processioni e riti sacri, c’è chi ne approfitta per vagare in città, soprattutto nella zona del centro storico, dove si trova il Duomo, e per godere dello street food partenopeo, dal salato al dolce. Ecco alcuni suggerimenti su cosa mangiare durante la festa di San Gennaro.
- Pizza a portafoglio: la pizza a portafoglio, piegata in quattro parti e avvolta da un foglio di carta alimentare, è da sempre un must di tutte le passeggiate e delle varie festività che si svolgono durante l’anno, dalla festa di San Gennaro alla Vigilia di Natale e anche oltre. Partendo da Port’Alba, con la pizza a portafoglio di Gennaro Luciano dell’Antica Pizzeria Port’Alba (via Port'Alba, 18), passando per la Pignasecca con le pizze di Attilio Bachetti (via Pignasecca, 17) e Giovanni Improta (via Pignasecca, 22), arrivando a via dei Tribunali con Di Matteo e Dal Presidente, e ancora La Figlia del Presidente a largo Grande Archivio, o Il Figlio del Presidente in via Duomo. Per chi preferisce fare un salto in via Toledo, lì c’è proprio Pizza a Portafoglio.
- Pizza fritta: anche la pizza fritta è uno di quegli elementi dello street food napoletano da cui non si può prescindere. Di luoghi culto nel centro storico ce ne sono tantissimi, come La Masardona (via Giulio Cesare Capaccio, 27), vicino alla Stazione Centrale, o l’Antica Pizza Fritta da Zia Esterina Sorbillo (piazza Trieste e Trento, 53), anche le pizzerie già sopra citate di via dei Tribunali e 1947 Pizza Fritta in via Pietro Colletta.
- Frittatine, arancini e crocchè: i fritti sono un’altra opera d’arte del take away made in Naples, di solito si mangiano anche durante l’attesa per entrare in pizzeria, ma messi nel cuoppo costituiscono un vero e proprio pranzo completo. Gli indirizzi da suggerire sono gli stessi di cui sopra, in particolar modo per quanto riguarda il centro storico e in aggiunta c’è la Gastronomia Luise in via Toledo.
- Trippa, ‘o per’ e ‘o muss’: si tratta di un’altra specialità napoletana da gustare anche in piedi. La trippa, o meglio ‘o per’ e ‘o muss’, il piede e il muso del maiale con una spruzzata di limone. Oltre alla trippa di Le Zendraglie (via Pignasecca, 14), c’è un chiosco anche all’interno del mercatino di Antignano al Vomero, dove oltretutto ci sono ben due chiese che celebrano la festività del Santo e a lui sono dedicate. Inoltre vi suggeriamo la Trippa, di Tripparia, di recente apertura in via Fracanzano al Vomero.
- Babà e sfogliatelle: dopo il salato non deve mancare il dolce, oppure, durante la vostra passeggiata potete anche alternare dolce e salato, perché no? Ci sono i babà e le sfogliatelle ricce e frolle. Di indirizzi quanti ne volete: c’è Scaturchio in piazza San Domenico, Leopoldo dal 1940 in via dei Tribunali, Leopoldo Cafebar in via Benedetto Croce. In particolare questi ultimi due hanno realizzato il babà da asporto. E poi ci sono i babà giganti di Capparelli in via dei Tribunali o della pasticceria Il Capriccio di via Carbonara. Per le sfogliatelle si può cominciare da Attanasio (vico Ferrovia), per fare giusto un esempio.
- Taralli ‘nzogna e pepe: si ritorna di nuovo al salato, con i taralli ‘nzogna e pepe resi noti in città grazie a una famiglia in particolare, gli Infante, discendenti di Leopoldo, quello originale di via Foria, magari accompagnati da una birretta fresca. Ora la famiglia è divisa in due rami, ci sono i Leopoldo dal 1940 e Leopoldo Cafebar e i loro punti vendita si trovano sparsi in tutta la città.
- ‘O Cappiello ‘e San Gennaro: questo dolce compie un anno esattamente in questi giorni ed è stato creato dal pasticciere Marco Infante, delle pasticcerie Leopoldo dal 1940 (via Chiaia, 248), in occasione di un contest in cui si richiedeva di realizzare un dolce dedicato al Santo. Il dolce raffigura la mitria di San Gennaro e ogni singolo ingrediente rappresenta una caratteristica del santo: la crema pasticcera sta per l’oro, le amarene rappresentano il cuore e il sangue, la confettura di albicocche del Vesuvio serve a ingiallire la faccia di San Gennaro, chiamato notoriamente faccia gialla, soprattutto in senso di offesa se non si compie il miracolo, e infine i babà sbriciolati che sono il Tesoro di San Gennaro. Lo potete trovare durante tutto l’anno, in tutti i punti vendita Leopoldo dal 1940 e Casa Infante.
- Fiocchi di neve di Poppella: la pasticceria Poppella (via Arena della Sanità, 24) negli ultimi anni è diventata famosa per la realizzazione dei fiocchi di neve che hanno spopolato e ancora oggi hanno un notevole successo in ogni dove, tanto da essere il dolce più imitato da tutte le pasticcerie nel 2016. Si tratta di leggerissime brioche farcite con crema al latte e spolverizzate di zucchero a velo. I punti vendita si trovano in via Arena alla Sanità e in via Santa Brigida.
- Crostate e muffin con la Galamella: vi chiederete cosa c’entra una crema spalmabile con il Santo Patrono di Napoli? C’entra nella misura in cui si tratta di un prodotto esclusivamente napoletano che da alcuni mesi ha il suo emporio, in via dei Greci 46, nelle vicinanze di via Toledo, dove è possibile assaggiare e acquistare i prodotti con la crema spalmabile a base di nocciole e gli altri suoi gusti, che tanto ha colpito il popolo partenopeo. Un prodotto realizzato con ingredienti Made in Sud e, in occasione della festa, è realizzata una versione speciale dedicata a San Gennaro.