15 dolci della pasticceria coreana a cui è impossibile resistere
In Corea non si mangia solo kimchi: il Paese infatti offre un pot-pourri di sapori dolci, tutti da gustare con una tazza di tè: ecco 15 dessert da scoprire.
Esperienza culinarie da fare almeno una volta nella vita? Provate la pasticceria coreana! Sarà difficile dimenticarne i sapori, ma soprattutto i colori. In questa parte del mondo sembrano non amare le mezze misure. Basti pensare al piatto coreano più famoso, il kimchi, hangwa è la pasticceria tradizionale; con il termine tteok si raggruppano le specialità a base di riso glutinoso una ricetta dalle tonalità rosso fuoco a base di cavolo fermentato, aglio e peperoncino. E quando si parla di dolci, ai coreani piace mescolare riso, fagioli, semi, pinoli, miele, per creare dolcetti unici, variopinti da accompagnare a una tazza di ottimo tè verde coreano. È un modo per accogliere gli ospiti, per sorprendere i turisti e per portare a casa dei deliziosi souvenir. Ci sono ricette regionali, altre facili da trovare in tutto il Paese in ogni momento dell’anno e altre ancora legate a speciali occasioni e festività. In generale si dividono in due categorie. Con Hangwa si intende la pasticceria tradizionale, piccoli dolcetti preparati di solito con miele, farina di cereali, zucchero, frutta, radici e spezie. Con Tteok vengono invece raggruppate tutte quelle specialità preparate con il riso glutinoso. Curiosi di sapere quali dolci sorprese aspettarvi in Corea o in un ristorante coreano? Scoprite con noi 15 specialità della pasticceria coreana a cui è davvero impossibile resistere.
- Gangjeong: iniziamo il nostro viaggio dalle ricette che vanno sotto la macro categoria di Hangwa. Per farlo non possiamo che partire da uno dei piatti tradizionali dei matrimoni, dei riti degli antenati e di capodanno. Nel gangjeong il riso glutinoso è impastato con l'acqua e diviso a forma di quadrotti o di piccoli salsicciotti. Questi poi sono fritti e ricoperti di zucchero e varie guarnizioni. Sesamo, cannella, polline di pino, polvere di fagioli, frutta disidrata, rendono questi dolcetti un vero e proprio arcobaleno di golosità.
- Dasik: colorati e di piccole dimensioni sono anche questi pasticcini il cui nome significa cibo per il tè. La tradizione è antichissima. Del resto, anche il legame tra il tè e la Corea ha una lunga tradizione. Secondo una leggenda, la preziosa bevanda è stata portata da una principessa indiana nel II secolo. In realtà, la storia e la diffusione del tè è legata a quella del buddismo. I monaci si sono spostati dalla Cina e hanno fondato i primi templi coreani nel 384. I dasik si preparano impastando farina di vario tipo o polline di pino con il miele. Sono pressati con una speciale forma di legno o porcellana (dasikpan). Devono avere colori diversi (tradizionalmente 5), scelti con attenzione dal padrone di casa in base all'occasione. I classici sono verde, rosa, nero, marrone e panna.
- Jeonggwa (o jeongwa): è un Hangwa che non passa inosservato. La frutta (per esempio albicocche o mele cotogne) oppure i pezzi di radice (come ginseng, loto, zenzero, carote) sono fatti bollire in acqua e miele fino a diventare brillanti, quasi traslucidi. Al di là dell'aspetto estetico, questo procedimento elimina l'acidità e permette una migliore conservazione degli alimenti.
- Yakgwa: sono delle specie di biscotti fritti dalla storia lontanissima... sembra che fossero usati nei riti buddisti prima dell'anno 1000. Ancora oggi sono legati a feste tradizionali come quella del raccolto, ai matrimoni o al rito degli antenati. Come si fanno? Si mescola farina bianca, liquore, olio di sesamo, miele e zenzero. All'impasto è data la forma grazie a speciali formine di legno e poi si frigge tutto. Ultimo passaggio: la copertura di miele.
- Maejakgwa: di questi dolcetti non vi rimarranno solo impresse le gradazioni cromatiche (di solito giallo, verde e fucsia), ma anche la forma arrotolata che ricorda quella di un nastro intrecciato. Particolarità negli ingredienti è la forte presenza dello zenzero che regala a questa ricetta un aroma unico. A volta la superficie è cosparsa di pinoli sbriciolati.
- Yeot: sappiamo che ai coreani piace la fermentazione. Ecco che ritroviamo allora questa tecnica anche nei dolci. Lo yeot si prepara lasciando fermentare il riso, il mais, le patate dolci o i cereali, precedentemente cotti al vapore. Il tutto è fatto poi bollire per un tempo più o meno lungo a seconda della consistenza che si vuole ottenere. Quando è ancora liquido è chiamato jocheong e usato come ingredienti sia di hangwa che di tteok. Se invece ha la consistenza di una caramella gommosa si parla di gang-yeot. Secondo la tradizione, mangiare yeot prima di un esame importante porta fortuna... universitari e maturandi in ascolto, prendete appunti, non si sa mai!
- Baekseolgi: abbiamo citato poco sopra la macro categoria tteok? E allora non possiamo non citare il baekseolgi. La sua particolarità è che è di colore bianco diversamente da tante altre specialità della cucina coreana. Questo perché è simbolo di purezza ed è mangiato solo in famiglia per determinate ricorrenze, come il ventunesimo compleanno di un familiare.
- Yaksik: le prime testimonianze di questo dolce risalgono al XIII secolo. Alla ricetta originale a base di riso glutinoso sono stati aggiunti col tempo altri ingredienti. Ecco che oggi non possono mancare pinoli, castagne, giuggiole, miele, olio di sesamo e a volte persino cannella. Diversamente dalla nostra concezione di torta, hanno piccole dimensioni e di solito hanno forma quadrata o rettangolare.
- Songpyeon: per la festa del raccolto autunnale in Corea del Sud è tradizione preparare queste colorate mezzelune. Il ripieno può essere di sesamo e miele, castagne o pasta di fagioli rossi. La particolarità è che sono cotti a vapore sopra degli aghi di pino che regalano a questi dolcetti un aroma davvero unico.
- Injeolmi: dai colori meno appariscenti è questa ricetta di pasticceria coreana. Le tortine di riso, di solito di forma quadrangolare, sono coperte da polvere di fagioli secchi, semi di sesamo o giuggiole essiccate. Sono considerate una delle massime interpretazioni di tteok e non possono mancare nelle grandi feste e nei banchetti importanti.
- Jeolpyeon: se non amate i cibi troppo dolci, questa è la ricetta che fa per voi. La farina di riso è cotta in una speciale vaporiera in terracotta. Possono avere colori e forme diverse, realizzate con speciali formine decorate in bronzo, legno o ceramica. Di solito questi dolcetti sono serviti con un filo di olio di sesamo.
- Hwangnam-ppang: la pasticceria coreana non si limita alle macro categorie di Hangwa e Tteok. Ci sono infatti diverse ricette che non si posso catalogare così nettamente, devono solo essere assaporate. Provate allora le hwangnam-ppang, delle piccole paste ripiene di crema di fagioli rossi, originarie del distretto di Gyeongju. Qui sono state create attorno al 1939, periodo in cui questa zona era ancora sotto il dominio dei giapponesi.
- Kkul-ppang: i fagioli rossi sono uno dei ripieni tipici anche di queste palline che erano date ai marinai come spuntino per i lunghi viaggi. Si conservano infatti a lungo. Si tratta di palline di pasta ripiene, fritte e ricoperte di sciroppo. I moderni navigatori hanno il privilegio di poter scegliere il ripieno, dalle castagne alle patate dolci fino al tè verde.
- Yugwa: che cosa succede quando si mescola riso glutinoso e liquore, si frigge e si ricopre di malto o miele? Avrete una delle ricette classiche della pasticceria coreana, la yugwa. L'impasto ricorda la forma di grossi biscotti dalla forma allungata. Poteva mancare un pizzico di colore? Naturalmente no e quindi spesso sono aggiunti coloranti naturali, come la zucca o il riso, per rendere meno noiosa questa dolce pausa.
- Patbingsu: e dopo questa carrellata zuccherosa, rinfreschiamoci con uno dei dolci più popolari della cucina coreana. Il patbingsu è una specie di granita, di ghiaccio grattugiato, a cui è aggiunta una intrigante decorazione di pasta di fagioli rossi. Le varianti sono però tante: si può trovare infatti con la frutta, con il latte condensato, con il gelato, con la frutta secca sbriciolata, con la panna o persino con le ciliegie sotto spirito. Come resistere?
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