Capodanno: 6 cose da non fare per una festa perfetta
Il cenone di Capodanno è uno dei momenti più attesi dell’anno dove spesso si tende all’eccesso: ecco 6 cose da non fare per una festa perfetta.
Di solito, si è ancora in congestione dal Natale, con tonnellate di panettone tra i sensi di colpa, si vaga spersi per le città fredde e, immancabilmente, un collega dato per disperso, un cugino di terzo grado, l’amico di un amico, ti guarda con aria pressante e domanda: “Che fai a Capodanno?”. un prontuario per salvare una festa che di per sé tende all'eccesso Era nell’aria, potevi schivarlo, ma non ce l’hai fatta. Da quel momento, tu sei ufficialmente uno che festeggia il Capodanno, che alla minuziosa preparazione di quella serata deve adeguarsi con maniacale premura, pur sapendo che probabilmente finirà a giocare a burraco con la moglie dell’ex sindaco; le lenticchie, le mutande rosse, il conto alla rovescia di Rai Uno: tutto già scritto. Ma possiamo anche considerare il caso che tu ami il Capodanno, la malinconia festosa, i bengala, lo spumante, i messaggi sulla fine e sull’inizio. In entrambi i casi, ecco un prontuario tutto costruito sull’esigenza di asciugare, pulire e raffinare una festa che di per sé tende all’eccesso sguaiato, senza per questo perdere di vista la festosa disperazione di un anno nuovo che inizia. Ecco 6 cose da non fare a Capodanno.
- La spesa il pomeriggio. Per la riuscita di una cena coi fiocchi non puoi in nessun caso ridurti alla spesa del 31 pomeriggio; se anche le cavallette bibliche dovessero aver lasciato qualcosa sugli scaffali dei supermercati ancora aperti, è probabile che le cassiere vivano con ingiuriosa frustrazione la loro presenza lì, a guardarti mentre scegli i cotechini. Non c’è bisogno dei valletti personali o di rovistare tra le giacenze dei pakistani aperti di notte: raccogli le idee qualche giorno prima e acquistate quello che vi serve con un democraticissimo anticipo.
- Menu troppo elaborati. Per evitare che la scelta degli ingredienti si riduca a una guerra tra clan, applica alla tua cucina criteri di parca saggezza. Non sei Marta Stewart, per cui la felicità si concretizza e esaurisce dietro ai fornelli; puoi permetterti il lusso di rispolverare un antichissimo adagio: “L’importante è stare insieme”. Frase fatta, ma verità assoluta (benché ogni Capodanno preveda sempre almeno un imbucato dell’ultima ora che si tollera con garbo da bravi ospiti). Privilegia una cena piacevole e snella, da centellinare nel corso della lunghissima serata, con un percorso a tappe che lasci molto spazio alla chiacchiera.
- Bere troppo presto. La serata di Capodanno è fatalmente intessuta di pause brillanti in cui si trinca con giubilo da post-proibizionismo; che sia per dimenticare l’amante, per non pensare agli anni che passano, per lasciarsi andare una volta tanto, o anche solo per arrivare alle due senza sprofondare nell’angoscia, l’alcool è un solenne protagonista. Iniziare a bere troppo presto comporta però notevoli rischi: di solito, qualcuno si addormenta e qualcun altro comincia un piagnisteo su tutte le sfighe del decennio passato; c’è poi chi salta sui tavoli e incita alla lambada di gruppo. Il risultato è che comunque a mezzanotte si è tutti così ubriachi da non riuscire a stappare lo spumante. Anche per quel che riguarda il vino si propone una filosofica moderazione.
- Preferire la quantità. Nonostante le spinte aggressive dell’odierna società di massa ci facciano ogni tanto confondere, non esiste settore della vita in cui la quantità sia da preferire alla qualità. Tanto più a Capodanno, quando già per statuto si tende a un sommario cattivo gusto. Per finire l’anno in maniera degna e cominciare quello nuovo quantomeno in vita, conviene selezionare ogni aspetto con sapienza: i piatti (pochi ma buoni), gli invitati (gradevoli e puliti), il vino (magari se ne berrà un filo di meno, ma, bontà del Cielo, che non sia quello in cartone da due euro), i vestiti (va bene il rosso, ma attenzione alle aderenze), i fuochi (fanno festa anche le miccette da due euro del tabaccaio, non c’è bisogno delle eruzioni che apriranno la cronaca nera del tg1).
- Esagerare coi dolci. Quando si progetta il menu di Capodanno spesso non si tiene in considerazione che ci si arriva dopo una crudelissima traversata che ha fatto felice ogni pasticciere e devastato il popolo ghiotto; dal 25 al 31 dicembre, sicuramente non è passata serata senza scarti di pandoro, briciole di torrone, carte di cioccolatini leccate, dolci tipici che centinaia di amici vi hanno regalato per non farvi un regalo vero. Gratifica davvero i tuoi ospiti facendo loro scampare la prima lavanda gastrica del 2018: scegli un dolce ecumenico, di quelli che piacciono a tutti e condividilo con la santa misura di cui tanto abbiamo parlato.
- Dimenticare le lenticchie. È vero che spesso avanzano, è vero che se ci pensi prima l’idea di mangiare a mezzanotte sembra grottesca, è vero pure che le lenticchie tu non le mangi mai e forse non sai più che sapore abbiano. Ma, quando si avvicina l’ora x, mentre si ha tanta voglia di dimenticare i brutti pensieri e riempirsi di propositi volenterosi, un minimo di lenticchia serve, ci sta, è sacrosanta. Si cerca anche se non si vuole, perché è bene augurante, perché è un simbolo, perché magari si ricordano nonne che le chiedevano, o amici. Perché, se anche non dovessero portare fortuna, sicuramente mettono allegria.
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