Le piccole maleducazioni a cui non sappiamo rinunciare
Il bon ton ci fornisce regole utili per la convivenza, ma spesso ci sono occasioni in cui le piccole maleducazioni sono accettate e irrinunciabili.
Ore spese a imparare le regole della buona educazione a tavola: come mangiare un gamberone senza usare le mani, dire o meno buon appetito a inizio pasto e poi lui, il grande dilemma del pollo da mangiare con le posate. il bon ton aiuta la convivenza ma nelle occasioni informali spesso possiamo rinunciare ad alcune regole Preso nota delle regole e messe in pratica con simulazioni casalinghe, adesso stiamo seduti ai piedi del letto indossando l’abito da sera, in attesa che qualcuno ci inviti a una cena formale. In effetti le occasioni per sfruttare la conoscenza del bon ton nella sua forma pura sono davvero rare. Nel frattempo nessuno si preoccupa di come andrebbe gestito l’incontro informale: e dire che sono quelli i momenti che riempiono il tempo libero e che fanno venire fuori il vero che è in noi. Dunque ecco le regole del galateo a cui possiamo rinunciare nel caso di una cena informale.
- Spogliarsi delle inibizioni. In un invito formale a cena, al momento dell'arrivo degli ospiti, tutto dovrebbe essere pronto per sedersi in tavola ma a noi non importa. Organizzatori, coinvolgete gli ospiti nella preparazione della cena. Isabella fa la citronette, Cesare stappa la bottiglia e a Gennaro si fa scolare la pasta. Se la donna si è presentata in tubino nero e tacchi, si consiglia di cambiare almeno le scarpe (tanto lo sanno tutti che avete un paio di ballerine in borsa). All'uomo che è arrivato in polo griffata: metti un grembiule e, al rientro a casa, metti pure in discussione il guardaroba. Questa non è disorganizzazione ma convivialità.
- Rifiuti. Nell'era dell'intolleranza all'aria che circonda ogni cosa, è solito chiedere in anticipo se ci sono problemi con qualche alimento. È giusto così, suvvia. Ma perché bisogna a tutti i costi ingurgitare cose a cui non siamo intolleranti ma che ci fanno semplicemente ribrezzo? Durante un pasto informale è lecito dire "No grazie, questo non lo mangio" e ci si aspetta che le persone che vi circondano non vi giudichino per questo. Ad ogni modo è meglio stare a tavola con qualcuno che salta un piatto piuttosto che con uno che mangia, ma assume la stessa espressione di chi guarda un film splatter.
- Anatomia. Va bene il divieto di allungare le gambe sopra o sotto il tavolo, va bene il divieto di poggiare la testa nel piatto ma si può sapere perché non possiamo mettere i gomiti sul tavolo? Non hanno mai fatto del male a nessuno (fatta eccezione per il tennista che tanto se ne lamenta) eppure sono stati banditi dalle tavole per non si sa quale motivo. Nel raduno informale non sono visti poi così male, potete anche farli accomodare dolcemente. Ma, se come me, venite dal meridione riducete la voglia di gesticolare o farete venire il mal di mare a tutti i commensali.
- Due bocche, un piatto. Ognuno dovrebbe avere la propria portata e consumare solo quella, ma l'armonia generata dalla condivisione di un piatto è spesso impagabile e anche sostenibile. Del resto la vera educazione oggi è non sprecare. Allora se un vostro amico vi propone di dividere una portata non sentitevi in colpa: fatelo. L'importante è usare la giusta discrezione e fare in modo che nei tavoli vicini non si accorgano della cosa, altrimenti è chiaro che dovete imparare nuovi trucchi per non farvi scoprire.
- Usare il naso. Il bon ton fa divieto di osservare i piatti dei vicini, annusare il proprio e toccarlo con le mani. A questo punto viene spontanea la domanda: posso almeno mangiarlo? Nel raduno informale, a prescindere che voi siate ospiti in casa o al ristorante, annusare il piatto è una cosa per la quale non verrete reclusi. Potrebbe anche essere cattiva prassi sentire l'odore del cibo che dovrete mangiare ma se lo farete in modo che la vostra testa non entri direttamente nel piatto, potrete sempre dire che è stato il profumo a entrarvi nelle narici e non viceversa. Qualcuno dovrà pur credervi.
- Cellulare. È severamente vietato l'uso dei telefoni cellulari: ogni libro di buone maniere propone questa regola con la stessa enfasi dello steward sui voli di linea. Sì, stare al telefono mentre si è a tavola non è bellissimo ma nella cena informale ci sarà sempre una cara persona che per motivi personali non è potuta venire. Farete una chiamata con vivavoce per salutarlo e raccontargli quanto vi manca. Sarà una cena indimenticabile, soprattutto per chi siede vicino a voi. Ma la buona notizia è che almeno il tavolo non può precipitare, al contrario dell'aereo.
- Evento a buffet. Alla parola buffet anche i massimi esperti di formalismo non sanno come agire. L'unico elemento che ci porta a essere educati è il senso di disagio, ammesso che tutti ne siano dotati. Mentre parte degli amici cerca posto con la medesima strategia di chi partecipa al gioco della sedia, recatevi verso il buffet a prendere del cibo. Durante il percorso si paleseranno i due lati della coscienza: il primo, che nell'immaginario collettivo è il diavolo, dirà: "Svuota i vassoi e fai vedere a tutti quanto sei tosto"; dall'altro lato, la coscienza angelica consiglierà di prendere il giusto quantitativo evitando di lasciare gli altri senza. Se tutto va bene, finirete con l'ubriacarvi perchè incapaci di prendere una decisione. La cosa migliore da fare è non avere fretta di mangiare ma non stare nemmeno a pensare a chi vi guarda: con molta probabilità saranno tutti peggio di voi.
- Cenerentola. Lei avrà pure perso la scarpetta ma non si capisce il motivo per il quale dobbiate perderla anche voi. Molti la considerano un'azione accettabile, altri no. Per togliere ogni dubbio, durante una cena informale la scarpetta è ben accetta. Magari evitate solo di usare forme intere di pane, fate bocconi a misura di fauci e lasciate una minima traccia di sugo, giusto per far capire che qualcosa nel piatto c'era.
- Prima regola: non parlare con la bocca piena. Metterla in discussione raccoglierebbe gli stessi dissensi di Putin in vacanza a Torre del Lago. Dissacrare questa regola dipende solo da voi: potete farlo ma servono energie, impegno e allenamento affinché il vostro cibo non sia visibile a nessuno, non vada da nessun'altra parte tranne che nell'esofago e le parole che pronunciate siano l'unico suono prodotto dalla bocca. I tempi moderni ci obbligano spesso a fare pranzi informali e veloci: mangiare e parlare può essere la soluzione ma se non vi sentite pronti non azzardatevi nemmeno, potreste perdere molti amici.
- Ubriachezza. Eccedere con l’alcol è consentito dal bon ton? Probabilmente non lo hanno preso nemmeno in considerazione, tanto è fuori discussione. Nella cena informale, l'alcol non sarà nemico: vi permetterà di aprirvi agli amici, raccontarvi, cantare a squarciagola e mangiare con le mani. Tutte cose che nel decalogo del perfetto commensale non sono accettate. Non passerete per delle persone di gran classe ma sarete appagati e finalmente avrete alzato quei cavolo di gomiti dal tavolo che tanto sono vietati.
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