15 indirizzi per mangiare a Frascati, e non dite che non siamo stati esaustivi!
Ecco una lista di 15 locali in cui mangiare a Frascati, dal pane al gelato, ristoranti, osterie e fraschette: venite a scoprire i nostri consigli.
Vi chiedo solo un attimo di pazienza, per seguire il discorso. Dove si è combattuta la battaglia del Lago Regillo che ha visto Roma domare la tracontanza della Lega Latina? Era il 496 o il 499 a. C. e dello scontro parla Tito Livio nel suo Ab Urbe Condita. C’è chi dice che avvenne nel cratere di Prata Porci nel territorio di Monte Compatri. Chi invece asserisce che si troverebbe proprio all’ingresso della città di Frascati. Per l’una e l’altra teoria ci sono inequivocabili coincidenze e punti oscuri. Chissenefrega? Siate buoni, vi sto fornendo una scusa storico-archeologica per visitare l’aria tuscolana dei Castelli Romani, per scappare da Roma per convincere i recalcitranti a lasciare l’Urbe. Una volta giunti a Frascati dopo aver seguito le gesta di Tarquinio il Suberbo, non vi resterà che rimanerci per pranzo, merenda e anche cena. La manfrina iniziale aveva un senso. Avete visto? E se siete indecisi o non sapete dove mangiare a Frascati ecco una rapida guida agli imperdibili della cittadina.
- Ristorante Belvedere dal 1933 (Via Regina Margherita, 29). Il nome si riferisce chiaramente alla bella veduta su Roma, da apprezzare al tramonto o dopo il crepuscolo. Ai fornelli i fratelli Rosica, natali venezuelani e cuochi da lungo corso, in cucina veleggiano tra piatti della tradizione e proposte più elaborate che, pur partendo da materie prime del territorio, si discostano dal solco del già assaggiato per puntare all'abbinamento insolito ma goloso. Buona la Tartare di scottona battuta al coltello, con tartufo fresco, Olio di Itrana, coraggioso ma eloquente il Petto di pollo marinato allo zenzero e lime, spezie e coriandolo fresco (completamente in linea con la filosofia del locale). Di tutto rispetto la cantina con predominanza di territorio e qualche giusta escursione verso le regioni vicine.
- Ristorante Cacciani (Via Armando Diaz, 13). Una istituzione nel panorama. E a ragione citiamo il panorama qui dove è la veduta di Roma, al di là della balconata, ad essere protagonista. Una istituzione, dicevamo, se non altro perché il ristorante ha aperto i battenti nel 1922 ma soprattutto perché da allora mantiene il suo ruolo cardine all'interno dell'ecosistema cittadino. Il menu omaggia la storicità del locale pur con qualche sperimentazione. Non dimenticate perciò i Tonnarelli cacio e pepe a vista (niente altro da aggiungere) e il pollo cotto intero alla diavola. Prendetevi del tempo per leggere la carta dei vini e scegliete a cuor leggero. Chiedete una visita nella grotta o soggiornate qui (nell'hotel omonimo) se desiderate concludere in tutto relax la serata.
- Il Torchio (via Goffredo Mameli, 3). In un vicoletto quasi nascosto c'è questo piccolo ristorante che da anni non smette di proporre piatti classici e creativi con materie prime a km quasi 0. La stagionalità ha un ruolo fondamentale nella creazione del menu, quasi sempre un omaggio alla cucina di Roma e del Lazio. A volte a farla da padrona sarà l'estate (fichi e guanciale, cocomero, pesche); in autunno magari regneranno zucca, funghi e castagne. Ma i piatti di Lorenzo Buonomini non deludono in nessuna stagione.
- F'orme Osteria (Via Michelangelo Caetani, 8). Ultimo nato, il ristorante di Alberto Mereu vuole inserirsi nel contesto frascatano come una alternativa giovane e accattivante che guarda tanto alla campagna quanto al mare. Di certo non mancano i primi della tradizione e una generosa varietà di salumi e formaggi del territorio, ma poi ci si discosta con proposte di ricercatezza e sostanza. Una buona varietà di piatti di pesce, un plauso per il cuore di filetto di baccalà con crema di aglio nero fermentato e sfoglie di cardoncello (in foto), portata terrigna, acuta e scioglievole; provate anche la Chitarrina, burro, alici, finocchietto e fiori di zucca (saporita e sapida pur risultando delicata). Aperti anche a pranzo con una formula che invita a passare qui più e più volte a settimana.
- Trattoria Zarazà (Via Regina Margherita, 45). La terza generazione di ristoratori, è dal 1955 che la famiglia Bronzini si dedica all'accoglienza degli ospiti in quella che prima era una fraschetta e ora è un ristorante. Piatti della tradizione ma anche no per questo indirizzo che fa dell'autenticità il punto di forza. Piatti sostanziosi e corroboranti anche quando il tempo si fa clemente e nel giardino si apprezza la leggera brezza che spira. Non combattete l'inutile guerra ai carboidrati, ordinate un primo facendovi tentare dalla carbonara non carbonara, vero signature dish del ristorante. Oppure optate per la carne succulenta e accompagnata da contorni dell'orto.
- Osteria dell'Olmo (Via dell'Olmo, 3). Luogo di altri tempi che confidiamo sfidi le logiche moderne e si mantenga vitale come solo le realtà autentiche sanno fare. Racconta di quando, un tempo, l'osteria era luogo di mescita, il cibo lo si portava in un panierino rigorosamente da casa. Qui negli sparuti tavoli collocati all'esterno troverete giocatori di carte ridanciani e chiassosi, siederete accanto a chi accompagna un bicchiere di Frascati con una manciata di olive sottolio fatte in casa, potrete gustare della porchetta ma solo se sarete stati previdenti portandola con voi. Se potete brindate qui, come un tempo.
- Cantina Ceccarelli (Via G. Fontana, 61). Se la piazza di San Rocco è quasi completamente ingombra di tavoli e sedie lo si deve anche a questa cantina. Vino e piatti freddi per godersi a pieno la bella stagione. Sarà Giancarlo, il proprietario, a scegliere per voi le sedute migliori, lui che anni addietro è stato calciatore della Lazio e oggi alterna l'allenare i pulcini del Frascati al dirigere questa cantina concitata e autentica, il tutto come fosse la cosa più naturale del mondo. Se scegliete di cenare qui, non fatevi prendere da nessun formalismo per quel che riguarda la vicinanza con gli altri commensali, ogni sera è come essere in un grande pranzo di famiglia in cui non mancano porchetta, bruschette, verdure del territorio.
- Osteria San Rocco Piacente (Via Luigi Cadorna, 1). Essere giovani non sempre vuol dire essere spregiudicati. Anzi spesso vuol dire lanciarsi con un po' di coraggio in una trattoria che porta lustro e colore alla propria città. Questa è la storia di Luca Piacente che rileva una attività preesistente e ne fa una osteria di tipica e riconoscibile. D'estate divide la piazza con le altre fraschette che vi si assiepano, di inverno le salette interne accolgono gli ospiti con pulizia e qualche tocco naïve. Controllate i fuori menu: qui le verdure arrivano dagli orti circostanti e i funghi dai Castelli.
- Merumalia Wine Resort (Vicolo di Prataporci, 8). Giulia Fusco ha un sorriso di quelli che non ti dimentichi. Non tanto per la straordinaria bellezza, ma soprattutto per l'arco perfetto che fa sotto gli occhi anch'essi ridenti. Sentirla raccontare di sé, della azienda di famiglia poi farà sorridere anche voi. Ma tornando per un momento lucidi, se proprio siete dei romantici uscite dalla città e riempitevi il cuore della vista a 360° che si gode da questa collina. Soffermate lo sguardo sulle dimore della corte pontificia, le Ville Tuscolane e preparate il palato ai vini della cantina. Biologici, sostenibili e soprattutto buoni. Il wine resort o agriturismo fu casa di campagna e ora fa della ospitalità lenta e pensata uno dei suoi valori. Nel piccolo shop fate incetta di etichette e dell'olio qui prodotto. Accettate il consiglio.
- Tenuta di Pietra Porzia (Via di Pietra Porzia, 60). 47 gli ettari in una alternanza di aree vitate, uliveti e orti. In quei luoghi che un tempo pare ospitassero il Lago Regillo (quello di cui sopra). Se di stupore parliamo non possiamo dimenticare la sensazione estatica che deriva dal percorrere il bel cipresseto della Tenuta. Nel 1945 viene costruita, dall'architetto Luccichenti in posizione dominante sulla collina, una villa dalle linee austere e, in seguito, in un secondo corpo, sorse la foresteria. Circondate da giardini le strutture godono di un panorama magnifico. Oggi villa (dimora storica) e la foresteria sono un agriturismo con piscina e un ristorante per eventi privati e per gli ospiti. All’ingresso della tenuta la cantina per la produzione quasi esclusiva di bianchi. Nasconde appena al di là della produzione una grotta, di più di 2000 anni, che discende di 10 metri sotto il livello di calpestio, che si estende per 400 metri. Assolutamente da non perdere.
- Tenuta Santi Apostoli (Via SS. Apostoli, 20). L’autoproduzione di materie prime è il fulcro di ogni agriturismo che si rispetti, se siete credete nel biologico certificato e amate il contatto con i cicli produttivi siete nel luogo giusto. Dalla vigna vengono fuori bottiglie che puntano a valorizzare i vitigni autoctoni e il terroir in particolare Malvasia puntinata, bellone, greco e cesanese. In cucina si adoperano le materie prime dell’orto e non mancano eventi con musica live. Abbondano gli spazi aperti dove anche i più piccoli possono godere della ospitalità.
- Laboratorio Pasticceria Molinari ( Via Gioberti, 8). Nel 2019 festeggerà i 35 anni di questa attività Oreste Molinari, frascatano, pasticcere, ma anche panettiere e disegnatore di campi da golf (ma questo fino a quel 1984 in cui apriva i battenti il laboratorio). Entrate in pasticceria e respirate a pieni polmoni l’aria che sa di zucchero. Comprate biscotti o dolci da forno, addentate i suoi famosi tramezzini, fate incetta della gelatina di vino Frascati, ma non dimenticate le pupazze frascatane. Biscotti dal sapore inconfondibile -dato dall’utilizzo di olio e miele- che hanno nella forma la particolarità. La pupazza rappresenta una balia con tre seni, la leggenda vuole che durante la vendemmia accudisse i piccoli della città sfamandoli con il latte e ammansendoli con il terzo seno dal quale stillava vino.
- Forno Ceralli (Piazza Bambocci, 15). Bisogna ripercorrere la storia a ritroso e risalire fino al 1920 per trovare la data in cui la Famiglia Ceralli rilevava il forno che ancora oggi è punto di riferimento per tutta la panificazione frascatana. Rosanna di anni ne ha 92 ed è possibile trovarla in cassa e farsi raccontare di quando questo era uno degli unici forni del paese e le massaie venivano qui a cuocere le proprie leccornie. Mentre discorrete amabilmente non dimenticatevi di comperare la pizza bianca e quella rossa, per non scontentare nessuno, i taralli al vino, i tozzetti e soprattutto un bel pezzo di pane.
- La belle Epoque (Via G.D'Estouteville, 3). Dall’aperitivo al dopo cena, che abbiate le idee chiare o che brancoliate nel buio, se preferite il bancone, le poltrone o semplicemente stando in piedi questo cocktail bar farà al caso vostro. Spirits e non solo, miscelato e non solo, creativo e non solo. Manuel Boncompagni e Giorgio Colonna sapranno interpretare i vostri umori e rendere la vostra permanenza qui molto piacevole. Se avete voglia di chiacchierare e non c’è troppo viavai chiedete loro di parlarvi di vermut, infusi o distillati. La conversazione scorre amabilmente se tra le mani potete stringere un cocktail ben calibrato.
- Gelateria Greed Avidi di Gelato ( Via Cernaia, 28). Dulcis in fundo. Dario Rossi è un vero agitatore culturale. Un outsider nel contesto. Maestro gelatiere e chiacchieratore seriale, 3 coni Gambero Rosso e raccoglitore di bacche, esperto da piccolo schermo e ambasciatore del Bergamotto, Gelatiere per il Gelato dall'entusiasmo coinvolgente. Se non lo conoscere entrate dimessi e assaggiate quanto più gelato possibile. Ogni gusto ha le sue peculiarità inconfondibili. Golose e ricche le creme, setosa e scioglievole la frutta, arditi ma armonici i gelati gastronomici, goduriosa la panna. Attenzione alle materie prime maniacale e cura del cliente chiunque esso sia, non solo per me assaggiatrice compulsiva. Ah, nel caso ve lo chieda, dite che la visita è stata consigliata da Agrodolce.
- IMMAGINE
- Floriana Barone