Fave dei morti: l’origine dei biscotti di Ognissanti
Durante la festa di Ognissanti in varie regioni d’Italia si preparano le fave dei morti: scoprite questi biscotti tradizionali alla mandorla.
Ne avete sentito parlare ma sapete cosa sono le fave dei morti? Ben prima di Halloween, delle zucche e della moda horror, i nostri antenati erano soliti avere a che fare con i defunti, quelli di famiglia, che erano percepiti non tanto come esseri dai quali fuggire a gambe levate ma come un passato con cui mantenere legami stretti e di cui tenere sempre vivo il ricordo. In tutte le regioni italiane la tradizione della festa dei morti prevede la preparazione di dolcetti, quasi sempre secchi, come le fanfalucchie leccesi, il pan co’ santi senese, gli ossi dei morti in Sicilia (ma non solo), il pan dei morti in Lombardia, i papassini sardi o il torrone che si mangia a Napoli.
Cosa sono le fave dei morti
Le Fave dei Morti sono semplici biscottini di forma tonda o ovale a base di mandorla che si preparano in occasione della festa di Ognissanti in molte parti del nostro Paese. Molto probabilmente l’origine delle fave dei morti è umbra o comunque del Centro Italia. Si possono trovare nei forni e nelle pasticcerie di Umbria, Abruzzo, Marche, Lazio ma anche, con alcune varianti nella ricetta, a Trieste (mentre a Venezia le fave sono tradizionalmente con i pinoli).
Perché fave?
Nella ricetta non ci sono fave, ma hanno molto a che vedere con la festa in occasione della quale si preparano. Nell’antichità, nel Mediterraneo le fave erano il legume collegato all’aldilà e ai suoi abitanti. Nella Roma antica le fave simboleggiavano le anime dei morti e questo legume si offriva in dono alle divinità dell’Ade. Erano numerosi i rituali e le abitudini scaramantiche che prevedevano la masticazione di fave secche, o la loro cottura, o ancora una donazione sulla tomba del defunto. Il cristianesimo e la tradizione contadina non hanno dimenticato il legame tra le fave e i morti, e anche in tempi più recenti intorno al 2 novembre si potevano vedere ciotole colme di fave e altri legumi agli angoli delle strade o sui davanzali delle case. Oggi i legumi sono stati sostituiti da questi deliziosi dolcetti che ricordano un po’ gli amaretti, e che fino a qualche tempo fa si vendevano sulle bancarelle poste agli ingressi dei cimiteri.
Gli ingredienti chiave
Da una regione all’altra la ricetta delle fave dei morti può subire delle variazioni. Sicuramente tra gli ingredienti non possono mancare le mandorle (meglio se non pelate) e lo zucchero bianco, nella stessa quantità. Poi burro, uova, farina, cannella e scorza di limone. Il procedimento tradizionale vuole che mandorle e zucchero siano pestati insieme, a mano, in un mortaio, in modo da ottenere una farina molto fine che sarà poi lavorata con gli altri ingredienti fino a ottenere una sorta di frolla. In alcune versioni l’impasto prevede solo albumi; in altre ancora un mix di mandorle dolci e mandorle amare. E voi quale versione di questi dolcetti conoscete?
Come si preparano le fave dei morti?
La preparazione delle fave dei morti è un processo semplice ma richiede pazienza e precisione per ottenere biscotti friabili e ben aromatizzati. Gli ingredienti principali – mandorle, zucchero e aromi – vengono combinati per creare un impasto simile a quello della pasta frolla. Dopo aver formato piccole palline con l’impasto, queste vengono disposte su una teglia e cotte in forno fino a ottenere una superficie leggermente dorata e una consistenza croccante. Molte famiglie italiane ancora oggi mantengono viva questa tradizione, preparandole in casa per il periodo di Ognissanti e offrendo i biscotti ai parenti e amici come segno di condivisione.
Differenza tra fave dei morti e ossi di morto
Spesso confusi tra loro, i dolcetti conosciuti come “ossi dei morti” differiscono dalle fave dei morti sia nella consistenza sia nella simbologia. Gli ossi dei morti, tipici della Sicilia e di altre regioni del Sud Italia, hanno una consistenza più dura e croccante e solitamente vengono preparati con un impasto a base di farina, zucchero e albume, senza mandorle. La forma allungata richiama l’immagine delle ossa, rendendoli un simbolo più diretto del culto dei defunti, mentre le fave dei morti, con il loro ripieno di mandorle, rappresentano un legame più sottile ma altrettanto importante con la tradizione.
Fave dei morti: varianti e usi in cucina
La ricetta delle fave dei morti, sebbene tradizionale, ha ispirato negli anni numerose varianti regionali che ne modificano la consistenza e il sapore. Alcune versioni moderne propongono aggiunte come cacao, miele o aromi al liquore, mentre in altre regioni del Nord, come a Trieste, le fave vengono colorate in bianco, rosa e marrone, arricchendo ulteriormente l’aspetto di questi dolci. Sebbene siano biscotti da gustare principalmente durante la ricorrenza dei defunti, le fave dei morti si prestano anche come accompagnamento a vini dolci o liquori, rendendoli adatti anche ad altre occasioni conviviali.