19 stili di pizza nuovi e insoliti che dovresti provare
Dimenticate la diatriba tra pizza napoletana e romana: negli Stati Uniti esistono tanti stili di pizza da assaggiare, tra cui questi 19 nuovi o insoliti.
La pizza è sicuramente una delle ricette più amate. E così come in Italia è interpretata da Nord a Sud in modo diverso, così avviene nel mondo, soprattutto negli Stati Uniti. la pizza è soggetta a interpretazione, a influenze regionali e mondiali Gli immigrati italiani hanno portato qui le loro tradizioni ma si sono anche confrontati con nuovi prodotti, nuove abitudini e diverse comunità culturali. Così, con il tempo, sono nati nuovi stili di pizza. Le cucine regionali americane sono disseminate di interpretazioni diverse della nostra amata specialità. Cambiano le tecniche di cottura, gli ingredienti, l’altezza dell’impasto, la forma, il modo di servirla. Qualcuno potrà inorridire a sentire parlare di pizza con pollo e broccoli, di New York o Chicago style, ma del resto anche la nostra ricetta ha, tra gli ingredienti principali, una materia prima di origine esotica: il pomodoro, una pianta originaria del Centro e del Sud America, portata in Europa dai conquistatori spagnoli.
Le commistioni tra culture culinarie sono inevitabili e possono avere risvolti molto interessanti. Accade continuamente e sempre di più, pure con altre ricette nazionali che sono poi reinterpretate in modo curioso e originale. Pensate ai tacos messicani oppure al sushi giapponese, che il nostro chef Moreno Cedroni ha ripensato in veste tricolore e chiamato susci. Siete pronti allora scoprire 19 nuovi o insoliti stili di pizza?
- Pizza bagel: un po' come avviene in Italia con la piadizza, anche in questa ricetta ciò che cambia è la base. Dimenticate il cornicione e affondate i denti in un bagel croccante, condito con pomodoro, mozzarella e, magari, qualche fettina di salame. Chi ha avuto questa golosa idea? Due persone su due diverse coste si attribuiscono la paternità di questo piatto. Da una parte, Bruce Treitman dalla California, dall'altra Harry Katz dal Massachusetts. Tutto è avvenuto negli anni '70 e, mentre Treitman oggi è un consulente finanziario, Katz continua la sua attività al Katz Bagel Bakery di Chelsea (Ma).
- California pizza: forse la pizza bagel non è nata in California, ma la costa Occidentale è la patria di un'altra specialità che potrebbe conquistarvi con effetti speciali. La pizza californiana è di solito cotta nel forno a legna e servita a fette. Fin qui niente di strano, ma la differenza è nel topping, nel condimento. Tutto è nato negli anni '80 con le sperimentazioni degli chef Ed LaDou di Prego (San Francisco) e Alice Waters di Chez Panisse (Berkeley). L'idea era quella di trasportare la cucina californiana, un mix di tecniche italiane e francesi applicate a ingredienti locali freschissimi, su una pizza. LaDou conquistò il palato dello chef Wolfgang Puck che lo chiamò al suo primo ristorante Spago a Los Angeles e qui divenne famoso per la pizza gourmet al salmone affumicato, crème fraîche e aneto. Oggi la California pizza è un pot-pourri di ingredienti, dall'avocado alle verdure (soprattutto i broccoli e la rucola) per arrivare al pollo.
- Colorado Mountain Pie: se pensavate che la pizza californiana fosse la più ricca e saporita, non avete ancora visto e assaggiato la specialità del Colorado. Il merito è di Chip Bair, titolare del ristorante Beau Jo’s di Idaho Springs, che ha pensato a come saziare i palati di montagna. Ecco allora la specialità della casa, amatissima nello stato, è una pizza alta, con un cornicione spesso e croccante e una generosa farcitura, in grado di soddisfare anche i clienti più affamati. Una curiosità: nell'impasto si usa il miele locale al posto dello zucchero.
- Breakfast pizza: chi non ha mai fatto colazione con una pizzetta al taglio, magari di ritorno da una notte di balli sfrenati con gli amici? Negli Stati Uniti è però una vera ricetta, amatissima per il brunch. Che cosa ha di speciale? Come farcitura contiene gli ingredienti tipici della colazione anglosassone: bacon o pancetta, patate, formaggio (soprattutto cheddar) e uova strapazzate. A piacere, si può aggiungere la salsa di pomodoro, ma anche altre verdure come peperoni, funghi, spinaci. Da abbinare assolutamente con una mug di caffè americano.
- French bread pizza: una ricetta molto amata dagli studenti, un po’ come la pasta con il tonno. Per la French bread pizza basta semplicemente un pezzo di pane tipo baguette. Si taglia a metà, si tostano le due parti e si condisce con il pomodoro, la mozzarella e altre farciture a piacere. Tutto è nato negli anni ’60 quando Bob Petrillose ha iniziato a vendere questa speciale pizza agli studenti dell’università Cornell a Ithaca, nello stato di New York. Bob e la sua French bread pizza sono diventati un’istituzione nel campus.
- Detroit style: a Detroit, nel Michigan, la pizza è particolare fin dalla forma: non tonda ma rettangolare. I primi a usare queste teglie industriali sono stati quelli della Buddy’s Pizza nel lontano 1946. Non solo. Col tempo è comparso un altro cambiamento: al posto della mozzarella, oggi si usa uno speciale formaggio del Wisconsin, stato americano famoso per i suoi prodotti caseari. Si chiama brick cheese, mattone di formaggio per la sua forma tozza.
- Greek pizza: gli Stati Uniti sono da sempre stati luoghi di commistione tra culture diverse. E cosa succede quando comunità con una forte identità culinaria si incontrano con altre ricette? Le interpretano: soprattutto nel New England e nel Midwest, dove è forte l’influenza degli immigrati provenienti dalla Grecia, si può gustare la pizza greca. È cotta in teglie, ma si tratta di contenitori meno profondi rispetto ad altri stili, come ad esempio la pizza di Chicago. L’impasto è morbido all’interno ma croccante all’esterno. Si aggiunge il pomodoro, la mozzarella e altri condimenti dal sapore mediterraneo. Non vi stupite allora se vi proporranno la pizza con sopra la tipica carne di maiale (gyro) oppure cipolle, olive e feta.
- Indian pizza: e se la cucina greca non vi convince potete provare la cucina indiana, anche sulla pizza. Dalvinder Multani, titolare del ristorante Zante a San Francisco, proponeva in menu sia ricette indiane che la famosa specialità italiana. Sono stati i clienti allora a proporre di mettere insieme le due tradizioni. La pizza è così farcita con mozzarella ma anche con saag paneer (verdure saltate e speziate), il pollo tandoori, aloo gobi (cavolfiori e patate): un'esperienza davvero fusion.
- New Haven pizza: è una delle specialità regionali americane più amate. Tutto è nato a New Haven, in Connecticut, dove a inizio '900 era presente una importante comunità italiana. Con il tempo però la ricetta ha iniziato a perdere i suoi connotati originali per contaminarsi con gli ingredienti locali, come le vongole. I condimenti sono aggiunti in modo sparso come un quadro di action painting. Altra caratteristica è la crosta quasi carbonizzata perché la cottura nel forno a legna è fatta a temperature molto alte.
- Grilled pizza: gli Stati Uniti sono il regno del barbecue. E vuoi non provare a grigliare pure la pizza? È successo a Providence, in Rhode Island. I proprietari di Al Forno volevano ricreare il sapore magico della pizza cotta a legna senza avere un forno di questo tipo. Provando e riprovando hanno capito che quei sentori affumicati che il fuoco dava alla crosta potevano essere riprodotti con la griglia.
- Ohio Valley pizza: l'idea di questa variante viene da lontano nel tempo e nello spazio. Di ritorno dalla seconda guerra mondiale combattuta in Italia, il figlio del titolare di una panetteria in Ohio racconta al padre della bontà delle pizze mangiate nel Bel Paese. Da qui è nata questa interpretazione che è perfettamente in linea con le tendenze moderne: il contrasto tra freddo e caldo. La mozzarella e le fettine di salame sono infatti aggiunte alla fine, quando la pizza è ancora calda. Parte del formaggio si scioglie con il calore ma parte no: un effetto strano e sicuramente diverso, sia al palato che a livello estetico.
- Old Forge pizza: prende il nome da una cittadina in Pennsylvania famosa per questo stile. È una pizza dalla forma rettangolare, cotta in teglia, alta ma non quanto quella di Chicago, croccante ai bordi e morbida al centro. Ne esistono di due tipi, la rossa e la bianca. La rossa è condita con una salsa al pomodoro dolce, cubetti di cipolla e formaggio (mozzarella, cheddar oppure l'American cheese, sempre a base di cheddar). La bianca non prevede salsa ma strati e strati di formaggio. A volte sono aggiunte erbe aromatiche, broccoli o spinaci. Sembra che il ristorante Ghigiarelli’s sia stato il primo a servire questa specialità ai minatori che, finito il turno di lavoro, si rifocillavano con qualcosa da mangiare e una birra prima di tornare a casa.
- Quad Cities pizza: c'è qualcuno che taglia la pizza a strisce. Succede nella zona tra l'Illinois e l'Iowa chiamata Quad Cities. Non solo: il cornicione ha un sapore caratteristico che ricorda la nocciola grazie alla presenza del malto nell'impasto. La salsa di pomodoro è piccante e la farcitura è posizionata sotto un ricco strato di formaggio.
- St. Louis pizza: in questa cittadina del Missouri si prepara una pizza considerata la più strana degli Stati Uniti. Perché? Tutta colpa (o merito) dell'impasto che non contiene lievito ed è quindi sottilissimo, quasi come un cracker. Altra caratteristica è che non si usa la mozzarella ma il Provel, un formaggio nato dalla fusione di Cheddar bianco, provolone e formaggio svizzero. E, per finire, tanto tantissimo origano, in quantità decisamente maggiore rispetto al resto del Paese.
- Tavern pizza: anche a Chicago, e più in generale nel Midwest, c'è chi propone la pizza sottile. Non è la consistenza cracker di St. Louis, ma di una specialità un po' più alta, dalla forma rotonda ma tagliata in quadrotti. Questa ricetta nasce da una necessità: negli anni '40 e '50, finita l'era del Proibizionismo, ricominciarono ad aprire i bar e molti di questi erano gestiti da italiani che volevano inserire la pizza nei loro menu. Lo spazio però era limitato così come il tempo e si passò allora a un impasto più sottile, in grado di cuocere perfettamente in forni a gas con temperature più basse.
- Stunt o Stuffed Crust pizza: sì, è un delitto scartare il cornicione della pizza ma qualcuno lo fa. Forse perché non conosce questa ricetta americana dove persino il bordo è ripieno di filante mozzarella o altri ingredienti. Sembra che a creare questa golosità sia stata la catena Pizza Hut nel 1995. Visto il successo in tanti hanno rivendicato la paternità dell'opera, tra cui il pizzaiolo di Brooklyn Anthony Mongiello che però ha perso la causa contro il colosso della pizza.
- Tomato Pie: a Philadelphia esiste uno stile di pizza davvero particolare, soprattutto dopo aver parlato di specialità ben ricche e farcite. Qui, infatti, dove a inizio '900 si è insediata un'importante comunità di immigrati italiani, è nata una ricetta dove non c'è mozzarella e non ci sono formaggi ma l'ingrediente principe è la salsa di pomodoro. L'impasto è abbastanza spesso e morbido. La tomato pie è servita tiepida in pezzetti a forma quadrangolare. Ricorda la pizza o la focaccia rossa che in Italia si può trovare in molte panetterie: negli Stati Uniti però è strano vedere qualcosa di poco farcito e quindi questa specialità merita di diventare un vero e proprio stile regionale.
- Sushi pizza: a onor del vero, per parlare di questo particolare stile dobbiamo sconfinare verso il Canada. Sembra che a Montreal un sushi chef abbia avuto questa sfiziosa intuizione negli anni '90. Oggi però è facile trovare questa ricetta anche in tutto il Nord-Est degli Stati Uniti. In che cosa consiste? Dimenticate lievitazioni lente, cornicione, salsa di pomodoro, e trasportate gli ingredienti del sushi in un nuovo mondo. Il riso è steso come l'impasto della pizza e viene condito con pesce crudo, avocado, maionese, wasabi, salsa teriyaki, uova di pesce, ecc. Alcuni riproducono la crosta arrotolando il bordo di riso con l'alga nori.
- Japanese pizza: facciamo un ultimo viaggio, questa volta in Giappone. Se in Italia qualcuno ha reinterpretato il piatto tipico locale, non dobbiamo stupirci se in territorio nipponico qualcuno ha dato un nuovo volto alle nostre ricette. L'okonomiyaki è da molti chiamato pizza giapponese, ma esiste ben altro da assaggiare. Ci sono infatti chef e pizzaioli che, magari, hanno studiato in Italia e poi sono tornati in patria e hanno iniziato usare ingredienti locali, dalla farina al pesce. I più innovativi hanno mantenuto l'impasto e la cottura nel forno a legna ma hanno sostituito il pomodoro e la mozzarella con maionese, sashimi di tonno e un pizzico di wasabi.
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