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Casale Rufini, Gallicano nel Lazio

Casale Rufini a Gallicano nel Lazio è il ristorante pizzeria di Marco Rufini, il cui menu si rifà alle tradizioni del territorio.

consigliato da
  • Tel: 06 95469591
  • lunedì
  • entro i 30€
di Pamela Panebianco 8 Marzo 2019

Se non frequentate assiduamente la provincia romana, probabilmente Gallicano nel Lazio vi risulterà una meta quasi esotica. Se abitate nella zona a Est di Roma, potrete invece raggiungerlo con più facilità che attraversare la Capitale. Il Casale è rustico e accogliente, nella stagione fredda potrete accomodarvi nelle ampie sale interne (dotate di un grande camino), in estate nel dehors. Il menu è schietto e privo di arzigogoli. Ristorante tradizionale con braceria e pizze di altissima qualità per questo Casale a due passi da Gallicano La bipartizione della carta non vi spaventi: Marco è cuoco e pizzaiolo, nella sua cucina tutto ruota intorno alla ricerca della materia prima nella sua giusta stagione. Iniziate quindi con gli antipasti all’italiana e proseguite con proposte di pasta che si rifanno alle tradizioni di questo contado (ragù, ravioli e amatriciana). L’esecuzione di piatti gustosi e corroboranti è frutto della cura quotidiana di chi conosce la materia prima e ne frutta a pieno le potenzialità. Continuate poi con la carne alla brace: costata, entrecote o arrosticini e qualche antipasto. Se invece aveste voglia di pizza, avrete quel che desiderate. Iniziate dunque con gli immancabili fritti, ma urge fare una dovuta premessa: le porzioni sono davvero importanti. Non fate i timidi e dividete con gli altri commensali se volete arrivare sani e salvi al dolce, quindi ordinate: supplì, mozzarella in carrozza o filetto di baccalà. La pizza è italiana, leggera ma croccante, dal sapore deciso che ben bilancia quello decisamente marcato delle farciture. In carta pizze tradizionali: nella Sempliciotta si abbina il fior di latte di Agerola con il cotto artigianale; la Morbida è una quattro formaggi equilibrata con gorgonzola, taleggio e provola. Sul fronte abbinamenti diventati iconici: cicoria bio, pancetta di Amatrice e cacio ricotta danno vita alla Mo te stai a allargà, la E che te lo dico a fà ha fiordilatte, valeriana, crudo amatriciano e grana padano. Molto amata la M’poi capì che è una pizza doppia al cui interno abbondano mortadella, mozzarella di bufala e la crema di pistacchio. Se siete in ballo per l’immortalità, lo chef propone dolci tradizionali ben eseguiti. La carta delle birre predilige il territorio, così come quella dei vini. Il conto è leggero.