13 MERENDINE degli anni 80 che non esistono più
Esistono cibi che ci sono rimasti nel cuore anche dopo la loro scomparsa dal commercio, come queste merendine anni 80 che vorremmo veder tornare sugli scaffali.
Ve li ricordate gli anni 80? Tozzi e paninari seduti sui muretti, le prime paninoteche, infinite paia di Timberland e migliaia giubbotti Moncler. E poi loro: le terribili merendine industriali che ci piacevano tanto. Ripensandoci oggi, a livello nutrizionale, certi cibi confezionati degli anni 80 farebbero impallidire gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma per chi è cresciuto a colpi di Bim Bum Bam e canzoni di Cristina D’Avena, sono ancora oggi motivo di sospiri e languorini. Molti di quei prodotti sono fuori commercio, quindi, se volete, fate un salto nel passato con noi attraverso le 13 merendine degli anni Ottanta che non esistono più (e che vorremmo indietro).
Soldino
Erano gli anni in cui, insieme con le merendine, potevi collezionare gomme a forma di pacchetti di merendine e altri giochini vari. Ne andavamo pazzi. Il re del carrello della spesa delle mamme del tempo era il Soldino. Un morbido pan di Spagna con crema di cioccolato, il tutto ricoperto da uno strato di cioccolato al latte croccante. E sopra, l’immancabile soldino di cioccolato fondente da sgranocchiare. Il Soldino degli anni Ottanta era quadrato: negli anni successivi, prima della scomparsa, tentarono la strada del rettangolo, ma senza successo.
Billy
Era aranciata, è vero, ma aveva qualcosa in più. Era frizzante e aveva un packaging allegro: la faccia dell’arancia che sorseggiava il suo stesso succo era a metà tra l’inquietante e l’esilarante. Inoltre, nella foga dell’accumulo compulsivo, si bevevano litri e litri di Billy solo per raccogliere i punti e farsi spedire la cintura porta-succo a casa. Per i più temerari, la degna conclusione della merenda era soffiare dentro il contenitore e farlo scoppiare.
One-o-One
Negli anni 80 esplodeva la Coca-Cola. La rivalità con la Pepsi era alle stelle. L’Italia lanciò la sua sfida al mercato delle bevande gassate con la One-o-One San Pellegrino. Dopo un piccolo successo alla fine degli anni Ottanta, fu messa fuori produzione, con tanto di lunga battaglia legale contro la Coca-Cola per concorrenza sleale.
Pat Bon Findus
La nota marca di surgelati lanciò sul mercato un prodotto pensato su misura per i bambini: buono e divertente. C’erano le Pat Bon ABC, a forma di lettere dell’alfabeto per comporre parole nel piatto, e le Pat Bon Ketchips, patatine ripiene di ketchup. Praticamente un sogno. Oggi sono fuori commercio: resistono ancora le versioni Classiche e Caserecce.
Camillino
Camillino era “il gelato nascosto in uno snack ai cereali“. Faceva perdere la testa a chiunque lo mangiasse. Prodotto negli anni Ottanta, inizialmente era composto da uno strato di gelato alla crema, racchiuso in due biscotti rettangolari al cacao. Negli anni Novanta la formula cambiò e il gelato alla vaniglia con cereali fu racchiuso da uno strato di cacao magro.
Urrà
Negli anni Ottanta la Saiwa lanciò sul mercato uno degli snack più goduriosi di sempre: Urrà. C’era un biscotto wafer ricoperto di cioccolato, con cinque strati di cialda e della crema all’interno. Lo spot era sensazionale: un occhialuto Mister Banana continuava a ripetere “Io non ho mai provato Urrà!”
Tortorelle
A proposito di biscotti dimenticati, com’è possibile dimenticare le Tortorelle, biscotti al burro ricoperti di uccellini di glassa. “Al mattino la dolcezza e la delicatezza hanno messo le ali“, recitava il lancio pubblicitario. Ma ciò che molti non sanno è che, oltre a essere ormai fuori produzione, le Tortorelle sono state anche le antenate dei Pan di Stelle. Le tortorelle bianche si sono trasformate in piccole stelle di glassa, applicate sul biscotto al cioccolato.
Uao Saiwa
C’era Snoopy su questi biscotti, che avevano una missione precisa: insegnare l’inglese ai bambini. In qualche modo volevano cavalcare il successo del Cucciolone e delle sue barzellette. Di per sé l’idea di formare i bambini attraverso dei biscotti era geniale, ma il fatto che i Uao Saiwa siano oggi fuori commercio la dice lunga anche sul livello d’inglese degli adulti di oggi.
Trio Nestlè
Ok, non erano certamente la scelta nutrizionale più adatta a dei bambini. Ma negli anni Ottanta il dilagare degli zuccheri non preoccupava così tanto i genitori. Ecco quindi che le coppe da colazione dei bambini, sulla scia del dilagare dei film americani, si riempivano dei cereali al caramello, miele e vaniglia, noti col nome Trio Nestlè. Un toccasana per il portafogli dei dentisti, che dovevano rimediare alle carie. Sulla confezione, gli indimenticabili Qui, Quo e Qua.
Formaggio Dover
Sul versante salato gli anni Ottanta furono anche quelli dell’esplosione dei formaggi spalmabili Kraft. Negli anni Novanta la mitica Kaori e il suo Philadelphia ci avrebbero ossessionato. Ma prima furono gli anni del formaggio Dover, contenuto in un barattolo di vetro: esattamente come accadeva per i bicchieri decorati di Nutella, la missione era finire il Dover e riconsegnare il barattolo pulito alla mamma, che avrebbe provveduto a riempirlo di salsa di pomodoro o, meglio, marmellata.
Pavesi Frollis
Due genitori sono svegliati dal folle ritmo di un twist in cucina: loro figlio sta ballando come un pazzo perché sta per fare colazione con i Pavesi Frollis, il biscotto che rotola in tazza. Si trattava di una soluzione di compromesso fra i cereali, sempre più di moda, e i classici biscotti, sintetizzati in sfere di pasta frolla al cioccolato.
Biricche
Crema alla nocciola bianca e cioccolato bianco, unita a crema con alla nocciola scura e cioccolato fondente, per un mix elegante e goloso: nascevano così le Biricche, crostatine che non lasciavano scelta agli indecisi fra cioccolato fondente e crema bianca. Sulla sommità della crostatina c’era una nocciola: la prima cosa da fare una volta scartato l’involucro era proprio staccarla e mangiarla! Un po’ come succedeva con il soldino di cioccolato…
Merenda più
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Antenata della Kinder Fetta al Latte, questa merenda prodotta dalla motta era fatta da due fette di pan di Spagna al cacao, con nel mezzo uno strato di gelato al latte. Magari lo snack non vi è rimasto proprio impresso, ma siamo sicuri che il rap dei bambini che per merenda volevano “molto di più” siete in grado di cantarlo ancora.
Bonus – Il caso Tartì/Spuntì
Gli anni Ottanta furono anche il tempo in cui nacque il fuori pasto. Negli aperitivi si costruivano eserciti di tartine e, per decorarle in modo veloce e poterle preparare anche a casa, si faceva ricorso a preparati pensati ad hoc per l’occasione. Star lanciò Tartì, una crema spalmabile al tonno di prima scelta o al salmone affumicato o al prosciutto cotto. “Spalma la noia con Tartì“, diceva la pubblicità in onda sulla Rai. Di sicuro non si sono annoiati i legali dell’azienda, che dovettero vedersela con l’agguerrita USA General Food, proprietaria del marchio Simmenthal, autrice del celeberrimo Spuntì. Fu così che Tartì fu mandato in soffitta, facendo largo alla crema spalmabile americana, che oggi gode di ottima salute commerciale ed è disponibile – udite udite – anche al gusto di tonno e zenzero.
Se siamo sopravvissuti noi…
Di questi tempi si fa un gran parlare di educazione alimentare, mangiare sano e sostenibile, evitare l’eccesso di zuccheri, rispettare diete ipocaloriche durante tutta la durata della propria esistenza. Per questo forse, più che mai, sentiamo un po’ la mancanza di queste merendine anni 80. E sì, lo sappiamo, non sono il massimo per la salute, ma sono memoria di un periodo più spensierato, dove il mangiare sottostava a meno dogmi ed era in qualche modo legato ad un momento di gioia e divertimento. Chissà se, in piccola parte, non fosse la direzione giusta.
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