Le guide di Agrodolce: dove mangiare a NoLo a Milano
NoLo a Milano è ormai un quartiere da vivere per tutti gli abitanti della città: se volete sapere dove mangiare e bere bene in zona, leggete questa guida.
NoLo, con la N e la L maiuscole, è un quartiere di Milano. La sigla sta per North of Loreto, e il quartiere comprende infatti le strade a nord di piazzale Loreto, da via Palmanova ai binari della ferrovia, con gli anni nolo è diventato un quartiere da vivere per tutti passando per via Padova, viale Monza, viale Brianza. Quando il nome NoLo ha cominciato a essere usato, pochi anni fa, sembrava quasi uno scherzo: Milano è sì una città internazionale, ma un quartiere con un nome in inglese che ricalcava il modello di SoHo (South of Houston) a Manhattan sembrava eccessivo anche per lei. Da allora sono passati forse 5 anni, e NoLo è diventata una faccenda terribilmente seria. Il nome è stato incluso ufficialmente nella mappa dei quartieri redatta dal comune di Milano, in primavera il Fuorisalone è ormai un ospite stabile, mostre ed eventi non sono più una novità. Soprattutto, la zona ha visto aprire decine di nuovi ristoranti e locali. NoLo è diventato un quartiere da vivere per tutti gli abitanti di Milano. Ma se non ci siete mai stati, per non perdere l’orientamento potreste aver bisogno di una guida.
- Hug, in via Venini 83, è una tipica creatura di NoLo, un vecchio immobile industriale che si trasforma in ritrovo di creativi e smart-worker. È infatti uno spazio di coworking, un bike hostel e un bistrot: l’ambiente e le proposte sono internazionali, adatti a una colazione con cappuccino e brioche quanto a un pranzo vegano. Si serve anche l’aperitivo, a volte con specialità dalle regioni italiane.
- Caffineria, in piazza Morbegno 2, combina invece in modo insolito due delle più amate specialità italiane: il caffè e il vino. In quanto caffetteria, le fondatrici Giulia, Martina e Carolina propongono espresso e cappuccino, caffè americano, brioche e pancake; mentre il menu della vineria comprende bianchi e rossi italiani e tapas nostrane, dalle bruschette ai cantucci.
- Decisamente più esotiche le proposte di Kungfu Bao, in viale Monza 37: come suggerisce l’insegna, al bancone in acciaio si servono soprattutto i bao, panini al vapore di origine cinese, con una varietà di ripieni diversi, dal manzo, alla verza, alla variante dolce con crema.
- Orientali sono anche le specialità di Mò: il locale dall’arredamento essenziale ma elegante, in viale Monza 4, propone infatti cucina thailandese con tendenze fusion, che portano a trovare in carta il pad thai con i gamberi come il poke, il finger sushi come il salmone teriyaki.
- Ampia e in genere ricolma di oggetti e ospiti è la Toasteria Mi Casa, in piazzale Governo Provvisorio 5. È stata la prima toasteria di Milano, conosciuta e apprezzata anche prima della diffusione del termine NoLo: i toast qui si servono al tavolo, tagliati in comodi triangoli e farciti in modo classico o originale, con crema allo zafferano, robiola al basilico o tartare di salmone.
- Crespi 14 (in via Crespi 14) è invece una nuova apertura; o meglio, una nuova interpretazione di quella che era una trattoria amata nel quartiere. Grandi vetrate sulla strada, un bancone in legno, tavoli e sedie che richiamano il design degli anni Sessanta; e anche il menu gioca con piatti tradizionali, come il diaframma di cavallo, la trippa alla milanese, la cotoletta alta con osso e il risotto.
- Un’osteria autentica e tradizionale è invece Da Abele, in via Temperanza 5. La trattoria è in attività dal 1979: dell’epoca conserva il bancone, i colori, i tavoli in legno e le sedie impagliate, oltre all’atmosfera. La specialità della casa sono i risotti, disponibili in un’abbondante selezione di varietà.
- Anche il Tempio d’Oro è un locale storico: dal 1982, nelle diverse salette che compongono il ristorante in via delle Leghe 23, si mescolano sapori provenienti da tutto il mondo (dal pollo al curry alla melokhia tunisina) e ambizioni culturali, grazie ai tanti eventi qui organizzati. Sui tavoli del Tempio d’Oro sono nate le idee alla base di Emergency e di tante rubriche di Radio Popolare; oggi si può partecipare alle lezioni di tango, alle presentazioni di libri o musicali, agli aperitivi vegani o dedicati al poliamore.
- Un’altra trattoria contemporanea è Mezzè, in via Varanini 9. I sapori nei piatti guardano al sud Italia, con pane carasau, fregola sarda, macco di fave e cicoria; l’ambiente è lineare e di design. La particolarità è che di ogni piatto, come suggerito dall’insegna, si può ordinare la mezza porzione, così da poter assaggiare di più evitando gli sprechi.
- Per chi cerca la cucina creativa, l’indirizzo da non dimenticare a NoLo è quello di Manna, in piazzale Governo Provvisorio 6. Lo chef è il cuoco motociclista (e vincitore di TopChef Italia) Matteo Fronduti: nelle due sale, semplici e pulite, con pochi coperti, propone creazioni come Che Coraggio (con fegato di vitello, rafano, marsala e cioccolato bianco) e il Ma perché!? (gnudi di ricotta e pecorino, zuppa di piselli, menta e tè tencha). Disponibile anche il menu degustazione, per chi desidera una panoramica completa.
- Si ritorna in viale Monza 4 per cenare alle Le Nove Scodelle, ristorante cinese contemporaneo dalla carta particolarmente corta: appena nove piatti (variati periodicamente), serviti in grosse scodelle per poter essere condivisi con tutto il tavolo. Le proposte guardano per lo più alla tradizione gastronomica del Sichuan.
- Wang Jiao, in via Padova 3, si rifà invece alla cucina di Hong Kong: la specialità più richiesta è la piccantissima scodella di fuoco, con germogli di soia, porri, peperoncini e carne o pesce a scelta, servita su un fornelletto per mantenerla calda. Per chi preferisce sapori più delicati, il menu comprende anche piatti meno impegnativi: tagliatelle fresche, melanzane con carne, spiedini di pesce.
- La colorata Gelateria Etnica (viale Monza 22) è indicata per una pausa veloce, dolce e comunque insolita: rispecchiando lo spirito multiculturale di NoLo, le vaschette affiancano infatti i gusti classici a proposte come il gelato all’ube (patate viola), al goji, all’avocado o al mais dolce.
- Infine, se dopo il giro turistico per NoLo si è fatto tardi, è d’obbligo una sosta al Ghe Pensi Mi, in piazza Morbegno 2. Il locale è specializzato in birre artigianali alla spina. Soprattutto, il Ghe Pensi Mi è forse una delle manifestazioni più vivaci dello spirito di NoLo: ci sono le pareti ricoperte di versi di Enzo Jannacci, ci sono gli spettacoli musicali o di stand-up comedy nella sala sul retro, ci sono i tanti clienti – più o meno giovani – che invadono la piazzetta antistante riappropriandosi dello spazio urbano.
- Una colazione di qualità o un aperitivo con incontro con l’enologo sono solo due dei punti di forza di Tipografia Alimentare (via Dolomiti, 3). Definitosi bistrot e food hub, TipA non è un ristorante (qui non si cena), ma se ci passate a pranzo il menu in continua evoluzione vi conquisterà. Imperdibile la pizza di patate della zia Pussi, quasi un signature dish. E con la bella stagione un giro lungo il Naviglio Martesana a due passi è d’obbligo.
- Aperto solo 10 anni fa, Trattoria Mirta (piazza S. Materno, 12) fa parte del tessuto del quartiere come se ci fosse da sempre. Trattoria slow – con pane, pasta e dolci fatti in casa – Mirta possiede una bella sala luminosa e un menu rigorosamente stagionale. Al weekend il locale è chiuso, tenetene conto.