Tutte le prese in giro di Chef’s Table
• 2 Settembre 2019 15:15
Sul web girano divertenti parodie dedicate a Chef’s Table, la famosa serie di documentari food di Netflix: Jeff’s Table, Gods of Food, scopriamole tutte.
Chef’s table, la serie Netflix di documentari dedicati agli chef e ai maestri del gusto di tutto il mondo, creata da David Gelb, è uno dei programmi televisivi culinari più amati a livello internazionale. Sei stagioni, 14 nomination e un riconoscimento dall’International Documentary Association. In attesa dei prossimi Emmy Awards, gli oscar americani della televisione, il 15 settembre, per i quali Chef’s Table è candidato al premio come migliore documentario, scopriamo le parodie più divertenti che circolano sul web.
- Gods of Food: Chef’s Table non ha come protagoniste le ricette, ma chi le crea, le proprie passioni, storie e dolori. La narrazione di questi personaggi attraverso le parole e, soprattutto le immagini, ricorda quella degli eroi greci e dei romanzi di formazione: dopo il superamento di vari ostacoli, gli chef riescono a raggiungere l’Olimpo della ristorazione. Su questo aspetto gioca la parodia Gods of Food, gli dei del cibo, una serie tv della piattaforma CollegeHumor andata in onda a partire dall’8 agosto sul proprio servizio streaming Dropout. Sei episodi, ognuno incentrato sulla figura di uno chef, interpretato da attori e comici. Il creatore, Rekha Shankar, ha sottolineato che adora guardare questi tipo di show televisivi, pieni di passione ma anche di personalità e idee bizzarre. Ha promesso cibo meraviglioso ma anche la presa in giro di alcune tendenze culinarie presenti in questi programmi e, aggiungiamo, non solo. Non mancano intermezzi ironici di veri esperti del settore, come i ristoratori Hugh Acheson, Jet Tila e Richard Blais e la giornalista Alison Roman.
- Jeff’s Table: una delle prime parodie, realizzate dal blog Foodbeast e caricate su youtube, nel 2016, qualche mese dopo l’uscita della seconda stagione di Chef’s Table. Stesso uso della musica classica, dei primi piani e di una voce narrante (Jeff) profonda e suadente… anche quando si tratta semplicemente di creare un panino di burro d’arachidi e marmellata, come avviene nella prima puntata. “Nelle scuole di cucina non ti insegnano a preparare questo sandwich – commenta alla fine della creazione – è, in qualche modo, questo mi rende il miglior chef del mondo“. Sette brevi puntate che mostrano il tavolo di quello che il magazine Fine Dining Lovers ha definito scherzosamente “l’anti-eroe culinario della quotidianità“, quello che ama i waffle surgelati e che mangia una ciotola di latte e cereali multicolor a colazione (definito il “gazpacho dei bambini”).
- Portlandia: questa duratura serie televisiva comica (dal 2011) ambientata a Portland, in Oregon, negli Stati Uniti, non poteva non dedicare almeno uno sketch ispirato a Chef’s Table. Il cuoco, interpretato da Fred Armisen (forse l’avete visto già nel film Il dittatore), scopre il sushi all’aeroporto di Denver e, tornato a Portland, decide di aprire il ristorante Kuko dove offrire sushi che faccia venire il dubbio ai clienti che, in realtà, stiano mangiando plastica. “Voglio che sia il sushi unificatore, che chiunque può mangiare ma nessuno vuole mangiare”, spiega lo “chef” nella puntata.
- Stoner Chef’s Table: anche il gruppo comico di San Francisco Naptime sul suo canale youtube si è cimentato in una presa in giro. Patatine disposte nel piatto con le pinze, corn flakes colorati pestati al mortaio, la chef che cucina con la felpona e si spara la panna montata in bocca direttamente dalla bomboletta… una di noi! Il commento sotto il video parla chiaro: “Chef Dawn sta portando la voglia improvvisa di uno spuntino su un nuovo livello“.
- The Crying Chef: altro gruppo comico californiano, questa volta di Los Angeles, i Flambé Comedy. Nel loro video su youtube prendono in giro un aspetto diverso di Chef’s Table. Non i gesti, la musica, i primi piani… ma l’esaltazione dell’esperienza emotiva del protagonista. Chi non è rimasto toccato dall’episodio dedicato a Grant Achatz o a Gaggan Anand, per esempio? Ecco che allora protagonista di questa parodia è la chef piangente, una ragazza che piange tutto il tempo e, come dice uno dei finti critici, intervistati, è brava a eseguire le istruzioni riportate sulle confezioni. “Il segreto sono le sue lacrime“, sottolinea la sorella. Lacrime che fa invecchiare in barattoli di vetro opportunamente catalogati. Le aggiunge alle sue preparazioni e le trasforma così in piatti gourmet indimenticabili.
- McCallie’s Table: simpatica e delicata è l’interpretazione degli studenti della McCallie School in Tennessee, un istituto privato maschile con studenti da diverse parti del mondo. In poco più di due minuti tre ragazzi, vestiti da cuochi, mostrano ironicamente la loro passione per la cucina, impiattando hot dog, crocchette di pollo, grissini, insalatine, latte e biscotti, con immagini molto professionali e nomi mirabolanti e suggestivi. Potete vedere il video su youtube. Chissà se da grandi vorranno davvero lavorare in cucina o sul set di una commedia?