Cosa succede quando smetti di essere vegano?
Interrompere una dieta vegana e reintrodurre la carne nella propria alimentazione, porta delle conseguenze: vi raccontiamo quali sono e come rimediare.
Attorno alla tavola costruiamo la nostra identità. Viviamo ricordando i sapori di quando eravamo piccoli e cresciamo tentando di ritrovarli o decidendo di allontanarcene per motivi che possono essere etici, legati alla salute o semplicemente perché un certo sapore non ci è mai piaciuto e continua a non piacerci. In un mondo che di libero ha ben poco, scegliere cosa o cosa non mangiare è una delle poche autonomie che ci sono rimaste. cosa succede al corpo quando si interrompe la dieta vegana Essere vegani o vegetariani ormai non è più considerata una moda, un capriccio; le motivazioni che portano alcune persone a non consumare più carne e prodotti di derivazione animale, ha assunto nel tempo lo status di scelta ragionata e consapevole. L’ecosostenibilità, l’impatto ambientale delle nostre abitudini alimentari e la possibilità di uno status psico-fisico migliore, coinvolge oggi più del 3% della popolazione nazionale. Liquidare questo fenomeno come appunto una moda, sarebbe miope e superficiale. Come tutte le scelte però, va tenuto in considerazione, e rispettato, anche il ripensamento, e tante sono le persone che, dopo anni di dieta a base di prodotti vegetali, decide di ritornare ad assumere proteine animali.
Conseguenze fisiche
A livello fisico non ci sono prove che questo ritorno alla carne abbia conseguenze negative se non, almeno nella fase iniziale, quello di una digestione più faticosa e lenta che però si osserva tornare regolare dopo poco tempo. Possono accadere episodi d’ipersensibilità alla reintroduzione di certi alimenti a causa del sistema di assimilazione che, nel corso degli anni di dieta vegana, si è modificato ma, anche in questo caso, dopo un po’ di tempo i sintomi scompaiono.
Conseguenze psicologiche
Da un punto di vista psicologico, invece, le variazioni alimentari di questo tipo possono creare dei disturbi quali ansia, stress, senso di colpa e irritabilità che, in individui particolarmente sensibili, possono essere psicosomatizzati e portare a mal di testa, gonfiori, pesantezza e disturbi gastrici. Anche in questi casi, però, va sottolineato, che i sintomi sono sempre di breve durata. Un discorso a parte va fatto per chi ha un’allergia conclamata alla carne che, sebbene estremamente rara, può portare a choc anafilattici e difficoltà respiratorie. Nel caso si avessero dubbi al riguardo, i normali test allergici rimangono il sistema più sicuro per avere una diagnosi certa.
Conclusioni
Quando si smette di essere vegani, dunque, non si deve avere paura di conseguenze fisiche irreversibili. Il nostro corpo ha un potere di adattamento straordinario che però deve andare di pari passo al rispetto del nostro sentire. Una scelta ragionata, personale e consapevole di cosa mangiare o non mangiare, non va demonizzata in nessun caso. La cura verso noi stessi parte dal piatto che abbiamo davanti, cosa decidere di metterci sopra deve rispecchiare i nostri bisogni che, noi che possiamo scegliere, siamo tenuti a valorizzare sempre.