Non solo Arabica: 5 specie di caffè da conoscere
• Pubblicato 3 Febbraio 2020 Aggiornato 18 Ottobre 2021 11:43
Oltre alla famosa Arabica, ci sono molte altre specie di caffè da conoscere.
La Coffea è un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Rubiaceae, della classe dei dicotiledoni. Il genere della Coffea comprende tantissime specie, tra cui l’Arabica è solo la più conosciuta. Attualmente sono state identificate infatti ben 129 specie di Coffea. Le specie di maggior interesse economico sono solo 2, Arabica e Canephora, ma ce ne sono altre che vale la pena considerare.
- Arabica è l’unica specie della Coffea con 44 cromosomi, anziché 22. Questo si traduce in una superiorità organolettica su tutti i livelli. Migliore bouquet e complessità aromatica e meno caffeina rispetto all’altra specie più utilizzata. Il caffè 100% Arabica è delicato, spesso fruttato, moderatamente amaro e con una punta di acidità gradevole. La crema dell’espresso è sottile, c’è molta meno “schiuma” nella tazzina dei caffè che contengono solo Arabica, ma è più fine, a trama più fitta. Il chicco è stretto e allungato, con il solco longitudinale che crea una piega sinuosa.
- Canephora, detta anche Robusta, condivide con le altre specie di Coffea il numero di cromosomi, cioè 22. Ha meno oli rispetto all’Arabica (solo 10-12% del chicco contro il 15-17% dell’Arabica). L’espresso preparato con un’alta percentuale di Canephora è il tipico espresso da bar: corpo denso, amaro sostenuto e botta di caffeina (fino a 4 volte tanto rispetto all’Arabica). Molto spesso può avere un retrogusto legnoso e di plastica bruciata. La schiuma è densa e color nocciola, ed è una delle cose alle quali tanti italiani non riescono a rinunciare. Cresce ad altitudini inferiori rispetto all’Arabica, quindi è più facile da coltivare, da raccogliere ed è anche più produttiva. Questi fattori influiscono sul suo prezzo, che è minore rispetto all’Arabica. Il chicco è piccolo, tondo e con un taglio dritto nel mezzo.
- Liberica Arabica e Robusta rappresentano quasi tutto il consumo mondiale di caffè. Quel “quasi” crea un minuscolo spazio d’azione per la Liberica. Il nome richiama la Liberia, il suo paese di origine, e costituisce circa il 2% del caffè prodotto nel mondo. È consumata spesso in forma liofilizzata in alcuni Paesi dell’Asia e del Sud America, ma soprattutto nelle Filippine (che ne è un grande produttore) in Malesia e in Indonesia. Ha un sapore simile alla Canephora ma è più forte e ha dei sentori di affumicato che tendono a essere sgradevoli. I chicchi sono più grandi di quelli di Arabica o Robusta e impiegano molto tempo, circa un anno, per arrivare a maturazione.
- Excelsa Fino al 2006 è stata considerata come una specie a parte, ma in seguito è stata riclassificata come una varietà della Liberica. In comune hanno tanto: è resistente alle malattie, ai climi più estremi, la pianta ha un fusto piuttosto alto e anche dal punto di vista del flavor è assimilabile alla Liberica. Nonostante gli aspetti simili, le differenze sono comunque rimarcabili tanto da dividere la comunità scientifica sulla sua classificazione. È ampiamente usata nelle miscele in alcuni Paesi dell’Asia, per dare al caffè più complessità e una spinta in più. Pare infatti che l’Excelsa abbia una buona acidità e che sia fruttata, ma che abbia già in sé note di tostato un po’ ruvide.
- Stenophylla È una specie in pericolo di estinzione a causa dei cambiamenti climatici, deforestazione, malattie e parassiti. Ma sta scomparendo anche per un’altra ragione: ci vuole molto tempo per raggiungere la maturità e produrre frutti, quindi non è considerata molto redditizia. La pianta è molto resistente alla siccità perché originaria del Sierra Leone. Si sa poco di questo caffè selvatico, in particolare in termini di qualità, anche perché la Stenophylla non è nota al di fuori delle sue aree native.