Ferrero dona 10 milioni e premia i dipendenti
La famiglia Ferrero ha donato 10 milioni di euro per l’emergenza Coronavirus e ha premiato i dipendenti rimasti al lavoro per garantire la produzione.
La famiglia Ferrero non ama rendere note le proprie opere di solidarietà, ma ne compie tante e da tanto tempo. Basti pensare che nel 1983 è nata la Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero, il cui motto è Lavorare Creare Donare, e che ancora prima, cioè nel ’72, sono stati consegnati i primi premi di anzianità aziendale per i dipendenti che raggiungono i 25 anni continuativi di lavoro. Alla luce di ciò, due cose non stupiscono: che i Ferrero siano scesi in campo contro il Coronavirus e che non abbiano rilasciato alcuna dichiarazione in merito. Ma del resto, i fatti parlano eccome.
Donazioni e interventi su più fronti
I proprietari del colosso dolciario piemontese hanno innanzitutto donato 10 milioni di euro alla struttura creata dal Governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, ferrero ha agito su più fronti con donazioni e aiuti della quale Domenico Arcuri è commissario delegato. Il presidente esecutivo Giovanni Ferrero e la madre Maria Franca, presidente della Fondazione Ferrero, hanno fatto lo stanziamento attraverso la consociata Ferrero Italia Spa. Non solo. Dall’inizio della crisi sanitaria, l’azienda contribuisce in modo significativo all’acquisto di mascherine e materiali utili; ha inoltre avuto un ruolo di primo piano nel percorso che ha condotto all’apertura del Covid Hospital di Verduno, già diventato un centro di riferimento per tutto il Piemonte.
Un premio per i dipendenti
Aiuti anche al personale dell’azienda: i Ferrero hanno deciso di premiare gli operai, i dipendenti della rete di vendita e quelli della logistica che garantiscono la loro presenza dal 16 marzo e continueranno a farlo fino al 24 aprile, nonostante l’attuale situazione, versando 750 euro lordi a testa, parametrati in base ai giorni effettivi. Per garantire il rispetto della distanza di sicurezza, le linee bus di trasporti dipendenti sono state raddoppiate e lo stesso dicasi per le portinerie, con conseguente riorganizzazione degli orari di ingresso e uscita. Tutti i dipendenti sono costantemente dotati di mascherine e guanti e tutti si sottopongono di frequente al controllo della temperatura.