Oltre l’alcol: 22 ready to drink analcolici che spopoleranno nel 2021
I drink analcolici sono prodotti interessanti, dal packaging accattivante e dai sapori sempre nuovi: ecco la tendenza del 2021.
Il trend delle bevande analcoliche resiste da anni ormai e questo 2021 non farà eccezione. Per scelta o per necessità, alla ricerca di una nuova dimensione di benessere o per esigenze di salute. diverse sono le ragioni che spingono a puntare su bevande analcoliche Diverse sono le ragioni che spingono sempre più i consumatori a puntare su bevande a basso o nullo contenuto alcolico. Un solo motivo invece è alla base di un’altra tendenza di questi ultimi tempi: le bevande pronte da bere, ready-to-drink (RTD) come le chiamano nel mondo anglosassone. Un settore in forte crescita che, oltre a spingere su bottigliette di cocktail semplicemente da stappare, punta sempre di più sulla moda del momento: l’analcolico. Sì, è vero, la limonata, il tè freddo, il chinotto, non sono stati inventati ieri. Eppure, fate caso a come, negli ultimi anni, anche le loro confezioni siano diventate più curate e accattivanti. E nuovi sapori stanno arrivando sugli scaffali e stanno diventando il must-have, l’oggetto imperdibile di questa stagione. Quali sono? Scopriamo i drink analcolici di tendenza.
- Selvatiq: il progetto di Valeria Mosca che ha creato una serie di bevande alcoliche e soprattutto analcoliche attente ai concetti di sostenibilità ambientale e alimentare. In particolare, troviamo due soda. Una profumata con i rami di abete rosso caduti spontaneamente o radunati dagli enti forestali. L’altra con le foglie degli alberi di fico selvatico.
- Curious Elixirs: mocktail, cocktail analcolici in bottiglia realizzati nella valle del fiume Hudson, nello stato di New York. Il tutto preparato con ingredienti biologici e naturali, come spezie, succhi di frutta o radici, selezionati e combinati da un gruppo di bartender, erboristi ed esperti di alimentazione. Al momento esistono quattro referenze e una quinta è in elaborazione. Sono tutte adatte in gravidanza a parte la numero 3 che contiene ashwagandha o ginseng indiano, una pianta con proprietà toniche e antinfiammatorie.
- Athletic Brewing: dal Connecticut arriva una linea di birre analcoliche in lattina dal design attraente, perfettamente in grado di competere con le sorelle alcoliche. Bill Shufelt ha lavorato con il birraio John Walker per ottenere finalmente prodotti appaganti, ricchi di sapore. Missione compiuta visto che tre delle quattro birre, la Ipa, la Stout e la Golden Ale hanno vinto anche diversi premi.
- Rasāsvāda: in sanscrito significa percezione di benessere e, nella filosofia indiana, è quello stato di piacere che si raggiunge quando si svuota completamente la mente. Ma è anche il nome di un’azienda giovane e dinamica, fondata da Connor W. Godfrey a New York con l’idea di ristorare il corpo, ma anche lo spirito, di immaginare i rituali, come quello dell’aperitivo, secondo una sensibilità moderna. Ecco che i tre prodotti di Rasāsvāda possono diventare punti di base per cocktail senza alcol. È il caso, per esempio, del Ruby Artemisia che, con l’aggiunta di acqua frizzante e una fettina di arancia, può diventare un perfetto spritz analcolico.
- Monday Gin: un gin senza alcol. È quello che ha creato la distilleria artigianale Monday nel sud della California. Il tutto assicurato senza carboidrati, senza calorie, senza zucchero, senza glutine e vegan. Del resto, si sa, in California ci tengono alla salute. E così è stata creata questa bevanda in bottiglietta mescolando ginepro, agrumi, spezie ed estratti vegetali.
- Ritual Zero Proof: a Chicago Marcus e David hanno creato delle alternative ai liquori per creare cocktail davvero interessanti, anche senza alcol. Basta mescolare succhi di frutta! I due giovani hanno imparato a lavorare ingredienti selezionati, 100% naturali, per ottenere l’alternativa alla tequila, al whiskey e al gin. Tutti prodotti analcolici, senza ogm, senza glutine, con poche calorie e pochi carboidrati. Sul sito propongono diverse ricette, sia per offrire nuovi cocktail sia per portare in tavola i grandi classici ma adatti a tutti, dal Gin Fizz al Margarita fino all’Egg Nog natalizio.
- Proteau: un’idea di John deBary, in arte JdB, che ha lavorato, tra le varie esperienze, come Bar Director del gruppo Momofuku. Da mixologist, non ha reinterpretato i grandi alcolici ma ha studiato i vari ingredienti naturali per ottenere dei mocktail sfiziosi, già pronti in bottiglia. Sono disponibili due ricette al momento. Ludlow Red è una bevanda ben bilanciata, con note fruttate e floreali e un pizzico di amarognolo che la rende interessante sia a tutto pasto che come dopocena. E poi c’è Rivington Spritz, fresco e dissetante in ogni momento del giorno e della notte. Da notare che nessuna delle due proposte contiene zucchero aggiunto.
- Kin Euphorics: una linea di drink pensata per “innalzare lo spirito e rilassare il corpo” come recita la presentazione. L’obiettivo è quello di portare gioia, euforia, nobilitando la più antica tradizione sociale del mondo, il bere. Tutto questo lavorando su ingredienti vegetali, sulle sostanze adattogene, che rafforzano il sistema endocrino e alleviano lo stress come lo zafferano, e i nootropi, elementi che migliorano le capacità cognitive. La gamma prevede tre referenze, tra cui il popolare Kin Spritz a base di agrumi, spezie, ibisco e zenzero.
- Ghia: la fondatrice del progetto, Melanie, ha trascorso le vacanze estive della propria infanzia, sulle coste del mediterraneo con la nonna e la mamma che chiacchieravano bevendo limoncello. Ispirandosi a quei momenti in cui l’importante non era ubriacarsi ma stare insieme, ha creato Ghia, un aperitivo analcolico, pronto in bottiglia, a base di ingredienti naturali, come l’estratto di genziana o il succo dell’agrume yuzu. Senza zuccheri aggiunti, aromi artificiali o caffeina. Si può bere da solo, al naturale, o miscelare con altre materie prime per creare dei cocktail alcol-free come il Mojitoaster con succo di lime, acqua frizzante e sciroppo d’agave.
- Three Spirit: un progetto portato avanti da tre professionisti londinesi, Tatiana Mercer, Dash Lilley e Meeta Gournay che hanno voluto creare alternative naturali all’alcol senza dover ricorrere alle solite bibite. E tre sembra essere il numero ricorrente di questa realtà che propone tre ricette, appunto: l’energetica Livener con foglie dell’amazzonica guayusa, ginseng, frutti di schisandra (un arbusto orientale) e cocomero, Social Elixir, pensato per favorire il buonumore con yerba mate, foglie di damiana (tonico naturale), cacao e il fungo Hericium erinaceus, e infine il rilassante Nightcap a base di valeriana, melissa e luppolo. Il tutto in un packaging accattivante e 100% riciclabile.
- Seedlip: si legge nel sito che già nel ‘600 esistevano cocktail analcolici. Al tempo ne aveva raccolto le preparazioni John French nel suo Arte delle distillazione che, Ben, fondatore di questo progetto tedesco, ha studiato per riproporre e attualizzare quelle antiche ricette. Dopo il successo delle prime 1000 bottiglie di Spice 94 nel 2015, sono nati altri due prodotti, Grove 42 e Garden 108, tutti ottenuti dalla distillazione di materie prime naturali, come rosmarino, cardamomo e agrumi.
- Hoplark Hop Tea: in Colorado, negli Stati Uniti, due amici, Dean Eberhardt e Andrew Markley, preparano una sorta di birra a base di tè. Vari tipi di luppolo e vari tipi di tè, combinati insieme (ma senza fermentazione perché si tratta sempre di bevande analcoliche), hanno dato il via a una bella gamma di bevande profumate in lattina. Esistono anche tre prodotti senza teina, di cui due limited edition, una a base di camomilla e luppolo citra e l’altra con fiori di pisello blu (Clitoria ternatea) e un blend di luppoli fruttati come il mosaic.
- Hella Cocktail Co. si occupava di mixology e food&beverage da tempo. È la storia degli statunitensi Tobin Ludwig, Jomaree Pinkard ed Eddie Simeon che hanno creato un’azienda che propone cocktail buoni, ma anche sani. C’è la linea di bitters & soda, tra cui lo Spritz Aromatic perfetto per un aperitivo analcolico. Ci sono i grandi drink in bottiglia, ma sempre senza l’alcol, dal Moscow Mule al Margarita, e otto tipi diversi di bitter per creare degli ottimi mocktail complessi e aromatici, in grado di non farci sentire la nostalgia dei cocktail classici.
- Health Ade Kombucha: dal 2012, in California producono kombucha, una bevanda fermentata di origine orientale. Usano solo ingredienti biologici e cercano di avere un impatto ambientale il più basso possibile. Oggi hanno 16 gusti diversi, in più hanno creato una gamma nuova chiamata Booch Pop a base di kombucha, minerali (calcio e magnesio) e succhi di frutta. Un aperitivo o un brindisi decisamente salutare, ma non per questo triste.
- Sunwink Sparkling Herbal Tonic: altra bevanda creata pensando prima di tutto alla salute, senza rinunciare al gusto. Il progetto è nato grazie all’incontro di Eliza Ganesh con Jordan Schenck. Vengono usati solo ingredienti naturali come zenzero, melissa, menta, curcuma, ecc. Ognuna delle cinque referenze è ispirata e dedicata a una persona e il 2% dei ricavati delle vendite di quel prodotto viene devoluto a una causa diversa. Detox Ginger, per esempio, prende spunto dai gusti dell’amica dei fondatori Sinem e, acquistandolo, si sostiene la fondazione per la ricerca del cancro al seno (Bcrf).
- Humm Kombucha: fondata da due donne dinamiche, Jamie Danek e Michelle Mitchell, l’azienda propone 20 tipi diversi di kombucha, di cui quattro gusti senza zucchero. Sono tutti realizzati con materie prime biologiche, adatti a chi segue una dieta vegana e arricchiti da vitamina B12. Trattandosi di fermentazione, sul sito ci tengono a precisare che le bevande sono garantite senza alcol. Particolarmente consigliato è il gusto al pompelmo.
- Spindrift: quest’azienda del Massachusetts, Usa, nel 2010 è riuscita a rendere più interessante l’acqua frizzante aggiungendo frutta spremuta. Il tutto confezionato in colorate lattine che ricordano e si mimetizzano facilmente con quelle di tante altre bevande alla moda, come le birre artigianali. Oggi propone 11 gusti tra cui lo Spindrift Lime con cui preparare un rinfrescante mocktail Margarita.
- Drink Simple: ecco un’altra acqua che difficilmente dimenticherete. È stata creata da due atleti di triathlon attenti alla nutrizione, Kate Weiler e Jeff Rose. Alla base del loro prodotto, non troviamo però acqua naturale bensì acqua di acero, la linfa che si estrae dall’albero di acero, particolarmente ricca di minerali. La Drink Simple ha aggiunto l’effervescenza e ha creato quattro gusti diversi aggiungendo succhi concentrati non zuccherati e biologici.
- TÖST: “Quando cerchi qualcosa di diverso dall’acqua frizzante che non sia alcolico”. Così si presenta l’azienda statunitense Toast Beverages, che produce TÖST, un tè frizzante a base di tè bianco, mirtillo rosso acerbo e zenzero. Viene dolcificato con sciroppo d’agave, caratterizzato da un basso indice glicemico. Come per molti prodotti simili, è confezionato in bottiglie di vetro trasparenti che ricordano alcune referenze enologiche.
- Copenhagen Sparkling Tea: in Europa sono tra i più famosi produttori di tè frizzante. Tutto è nato in Danimarca nel 2017 grazie alla collaborazione con il sommelier Jacob Kocemba. Oggi hanno cinque proposte, tre con un leggero contenuto alcolico (5%) e due analcoliche. Si tratta di BLÅ, una miscela di diversi tè bianchi e verdi con note di gelsomino e camomilla, e, l’ultimo arrivato LYSERØD, un blend di tè oolong e bianchi con fiori di ibisco. Entrambi sono consigliati per l’aperitivo o in abbinamento a piatti delicati a base di pesce.
- Saicho Drinks: altra proposta di tè frizzanti creati dalla coppia Charlie e Natalie Winkworth-Smith. Natalie, originaria di Hong Kong, non riusciva a bere nessuna bevanda alcolica e le dispiaceva perdere l’esperienza di abbinare i vari cibi al vino. Ecco l’idea: tre tè infusi a freddo scelti proprio per le loro qualità di accompagnare i nostri pasti. Stiamo parlando dell’indiano Darjeeling, che alcuni definiscono lo champagne dei tè, dell’hojicha, un tè verde giapponese tostato, e del tè cinese al gelsomino.
- Minna Tea: è invece Made in Usa questo tè frizzante in lattina. Diversamente da quelli già citati che ricordano eleganti bottiglie di bollicine, il packaging di Minna Tea si ispira più al mondo delle birre. Un ricordo di stile, ma non di sapore. Sì, perché al palato si presentano come tè freddi, con gusti accattivanti, ma senza zucchero aggiunto. Al momento sono disponibili quattro varianti: ciliegia, cacao e tè verde, tè nero con arancia e mango, tè verde tropicale e un infuso (quindi senza teina) all’ibisco e lime.