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Ristocall: l’app per offrire o trovare lavoro nella ristorazione

di Salvatore Cosenza 3 Giugno 2021 09:15

Nasce RistoCall, l’App che mette in contatto chi offre e chi cerca lavoro in tutto il mondo della ristorazione.

Un problema da risolvere o una necessità da soddisfare, un’intuizione geniale e tanto lavoro. Questa, in estrema sintesi, è la storia della maggior parte delle startup di successo degli ultimi anni. Nasce RistoCall, la App che mette in contatto chi offre e chi cerca lavoro in tutto il mondo della ristorazioneNon fa eccezione Ristocall, piattaforma pensata per mettere in contatto titolari di attività di ristorazione con professionisti del settore: dagli chef ai lavapiatti, passando per camerieri e baristi, allo scopo di offrire o chiedere lavoro. L’idea nasce dall’esperienza di uno dei fondatori, Massimiliano Lezzi, ristoratore che più volte nella sua carriera si è scontrato con le difficoltà di ricerca di personale extra, disponibile all’ultimo minuto. Ristocall punta a risolvere questo aspetto, incrociando in meno di sessanta secondi, le esigenze dei titolari con le competenze certificate di chi si propone come professionista sulla piattaforma.

Lorenzo Pinto, CEO e cofondatore, ci racconta maggiori dettagli.

Lorenzo, ci fornisci un po’ di dati per capire le dimensioni del problema?

Il mondo della ristorazione vede un turnover di personale pari al 78%: una media di 50 professionisti diversi per locale ogni anno. I titolari si trovano, mediamente, nove volte al mese a cercare staff extra. Mentre, il costo per l’assunzione e la formazione di un nuovo dipendente è di circa 5000 euro. Un enorme spreco di soldi e tempo, a cui va ad aggiungersi un’ulteriore difficoltà: l’asimmetria di informazioni.

Cosa intendi?

I ristoratori, analizzando un curriculum, non sanno se le professionalità elencate siano reali. Per questo abbiamo studiato un sistema di cinquanta badge di competenze certificate, che ogni professionista può mostrare nel proprio profilo e che si possono ottenere frequentando corsi disponibili sulla piattaforma stessa o grazie alle recensioni dei titolari con cui si è lavorato in precedenza.

Di piattaforme che mettono in contatto domanda e offerta di lavoro ce ne sono diverse. Quale lacuna vuole colmare Ristocall?

Esistono diverse piattaforme di Job Matching generiche, come Linkedin. Vi sono poi altre realtà che certificano le competenze attraverso corsi di formazione. Ristocall fonde questi due modelli, con un approccio verticale su un unico settore. In più siamo gli unici a offrire un servizio per le prestazioni extra, il che ci garantisce accessi più frequenti sulla piattaforma.

Dopo mesi di chiusure dei locali, in molti hanno cambiato lavoro. Il mondo della ristorazione si trova ad affrontare una “crisi di vocazioni” senza precedenti. Qual è la situazione?

Si stima che da qui all’inizio dell’estate trecentomila locali cercheranno personale per riaprire. Una richiesta senza precedenti nel momento di minore disponibilità di sempre e un’opportunità di mercato che ammonta a circa 11 miliardi di euro. Per quanto riguarda Ristocall, all’inizio la domanda di lavoro superava di gran lunga il numero di posizioni aperte. Nelle ultime settimane stiamo assistendo a un cambio radicale del trend e a un livellamento delle percentuali. Per intenderci: il costo di acquisizione di un utente proprietario di attività, attraverso la pubblicità online, inizialmente era di 8 o 9 euro, ora siamo a 40 centesimi.

Anche per questo avete cambiato un po’ la mission di Ristocall?

Siamo partiti come soluzione ai problemi di ricerca di personale extra occasionale all’ultimo minuto, ora garantiamo lo stesso servizio per rapporti lavorativi a lungo termine.

Pensi che questo momento di difficoltà possa rappresentare l’inizio di una rinascita per tutto il settore e per le professioni legate alla ristorazione?

Stiamo assistendo a una sorta di selezione naturale: da un lato i professionisti che sono rimasti nel settore sono coloro i quali vogliono davvero fare questo nella vita. Dall’altro, gli imprenditori migliori, sono disposti a riconoscere retribuzione eque e pertanto incontrano minori difficoltà nella ricerca di personale.

Siete già presenti in gran parte delle regioni italiane, avete già attirato le attenzioni di realtà come Pescaria e M’indujo, quali sono i vostri prossimi obiettivi?

Sicuramente consolidare il mercato italiano, attraverso la chiusura del round di investimento, che ci consentirà anche di iniziare ad interfacciarci a mercati internazionali come Germania e Regno Unito.