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Mangiare in hotel: Locanda Petreja a Borgo Petroro

di Candy Valentino 20 Dicembre 2021 16:00

Locanda Petreja a Borgo Petroro è il nuovo ristorante dello Chef Oliver Glowig in Umbria: scopriamolo insieme.

Borgo Petroro Country Relais & Restaurant si trova a Vocabolo Castello, Località Petroro – Todi (PG). Tanto più lunghe sono le indicazioni per identificare una località, come in questo caso, quanto più facilmente si può intuire la pace e la natura in cui evidentemente è immersa. La country house è dislocata su tutta l’area di un borgo medievale, è ospitata all’interno dell’omonimo Castello Petroro ed è circondata dal paesaggio degli oliveti. Questo buen retiro permette a chi viene dalla città di ritrovare il contatto con una natura tranquilla e poetica, caratterizzata, a seconda delle stagioni, da sfumature di giallo, verde, arancio e marrone, dal profumo della legna bruciata e da un’aria pungente e corroborante. I dintorni si possono scoprire grazie al noleggio mountain bike ed e-bike offerto dalla struttura ricettiva. Si tratta di un luogo perfetto per chi cerca un soggiorno di relax ma anche un’occasione per sperimentare la cucina dello chef Oliver Glowig, già due stelle Michelin, nel ristorante Locanda Petreja.

Le origini di Borgo Petroro

Questo borgo fortificato nasce come piccolo villaggio della Gens Petreja, da cui prende il nome la Locanda e anticamente tutta la vita si svolgeva nella piazza. Anche se si presenta come un maniero di stampo medievale, la sua fondazione risale, appunto, già al tempo degli Antichi Romani con la funzione di castrum del potente municipio di Todi. All’ingresso catturano l’attenzione la porta ad arco e l’aquila in pietra, stemma della città. Il Castello di Petroro fa parte di una rete difensiva che risale al XIII secolo; contava originariamente 60 famiglie e circa 300 abitanti e proteggeva le ville vicine. Petroro fungeva anche da ricovero per i pellegrini, infatti nei dintorni si trovano le chiese romaniche di San Salvatore, San Epimaco e Gordiano, Santa Maria, Sant’Antimo e San Martino. La presenza di un antico molino da olio è testimoniata dalla macina che si trova ancora sulla piazza centrale accanto al forno pubblico, con il quale, invece, si cuoceva il pane per tutti gli abitanti del borgo.

La Country House di Alessandro e Cristina D’Alimonte

Durante la primavera del 2021 Alessandro e Cristina D’Alimonte hanno intravisto il potenziale di questo posto e hanno voluto investire nel suo ripristino, per farne un luogo di accoglienza. Laddove un tempo si trovavano le abitazioni, sono stati creati alloggi diffusi arredati con uno stile essenziale e curato nel dettaglio. La struttura conta 12 camere differenziate tra Classic, Deluxe, Family Room, Junior Suite, Suite, arricchite e personalizzate con mobilio in legno di recupero, pezzi di arredo unici e antichi, arazzi e dipinti trompe l’oeil e lampade in ferro battuto. Alcune comprendono Jacuzzi e sauna private, mentre chi alloggia nelle altre può usufruire dell’area wellness comune. L’ex armeria, infatti, ospita vasca idromassaggio, bagno turco, sauna e doccia emozionale. Qui si può approfittare di una serie di trattamenti di relax e benessere. Nell’ex cappella del borgo, invece, si svolgono degustazioni di vino (prevalentemente etichette regionali), salumi e formaggi e non mancheranno cooking class organizzate dallo chef Oliver Glowig. Per quelle dedicate ai lievitati si sfrutterà anche l’antico forno, tutt’ora funzionante.

Il ristorante gourmand Locanda Petreja

Al centro del ristorante Locanda Petreja si trovano una scultura di un cavaliere, un antico torchio e un carro usato in passato per il trasporto del fieno. Il ristorante è composto, oltre che dalla Sala del Cavaliere, dalla Scuderia e dalla Sala Nobile. Chef Oliver Glowig, di origine tedesca ma italiano d’adozione da oltre vent’anni, ha creato per questo ristorante un menu a vocazione regionale, ispirato dai produttori della provincia di Perugia ma influenzato dalla tradizione dell’Europa centrale, retaggio della sua infanzia. La sua cucina racconta l’Umbria tramite tanti dettagli di un menu articolato attraverso un blend tra terra e mare.

Tra i tanti, raffinati, piatti proposti colpiscono maggiormente il cotto di petto di anatra e coscia in confit croccante con crema di zucca e sedano all’agro, la minestra di ceci neri e bianchi e scarola con bisque e tartare di gamberi rossi; il baccalà con cotechino, entrambi cotti sotto vuoto, accompagnati da cavolo nero e kumquat canditi e la mela a sonagli composta da una base di biscotto che sostiene il frutto lavorato in vari modi, come sorbetto, sciroppato, gelatina di aceto di mele e ganache.

L’attenzione ai dettagli e la ricerca di sapori unici ha portato lo chef Glowig a creare insieme a un’azienda locale anche l’olio extravergine di oliva monocultivar utilizzato per condire i piatti proposti. La collaborazione con i produttori della zona è sottolineata anche in altre pietanze come l’antipasto a base di uovo con cotechino, funghi e tartufo nero, per il quale si rifornisce dalla macelleria Due Santi e presso Tartufi Urbani. Oppure, in un primo piatto come i Bottoni ripieni di ricotta e ortica con lumache e salsa al Grechetto di Todi, ricetta nata dall’attività foraging dello chef intorno al Borgo.