Ingredienti migranti e cucina di confine, ecco cosa è successo nella sesta puntata di Masterchef 11
Sesta puntata di Masterchef 11 alla scoperta di nuove culture e di ingredienti “migranti”, con una sorpresa. Spoiler Alert.
Siamo tornati anche questo giovedì davanti alla Tv per Masterchef 11, tanto che altro abbiamo da fare tra quarantene, contatti con positivi e amici asintomatici? Per questo appuntamento, il sesto della stagione, il tema centrale sono l’integrazione e la scoperta di cucine straniere. E da una classe così variegata dal punto di vista culturale mi aspettavo grandi cose. Poi ovviamente continua la gara, tra eliminazioni, migliori e forti inimicizie, più degli anni passati. Ecco allora il riassunto di questa sesta puntata di giovedì 20 Gennaio. Spoiler alert, ovviamente.
La mystery box tra ingredienti migranti e mix di culture
Come sempre la prima prova è la Mystery Box, che, una volta alzata, ha fatto tirare qualche imprecazione nemmeno troppo silenziosa agli aspiranti chef: il tema infatti sono gli ingredienti importati da altri paesi che però vengono coltivati ormai anche in Italia. E non stiamo parlando di avocado o kiwi, ma di luppolo, arachidi, melanzane thai, bisonte, fiori di banano, couve manteiga – simile al cavolo nero -, maxixe brasiliano – una specie di piccola anguria spinosa -, papaia, maiale di razza mangalica e ipomea aquatica – anche detta spinacio d’acqua. Alzi la mano chi conosceva tutti questi ingredienti. Vi vedo che siete perplessi anche voi.
La prova stava nel preparare un piatto dai sapori italiani ma con questi ingredienti stranieri, almeno 5, e gli aspiranti chef mi sono sembrati parecchio ispirati. Uno in particolare ovviamente: no, non parlo di Nicky Bryan a cui Locatelli fa il verso in romano o Federico con la sua brillantissima camicia aperta, ma di Carmine, che arriva tra i tre migliori utilizzando 8 ingredienti su 10, insieme a Tina e Lia, acerrime nemiche. Ed è proprio lui a vincere, facendo rosicare – come si dice a Roma – Christian.
L’Invention test dedicato alla cultura islamica
Come ogni anno Masterchef si impegna sempre a presentare agli aspiranti chef personaggi curiosi e interessanti: per questo invention test ha invitato Anissa Helou, studiosa di cucina islamica e di cultura mediorientale che porta con se uno delle maggiori espressioni della cultura culinaria mondiale, il pane. I tre tipi di pane che i concorrenti devono replicare provengono da tre diverse culture di matrice islamica: il Non, un pane uzbeko decorato con motivi floreali da un timbro tradizionale, il pane Yufka, un pane sottile e il preferito dal Profeta, e il Rgaïf, il pane marocchino a strati. E il vantaggio di Carmine comincia a delinearsi: oltre ad assegnare ai suoi compagni il pane da preparare può anche sceglierne tre a cui togliere lo strumento fondamentale per farlo. Per il Non il timbro tradizionale, per lo Yufka il mattarello tipico e per il Rgaïf il mattarello tradizionale. E da qui in poi è tutta strategia.
Il pupillo del prof Barbieri – non ditemi che non ve ne siete accorti – decide di assegnare a se stesso, Nicky Brian, Federico, Carmine, Lia e Dalia il pane marocchino, togliendo il mattarello a quest’ultima. Lei dice senza rancore e così sembra. Lo Yufka invece viene assegnato a Polone, Tracy, Mary, Christian e Tina ed è Polone a non avere il mattarellino. Infine, il Non viene affidato a Mime, Bruno, Elena, Anna e Pietro, ed è la nutrizionista Anna ad avere la penalità, dovendolo preparare senza il timbro a fiore.
Oltre ovviamente a preparare il pane, però, gli aspiranti chef dovranno pensare anche ad un abbinamento adatto. Ed è qui che casca l’asino. Se alcuni, come Carmine, Dalia, Tracy, Tina e Pietro fanno dei piatti buoni, molti sbagliano completamente la pietanza abbinata e Anissa Helou non la manda a dire, anzi fa delle facce schifate da far rabbrividire chiunque per i piatti di Federico – che in realtà si attacca con Locatelli per poi pentirsene il secondo dopo -, di Polone o quello di Christian. Mentre con la pizza uzbeka di Anna si potrebbe giocare a frisbee. Ed è proprio lei, per questo motivo, a lasciare la cucina di Masterchef, uscendo a testa alta e smettendo solo per un secondo di parlare di dieta. La migliore della prova, invece, è nuovamente Tracy che diventa la capitana di brigata per l’esterna.
La prova in esterna a Trieste
Si veleggia verso Trieste con Locatelli al comando ed è qui che si tiene la prova in esterna, in particolare a Porto Piccolo – scommetto che anche voi quando lo avete visto avete pensato “Ci voglio proprio andare!” -. Il tema della prova è la cucina di confine e i piatti delle due brigate dovranno essere preparati con ingredienti provenienti dai quattro paesi le cui culture si incontrano in Friuli: l’Italia, l’Austria, la Slovenia e la Croazia. Un solo menu, quindi la squadra Rossa deve preparare un antipasto austriaco a base di lumache e crauti e un secondo sloveno con maiale, sale di prosciutto – sì, sale di prosciutto – ed estratto di Terrano mentre la squadra Blu deve preparare un primo croato con tartufo e patata croata, e di un dolce friulano con il formaggio Jamar del Carso e la ciliegia di Tarcento. Tracy sceglie di guidare la squadra blu composta da Tina, Dalia, Pietro, Carmine, Elena e Nicky Brian, mentre i Rossi (Federico, Polone, Mary, Christian, Bruno, Mime e Lia) scelgono come capitano Federico.
Altro grande vantaggio di Tracy è quello di scegliere chi deve andare a parlare con i produttori degli ingredienti da usare, che, in alcuni casi, non parlano italiano. E allora chi scegliere se non Polone per i Rossi? Che però, ammettiamolo, se la cava bene, anche se nessuno gli ha detto mai di tirare fuori quelle lumache austriache dal guscio. Highlight della puntata è sicuramente il momento rissa sfiorata tra Polone e Federico. Alla fine vincono i Blu, non di grande misura, e Federico, con una mossa da vero leader, decide di salvare se stesso quando ne ha la possibilità. Mentre per tutti gli altri arriva il pressure test sul molo del Castello di Miramare.
Il pressure test: la rivincita delle cozze
Pressure test a tema cozze in cui i 6 aspiranti chef rimasti (Bruno, Mime, Christian, Lia, Polone e Mary) devo preparare il Pedocio de Trieste – cozze con pane praticamente – e lo devono fare in una prova divisa in quattro step: pulire accuratamente le cozze, metterle a bollire e filtrare il liquido, tagliare il pane e il prezzemolo, cucinare le cozze con aglio, olio, liquido di cottura, pane e prezzemolo. E il primo a finire lo step deve premere il campanello per stoppare anche tutti gli altri. Da qui succede di tutto: Christian che non ha mai pulito ne cucinato le cozze in vita sua, Polone che suona il campanello a caso, Bruno che recupera le cozze da quelle non pulite. Alla fine sono proprio Christian e Bruno a rimanere i due peggiori. E qui ennesimo colpo di scena: l’eliminazione avverrà all’inizio della prossima puntata. Un premio però lo voglio assegnare io: il premio Persona simpatica come un calcio negli stinchi che viene vinto in questa puntata da Lia e Polone a pari merito. Chi sarà il prossimo vincitore di questa ambita statuetta? Lo sapremo solo giovedì prossimo.