Qual è la differenza tra tè e tisana?
In inglese Tè e Tisana si dicono nello stesso modo, ma quali sono le differenze tra queste due bevande? Scopriamolo insieme.
Tè e tisane: tutti ne abbiamo sorseggiato almeno una volta una tazza, ma in quanti conoscono davvero la reale differenza fra queste due bevande? La verità infatti è che, contrariamente a quanto avviene nel nostro Paese dove abbiamo un sostantivo specifico per ciascuna di esse, all’estero vengono chiamate entrambe tè (dal generico termine inglese tea) e dunque molto spesso equiparate e/o confuse.
Il tè
Partendo dalle basi, la differenza sostanziale tra tè e tisana sta nel fatto che può essere definita tè solo la bevanda ricavata dalla Camellia sinensis (detta anche Camellia theifera o Thea sinensis), una pianta coltivata fin dall’antichità in Cina, India, Giappone, Bangladesh, Sri Lanka e Kenya. In base al processo di lavorazione a cui vengono sottoposte le foglie di Camellia si ottengono poi varie tipologie di tè come tè nero, tè verde, tè oolong e tè bianco, diverse tra loro per colore, aroma, sapore e proprietà.
Ad esempio, per la produzione del tè nero le foglie vengono fatte macerare ed essiccare (ovvero ossidare) fino a quando non hanno acquisito il caratteristico colore bruno. Per la produzione del tè verde, invece, le foglie di Camellia vengono sottoposte a un processo detto stabilizzazione che, inibendo gli enzimi responsabili dell’ossidazione, preserva il caratteristico colore verde delle foglie.
La tisana
Tisana è invece la bevanda ottenuta lasciando in infusione una o più erbe officinali, appositamente selezionate e mixate in base alle loro proprietà terapeutiche, e dunque consumata come rimedio naturale contro piccoli malanni quali insonnia, mal di pancia e cattiva digestione. Contrariamente a quanto si pensi, però, questa bevanda non è chiamata così perché ti sana. Il termine tisana deriva infatti dal greco ptíssein, che significa tritare, e si riferisce al modo in cui gli ingredienti vengono pestati.
Osservando più da vicino la nostra benefica tazza di tisana, quando viene preparata con più erbe essa presenterà sempre diversi elementi: il rimedio base (remedium cardinale) che è l’elemento che fornisce il principio terapeutico attivo, il rimedio sinergico (adjuvants) che coadiuva l’assorbimento del rimedio base, il complemento (constituens) ovvero una o più erbe in grado di conferire un aspetto visivo piacevole (ad esempio, una bella colorazione), e infine il remedium corrigens (o correttore) che invece migliora la tisana sotto l’aspetto del gusto e del sapore, rendendola più bevereccia.
Ma quante piante officinali possono essere presenti all’interno di una tisana? Beh, qui le scuole di pensiero sono diverse: secondo alcuni possono essere presenti al massimo 6 erbe, altri suggeriscono di non superare il cinque, mentre altre fonti indicano in 8 il numero massimo ammesso dalla farmacopea nazionale.
Le altre differenze
Tra le differenze fra tè e tisana, come non citare infine il luogo comune secondo il quale il tè andrebbe bevuto a colazione o – in perfetto british style – dalle 15:30 alle 17:00, mentre la tisana la sera? La verità è che in fatto di tè e tisane, ognuno ha le proprie preferenze quindi sentitevi liberi di bere il tè dopo cena (anche se, contenendo caffeina, se consumato in grandi quantità può causare ansia, nervosismo e insonnia) o una tisana all’ora del tè.