Guide de L’Espresso: tutti i premiati del 2022
Presentata il 10 maggio 2022 a Firenze, ecco tutte le novità di questa edizione de Le Guide de L’Espresso.
La standing ovation chiamata da Massimo Bottura in sala e l’abbraccio finale sul palco del Maggio Musicale Fiorentino con gli chef che meglio rappresentano la cucina italiana di oggi e forse di domani (Cracco, Oldani, Uliassi, Bottura, Cedroni e tanti altri) hanno salutato l’addio, o forse solo l’arrivederci, di Enzo Vizzari dalla direzione de Le Guide de L’Espresso. La 44esima edizione della Guida “I Ristoranti e i Vini Italia 2022” in edicola e libreria da domani, mercoledì 11 maggio, è l’ultima sotto la gestione del gruppo Gedi (La Stampa/La Repubblica). Lo storico settimanale Espresso e le Guide sono state vendute alla società quotata in borsa BFC Media. Dall’anno prossimo si cambia, anche se il posto di Vizzari è confermato dal nuovo editore, e tante sono le novità editoriali che si annunciano. Nella guida del 2022 definita dal direttore “una cometa che continua a volare” sono oltre 2000 i ristoranti a rappresentare l’1% delle realtà italiane. Più di 100 le pizzerie ad essere raccontate e giudicate insieme ai migliori vini. Vizzari ha sottolineato come questa sia la 22esima edizione che porta la sua firma e ha ricordato gli anni nei quali si è trovato a “commentare l’epoca d’oro della nostra gastronomia e l’incedere della Nuova Cucina Italiana, così da noi battezzata proprio su queste pagine“. Nel corso delle sue edizioni, Vizzari ha avuto il privilegio di raccontare le cucine di Mirella Cantarelli e di Nino Bergese, di Gualtiero Marchesi, di Fulvio Pierangelini, Gianfranco Vissani e Nadia Santini, fino all’affermazione di una nuova generazione di cuochi con in testa Massimiliano Alajmo e Massimo Bottura.
E ha aggiunto il direttore: “Mi sono seduto a tavola che eravamo un popolo di bravi artigiani dei fornelli, in bilico tra gli echi della grande cucina francese e il ritrovato orgoglio delle nostre tradizioni regionali. Oggi che mi alzo da tavola, i cuochi d’Italia sono molto più che bravi artigiani. Siamo un Paese di culture e confini allargati, con donne forti che ne sono esemplari testimoni“, ha sottolineato Vizzari. Quest’anno infatti la guida ha premiato Antonia Klugmann (L’Argine a Vencò, di Dolegna del Collio) e Ana Ros (Hisa Franko, di Kobarid) con i 5 Cappelli. Inoltre salgono a 5 Cappelli Alessandro Dal Degan (La Tana Gourmet, di Asiago), Giuseppe Iannotti (Krèsios, di Telese Terme), Carlo Cracco (Cracco, di Milano). Ottengono il Cappello d’oro Andrea Berton (Berton, di Milano) e Giancarlo Perbellini (Casa Perbellini, di Verona). I 5 Cappelli passano quindi da 13 a 18, mentre restano 14 i Cappelli d’oro. Salgono a 34 i 4 Cappelli (29) e a 117 i 3 Cappelli (79), 273 i 2 Cappelli a fronte dei 236 dell’anno precedente mentre calano a 605 i ristoranti con 1 Cappello: erano 619.
I premi speciali
Il premio Pranzo dell’anno va alla Tana gourmet di Asiago e ad Alessandro Dal Degan, il premio cantina dell’anno a Enoteca La Torre di Roma e a Rudy Travagli, il premio maître dell’anno a Mariella Organi della Madonnina del Pescatore di Senigallia, il premio per il sommelier dell’anno a Fabrizio Sartorato di Da Vittorio di Brusaporto, il premio cuoca dell’anno a Fabrizia Meroi di Laite di Sappada, il premio squadra di sala dell’anno va al team dell’Osteria Francescana di Massimo Bottura a Modena, il premio per il giovane dell’anno a Giuseppe Molaro del ristorante Contaminazioni di Somma Vesuviana. Il premio per la performance dell’anno è
andato a ben due ristoranti: Errico Recanati di Andreina di Loreto e Antonio Biafora di Hyle di San Giovanni in Fiore. Il premio per l’innovazione in cucina è stato assegnato a Marco Ambrosino dei 28 posti di Milano, il premio per la migliore pasta dell’anno a Cristiano Tomei dell’Imbuto di Lucca, il premio riso dell’anno a Zia di Roma e Antonio Ziantoni, il premio per la pasticceria dell’anno all’Harry’s piccolo di Trieste e Kevin Fejzullai, il premio per la migliore cucina etnica dell’anno a Gong di Milano e Giulia Lu, il premio caffè dell’anno a Graziano Prest del Tivoli di Cortina, il premio per la novità dell’anno a Dalla Gioconda di Gabicce Monte e a Davide Di Fabio, il premio alla carriera a Lionello Cera e all’Antica Osteria di Campagna Lupia, il premio giovane pizzaiolo dell’anno a Luca Doro per Doro Gourmet di Macerata Campania.
A conclusione Vizzari ha ammesso: “E vero che purtroppo i ristoranti italiani faticano tuttora a generare la giusta attenzione delle istituzioni e vivono in situazioni di oggettiva fragilità, ma sono convinto che in questi ultimi trent’anni abbiamo vissuto non la parabola di una stella cadente bensì la nascita di una nuova cometa. Non ci resta che continuare a guardare per vedere e raccontare dov’è diretta“. Purtroppo assente per ragioni di salute Andrea Grignaffini, curatore de I Vini d’Italia. La Guida sul fronte delle migliori etichette si conferma molto selettiva e non enciclopedica, pensata come aiuto per chi in un ristorante o in enoteca vuole scegliere con velocità e leggerezza. Quest’anno sono stati selezionati 100 bianchi, 100 rossi, 100 spumanti, 30 rosati, 30 dolci e 100 vini sotto i 15 euro. Da segnalare infine le oltre 100 Migliori Pizzerie d’Italia segnalate e votate con i tranci di pizza, da uno a tre. Novità quest’anno la Pizza d’oro, attribuita a quattro pizzaioli che meglio esprimono i valori del mondo della pizza italiana: Gabriele Bonci (Pizzarium, di Roma), Enzo Coccia (La Notizia di Napoli), Simone Padoan (I Tigli di San Bonifacio) e Franco Pepe, Pepe in Grani di Caiazzo). Al termine delle premiazioni Vizzari ha chiamato sul palco i ristoratori freschi di riconoscimento, i Cappelli d’oro e i 5 Cappelli. Tutti attorno al direttore per la foto ricordo nell’attesa di capire se Vizzari accetterà l’annunciata riconferma del nuovo editore o se preferirà ridefinire il suo ruolo nella Guida.