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Les Étoiles: il ristorante (d’Hotel) sui tetti di Roma

di Pamela Panebianco 22 Giugno 2022 16:00

Abbiamo provato uno dei ristoranti più panoramici di Roma: Les Étoiles, all’interno dell’hotel Atlante Star. Ecco come è andata.

Sali pure fino al 6 piano dell’Hotel Atlante Star, serviti dell’ascensore e poi della piccola rampa di scale. Se puoi, tieni lo sguardo basso e non sollevare gli occhi fino a che, dalla reception, non ti condurranno al tavolo che avrai. Sei al Ristorante Les Étoiles (Via dei Bastioni, 1) e forse poche altre volte avrai potuto avere una vita su Roma così bella. Da un lato l’imponente cupola di San Pietro, dall’altro incredibilmente vicini gli scorci su Castel Sant’Angelo e l’Altare della Patria. Goditi il momento e apprezza tutta la magnificenza della Città Eterna.

70 camere per l’Hotel Atlante Star situato tra Borgo Pio e Prati, 2 ristoranti posti l’uno sopra l’altro, rispettivamente all’attico e nel roof garden dell’albergo: uno un bistrot dall’animo pop, l’altro un fine dining con una allure romantica. Sormontati, a loro volta, dal rooftop coktail bar immerso nello skyline della città. Nel piano aperto si cena durante la bella stagione o si può prenotare un pranzo nel fine settimana. Il menu è gustoso e pensato per essere condiviso in un mix ben calibrato di eleganza informale. Predilige le cotture espresse e gli impiattamenti curati senza risultare artificiali.

A firmare la proposta del bar Riccardo Marinelli che si avvale delle sapienti mani di Giovanni Onori per il servizio in loco. L’attenzione al pre dinner, l’inserimento di classici italiani e internazionali, l’inserimento di pregiate etichette di spirits fanno di questo bar un’interessante terrazza per le serate romane. Tornando alla cucina.

La famiglia Mencucci, albergatori da 2 generazioni, ha voluto dare nuovo lustro alla cucina di questo albergo ingaggiando, già 3 anni orsono, Chef William Anzidei. Uomo di esperienza, che per anni ha prestato servizio nella brigata di importanti ristoranti d’albergo dall’Hilton all’Hassler, dall’Eden allo Splendide Royal, incrociando i coltelli con quelli di Enrico Derflingher, Stefano Marzetti, Igles Corelli e Andrea Fusco. L’obiettivo è quello di insediare qui una cucina che lotti contro gli sprechi alimentari e i consumi energetici.

La ristrutturazione della cucina con l’inserimento nella tecnologia all’avanguardia (un forno josper per dirne uno) è volta ad esaltare una cucina di ingrediente, che non vuole prendere le fila da una cucina territoriale, quanto piuttosto dare una lettura lucida e consapevole della gastronomia italiana. Senza inutili tecnicismi ma strizzando l’occhio a chi ama un menu di sostanza in porzioni adeguate. Senza esotismi stridenti ma con prodotti riconoscibili e apprezzabili tanto dal romano che viene qui per cena quanto il turista che si innamora di Roma. Senza perdere di vista il rispetto per l’ambiente.

Si inizia con i Calamari ripieni di ricotta laziale, con pomodorini secchi e melanzane oppure con il Crudo di chianina affumicato, delizia di pecorino di grotta e tartufo. Schietti e ben conditi danno un suggerimento su quale sarà il proseguo della cena. Lo Spaghettone aglio, olio e peperoncino con battuta di pomodoro del Piennolo e alici siciliane fa da spalla al Risotto ai fichi, Parmigiano stravecchio e Patanegra. Tra i secondi è facile farsi ammaliare dalla Rana pescatrice, verza e patate soutè, salsa di capperi e limone o dal Cosciotto di agnello alla parmigiana con spuma di bufala. Autentici, ben preparati, sono un perfetto biglietto da visita per uno chef che non vuole distrarre con inutili artifici, ma anzi serve un perfetto sottofondo gustativo a una bellezza mozzafiato come quella di Roma in estate al tramonto.

Si passa ai dolci pur consapevoli che il tempo qui scorre (purtroppo) un po’ più velocemente del solito. La Namelaka al Cioccolato Bianco e Vaniglia del Madagascar con Biscotto al Lime e Mango Arrostito gioca con i contrasti e zittisce con la sua presentazione  Il nostro cannolo siciliano è sicuramente più piacione e adatto a chi ama il sapore dei dolci di una volta. Il servizio affidato al maître Paolo Bicorni è attento e discreto, la carta dei vini è armonica con la proposta gastronomica con attenzione al territorio, alla nazione, alla Francia e qualche incursione internazionale. Cenare qui è una coccola per chi vuole inspirare la grandiosità di Roma.