Conciabocca, Roma
Conciabocca, cucina e bottiglieria, propone una cucina romana con un’attrazione prepotente per la contemporaneità.
Testaccio: il quartiere dove è nata la cucina romana e dove si deve andare, ancora oggi, se si vuole mangiare una carbonara o amatriciana come si deve. Negli ultimi anni, però, la culla della romanità ha aperto le porte a una nuova tipologia di ristorazione, romana e verace sì, ma con un punto di vista differente. Quello di osare con qualcosa di nuovo senza dimenticarsi delle radici. Un esempio ad hoc è Conciabocca, l’insegna nata dall’unione di tre giovani: Rita, Giulio Burtone e Giulio Marchesini che si dividono la scena rispettivamente tra cucina e sala. Un ambiente dallo stile retrò e minimalista, dove l’atmosfera informale, tipica della trattoria, accoglie e coccola il cliente con piatti sinceri ma al passo con i tempi. Nelle sue preparazioni, Giulio Burtone mette in luce le nozioni apprese grazie alle esperienze pregresse dove ha lavorato con chef come Luciano Monosilio e Rosario del ristorante Albos di Fregene. I risultati non deludono le aspettative: tra gli antipasti, il Bao in versione italiana ripieno di caponata e stracciatella è un piacevole inizio. Tra i primi romani è consigliata la Carbonara, graffiante e cremosa, così come la Amatriciana che non risulta eccessivamente sugosa come spesso accade. Una menzione speciale la meritano i Tonnarelli fatti in casa con ragù di coniglio alla cacciatora, saporiti e dal gusto suadente. Spostandosi nel menu, alla voce a chi troppo si trovano le Costine di maiale, cotte a bassa temperatura per 24h e laccate con senape e mele, accompagnate da patate arrosto. La sorpresa della serata per tecnica e bontà. Il tutto viene gestito in sala dalla bravura e dalla cortesia di Giulio Marchesini che accompagna i commensali anche nella scelta dei vini, per una selezione ristretta ma di qualità in grado di esprimere piccole realtà vinicole di tutta Italia. Il locale non è solo trattoria ma è aperto dalle 17 anche per aperitivi e degustazioni.