Punta di cioccolato del cono gelato: meglio non mangiarla?
Ecco perché dovremmo rinunciare alla punta del cono gelato industriale. La spiegazione scientifica è un motivo per non mangiarla?
Chi non aspetta altro che l’estate per approfittare della bontà del gelato? Nel reparto surgelati del supermercato, la proposta dei prodotti confezionati è sempre più ricca. Vaschette di tutti i gusti, stecchi, biscotti e snack che si trasformano in gelato e gli amatissimi coni. Quelli che, grazie alla punta ripiena di cioccolato, sanno conquistare i palati, e i cuori, di tutti. Ma la notizia secondo la quale la punta del cono gelato farebbe male alla nostra salute compromette il nostro desiderio di acquistare questi alimenti. A diffondere l’informazione è stato il professore olandese Bert Weckhuysen dell’Università di Utrecht. Vediamo qual è la spiegazione, prettamente scientifica, del perché non dovremmo mangiare la tanto amata parte finale del cono.
Per far sì che il cioccolato non sia né troppo solido, come quello dei cioccolatini, né troppo liquido, come il cioccolato fuso, le industrie del gelato aggiungono una molecola di idrogeno durante il processo di composizione. In questo modo, la punta di cioccolato diventa un concentrato di grassi saturi che fa male al nostro organismo. Un consumo eccessivo di questi elementi aumenta il rischio di contrarre alcune malattie, come l’ipercolesterolemia, che a sua volta innalza le probabilità di andare incontro a ictus e infarti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda, infatti, di consumare al massimo il 10% delle calorie giornaliere sotto forma di grassi saturi e cercare di sostituirli, quando è possibile, con grassi polinsaturi e monoinsaturi (ad esempio quelli che si trovano nell’olio d’oliva o nel pesce).
Questa preoccupazione torna ciclicamente ormai da qualche anno ma le industrie continuano a mettere il cioccolato modificato nella punta dei cornetti. A pensarci bene, però, questo è solo l’ultimo dei problemi. I gelati confezionati sono comunque ricchi di zuccheri e conservanti e l’unica soluzione al problema è quella di preferire il consumo di gelati artigianali, fatti con materie prime di qualità.