Data di scadenza o buon senso? Ecco come il Regno Unito cerca di limitare lo spreco alimentare
Lo spreco alimentare è un problema molto diffuso. In Inghilterra, un’iniziativa cerca di trovare una soluzione facendo appello al buon senso.
In Inghilterra, la catena Waitrose, che gestisce 338 supermercati e ha una quota di mercato alimentare del 3,2%, ha deciso di rimuovere la dicitura da consumare entro da circa 500 prodotti alimentari freschi. Il motivo? Tentare di ridurre lo spreco alimentare.
L’iniziativa, che comincerà a Settembre, prevede l’eliminazione delle date di scadenza da frutta e verdura preconfezionata così da incoraggiare i consumatori a valutare in modo consapevole la commestibilità dei prodotti, senza condizionamenti esterni. In realtà, Waitrose è l’ultima ad aderire al progetto per limitare gli sprechi. Il gruppo Marks & Spencer, dopo un primo periodo di prova, ha da poco rimosso le date di scadenza da più di 300 prodotti ortofrutticoli e la catena Tesco, nel 2018, aveva già dato il via a questa idea, togliendo le date da un centinaio di prodotti di cibo fresco.
Secondo le stime del Programma d’azione per le risorse dei rifiuti (Wrap) sostenuto dal governo, la rimozione di date su frutta fresca e verdura potrebbe salvare l’equivalente di 7 mila sacchetti della spesa in tutto il Regno Unito. I consumatori tendono a interpretare in modo fin troppo rigido la data di scadenza e il risultato è che le famiglie britanniche, come ricorda la direttrice Sostenibilità ed Etica alla John Lewis Partnerhsip Marija Rompani, “buttano via 4,5 milioni di tonnellate di cibo commestibile ogni anno, il che significa che tutta l’energia e le risorse utilizzate per produrle sono andate sprecate. Usando tutto il cibo fresco che abbiamo nelle nostre case, possiamo risparmiare sulla spesa settimanale, che sta diventando una preoccupazione sempre più pressante per molti”. La data di scadenza rappresenta sicuramente un fattore di sicurezza per la salute. E questo vale soprattutto quando l’indicazione è da consumarsi entro, ma nel caso di consumarsi preferibilmente si tratta di un consiglio, che il consumatore dovrebbe interpretare con buon senso, cercando di valutare di persona se il cibo è ancora commestibile oppure no.