MILLE INFRANTI pugliesi: cosa sono e come si preparano
Dopo le mangiate dei giorni di Natale, il nostro stomaco ha bisogno di pasti leggeri. In Puglia, la tradizione vuole che il nuovo anno inizi mangiando i mille infranti: una pasta fresca che cuoce direttamente nel brodo di carne.
I mille infranti in brodo sono l’equivalente pugliese dei tortellini in brodo bolognesi. A Molfetta, a nord di Bari, sono d’obbligo non solo a Santo Stefano ma anche il primo giorno dell’anno. In seguito ai bagordi di pranzi e cene di Natale, i mille infranti sono un vero e proprio rito di passaggio che conduce alla (finta) austerità dei giorni che verranno. Prepararli è facilissimo: di seguito vi spieghiamo come si fa.
Cosa sono e perché si mangiano il primo dell’anno
Mille infranti, maltagliati, tritto, triddo o semplicemente tridde: ecco tutti i nomi di questa tipica pasta fresca molfettese che viene cotta direttamente nel brodo di carne.
Dopo le grandi abbuffate di Natale, è necessario rilassare lo stomaco con pasti leggeri. Per questo, sia a Santo Stefano che il primo giorno dell’anno, i mille infranti in brodo di carne sono i protagonisti sulle tavole pugliesi.
Come si fanno
Per preparare i mille infranti, procuratevi questi ingredienti: 500 g di semola, 5 uova, prezzemolo, sale, parmigiano grattugiato. Iniziate facendo una fontana con la semola, metteteci dentro le uova, aggiungete un pizzico di sale fino, un cucchiaio di parmigiano grattugiato e del prezzemolo tritato finissimo. Continuate amalgamando tutto e lavorate l’impasto finché non sarà omogeneo. Tirate la pasta in una sfoglia sottile e lasciatela asciugare su un canovaccio. Poi spezzettatela con le mani in modo da ottenere forme tutte diverse, appunto, i mille infranti. Fate indurire i piccoli pezzi e tuffateli nel brodo di carne.
Come si conservano
Una volta secchi, i mille infranti si possono anche preparare in anticipo e conservare in frigo per qualche giorno. Oppure, se riposti in appositi sacchetti, possono essere congelati.