La PIZZA non é ITALIANA: la provocazione di Carlo Cracco stupisce il web
Intervistato da Fanpage.it, Carlo Cracco è tornato su uno dei suoi argomenti preferiti: la pizza. Quella servita nel locale in Galleria Vittorio Emanuele a Milano e che, oramai dal 2018, è oggetto di numerose critiche e polemiche.
A parlare di cibo non ci si annoia mai. Soprattutto quando protagonista della conversazione è lei, la pizza. E perché no, magari quella servita da Carlo Cracco nel locale in Galleria Vittorio Emanuele a Milano e che, oramai dal 2018, è oggetto di numerose critiche e polemiche. Ne abbiamo ampiamente scritto qui. Accusata in passato di essere bruttina e anche molto cara, oggi la pizza di Cracco torna nuovamente al centro dell’attenzione mediatica. Il motivo? Un’intervista rilasciata a Fanpage.it in seguito al suo ritorno sullo schermo con la seconda stagione del programma Dinner Club, su Amazon Prime. Se siete curiosi, ecco che cosa ha dichiarato lo chef in difesa della sua pizza gourmet e quali sono state le parole esatte che hanno nuovamente scatenato una discussione tanto vivace quanto evidentemente infinita.
La pizza non è italiana
La primissima provocazione di Cracco ad attirare l’attenzione? Quella riguardante le origini della pizza. “La pizza è una delle più grandi bandiere italiane, ma la pizza non è italiana, se vogliamo essere proprio precisi” ha detto il cuoco a inizio intervista per poi continuare affermando “La pizza si fa in tutto il bacino del Mediterraneo, in maniera diversa e con nomi diversi, ma c’è. Si chiama pizza a Napoli, che gli ha dato i natali con la Margherita. La pizza però va avanti, non appartiene a qualcuno, è di proprietà di chi se ne prende cura, la fa crescere, la rinnova”. Un’offesa nei confronti della tradizione napoletana? In molti la pensano così.
Il prezzo
Fermamente convinto che il prezzo debba essere il corrispettivo di una qualità che va preservata e non diluita, sul tanto criticato costo della sua pizza ha invece detto “Il prezzo è una cosa relativa. Se si va al nord, in Europa, andiamo a guardare quanto costa un caffè, una brioche, un pasto: almeno tre volte il nostro. Perché? Perché loro sanno che per mantenere un certo standard di qualità e quell’offerta, bisogna farla pagare, perché sennò poi i ragazzi abbandonano”. Ma voi che cosa ne pensate? Siete disposti a spendere 20 euro o di più per una pizza?
In conclusione
Dalla prima vicenda a oggi, di cose ne sono sicuramente cambiate. Non solo in termini di originalità ma anche di tecniche. L’evoluzione della pizza è stata incredibile e di proposte gourmet a base di ingredienti pregiati e costosi ne esistono sempre di più. E non solo a Milano. Alcuni di quelli inizialmente schierati contro lo chef hanno anche cambiato idea. Fermo nella sua posizione, Cracco continua allora a difendere la sua filosofia e conclude la conversazione con Fanpage.it sottolineando “Se faccio la pizza, la devo fare bene, non è un gioco, non prendo un prodotto semi-lavorato o semi-congelato e lo servo, non è nelle mie corde e non è il mio modo”.