Pizza con i grilli tostati: arriva a Trieste la prima con insetti interi
La Grillo Sparlante è la nuova pizza a base di grilli essiccati che potete trovare in quel di Trieste. Originale, gustosa e invitante, i commenti di chi l’ha già assaggiata sono per lo più positivi. Quindi, se siete dei temerari, che cosa aspettate? Andate a provarla anche voi.
Dopo l’esperimento portato avanti dal pizzaiolo napoletano Gino Sorbillo qualche tempo fa, oggi la farina di grilli diventa l’ingrediente protagonista della pizza Grillo Sparlante, la tonda di Alessandro Pribaz che, titolare insieme a Umberto Barucca, della pizzeria Mangiafuoco di Trieste ha deciso di provare a stupire i suoi clienti.
L’idea
L’idea, concepita subito dopo Pasqua, è nata dalla curiosità. Quella di Pribaz.
“Ero convinto che gli insetti fossero immangiabili. Tuttavia, volevo provarli di persona per vedere quanto facessero schifo. Così ho ordinato on line una confezione di grilli essiccati provenienti da un’azienda tedesca. Appena sono arrivati ne ho preso uno e l’ho odorato poi l’ho masticato lentamente mettendolo fra i denti. Se non mi piace lo sputo immediatamente, ho pensato. Poi son rimasto sorpreso. Ha fatto crock-crok, non cri-cri come quando son vivi, e ho sentito un sapore anche piacevole, come di popcorn e nocciolina con un po’ di olio di girasole. Perciò, mi son detto: prepariamo la pizza”
Tuttavia, per stupire davvero, la pizza non poteva essere una normale Margherita con i grilli messi sopra. No? Ecco che, allora, sempre Pribaz, insieme alla sua squadra di lavoro, si è messo a pensare per trovare l’abbinamento perfetto.
“Abbiamo immaginato una sorta di prato. Prima pensavamo di riproporre il verde con la rucola ma, forse un po’ troppo amara, abbiamo deciso di sostituirla con i fiori di zucca senza pistilli. Poi, abbiamo aggiunto po’ di mozzarella e un pochino di salsa di pomodoro, non troppa per non compromettere il sapore dei grilli essiccati e arrostiti”.
A questo punto, sviluppata l’idea e realizzato il progetto, ecco come sono andate le cose.
Pizza Grillo Sparlante: perché si chiama così?
Prima di tutto, il nome. Quello della nuova creazione di Alessandro Pribaz, divertente e originale, infatti non è stato scelto a caso. Come lui stesso ha detto “L’abbiamo chiamata così perché di insetti ultimamente si parla, o meglio si sparla tanto”. E, a distanza di qualche giorno dalla sua prima apparizione, è indubbio che il termine, squillante come quello del personaggio della favola di Pinocchio a cui è dedicato l’esercizio commerciale, sia stato complice del successo. Sfornata alle ore 18 del 12 aprile, la prima pizza triestina a base di grilli tostati infatti sta già incuriosendo tutti, non solo gli amanti dei cibi più stravaganti.
La reazione
Farcita con mozzarella, fiori di zucca e insetti essiccati, la Grillo Sparlante sembra essere alquanto appetitosa e, come riferisce Pribaz, “In due giorni ne abbiamo già vendute 16”. Nata dal desiderio di proporre una pizza dal sapore alternativo e decisamente all’avanguardia, la proposta sembra piacere. Infatti, se la reazione dei clienti inizialmente preoccupava, adesso sta assicurando al locale fama e notorietà.
E, se vi state chiedendo chi sia stato il primo coraggioso a ordinarla, ve lo diciamo subito. Come riferisce il proprietario
“Il primo a provarla è stato un signore di mezza età che ha pagato 17 euro, 15 per la pizza più 2 per l’asporto. Dopo di lui”, continua il pizzaiolo, “è venuta a mangiarla qui una coppia di ragazzi triestini. In realtà, solo lui l’ha chiesta e ne è stato molto soddisfatto. L’ha divorata tutta e non ne ha lasciato nemmeno un pezzetto. Lei invece non ce l’ha fatta. Ne ha preferita una con tonno e cipolle. A noi ha detto di non avere il coraggio, che le facevano senso le testoline”.
Non farina di grilli ma grilli interi
Dato che, come ama ribadire spesso Pribaz, “L’impasto non si tocca perchè sacro. La pizza è patrimonio Unesco”, sappiate che la pizza in questione non è fatta con la farina di Acheta Domesticus ma con l’insetto tutto intero. Infatti, una volta essiccati, i grilli vengono inseriti nella farcitura della pizza e non nella base. In questo modo, il loro sapore è decisamente più forte e la loro presenza inequivocabile.
In conclusione
In conclusione, andate a guardarvi la pagina Facebook della pizzeria Mangiafuoco di Trieste. Se nei post pubblicati, ovviamente, non mancano alcuni commenti negativi, tutti gli altri sono positivi. La giusta spinta, insomma, per avviare al più presto altre iniziative speciali. Magari sempre un po’ saltellanti.