Spagna: arrestati 26 agricoltori di frutta tropicale
Piogge inesistenti e temperature record: in Spagna è ormai crisi idrica. Le autorità hanno arrestato 26 agricoltori di frutta tropicale dopo la scoperta di pozzi e prelievi illegali, ma la situazione non si ferma. In Andalusia a rischio anche un Parco nazionale patrimonio dell’Unesco.
In Spagna non piove da mesi. La recente ondata di caldo è andata a pesare su una condizione di siccità che già rischiava di mettere l’agricoltura iberica in ginocchio. In una situazione dove il 60% delle campagne è a corto di acqua, le autorità hanno arrestato 26 agricoltori per aver usato pozzi illegali per le loro colture di frutta tropicale.
Un gigante in ginocchio
Gli appassionati potrebbero già saperlo, ma la Spagna è il Paese europeo con la maggior produzione di frutta tropicale. Si tratta di coltivazioni che richiedono ingenti quantitativi di acqua per crescere e che sono ora a rischio a causa siccità. Le stime attuali profetizzano che la produzione di avocado calerà del 25% quest’anno, tutto per via della crisi idrica.
In questo quadro così drammatico si inseriscono le azioni, ritenute dall’autorità spagnola criminali, delle 26 persone recentemente arrestate. Quattro anni di indagini hanno portato alla luce la presenza più di 250 pozzi illegali, trivellazioni e stagni nel Sud della Spagna, nei pressi della località andalusa di Axarquia.
I coltivatori attualmente agli arresti sono accusati di appropriazione indebita di acque pubbliche e presunto uso fraudolento di acqua per l’irrigazione delle loro colture subtropicali, tra cui mango e avocado.
Provvedimenti estremi
L’agenzia metereologica spagnola ha dichiarato il mese scorso una situazione di siccità a lungo termine. Sono tre anni che nella Penisola Iberica scarseggiano le precipitazioni e il 2022 ha registrato le temperature più intense dal 1961.
In Andalusia, si soffre di siccità dal 2021. Con le recenti temperature elevatissime poi, i bacini idrici hanno toccato il 30% di portata. Per questo motivo il governo focalizza l’attenzione ora sul Parco nazionale di Doñana, una zona umida appartenente al patrimonio Unesco. Il Parlamento andaluso ha deciso infatti di legittimare tutte le coltivazioni illegali che si sono insediate nella zona. Si parlerebbe poi di ampliare le zone coltivabili a ridosso del Doñana, andando ad aumentare i prelievi idrici. Un provvedimento che darebbe sollievo agli agricoltori, ma metterebbe a rischio il Parco nazionale.