Ristoranti strani in Italia: per un’esperienza fuori dal comune
C’è quel tram che vaga nel centro di Milano, c’è quell’aereo storico. C’è l’osteria senza oste né camerieri e la steak house in cui regnano atmosfere da brivido: che ne dite di un viaggio alla scoperta dei ristoranti più strani d’Italia?
’O famo strano? Ma sì: un pranzo o una cena fuori dal comune sono sempre una bella tentazione. Allora abbiamo pensato di proporvi un tour tra i ristoranti strani in Italia, per ingolosirvi da più punti di vista. Cencio – La parolaccia, che ha sede nella Capitale, gode di grande notorietà: è una location ormai storica, del resto. Lungo lo Stivale, però, ce ne sono altre. Tutte da scoprire. Luoghi in cui, a proposito di atmosfere e arredi ma anche di concept, la fantasia la fa decisamente da padrone. Curiosi, eh?
ATMosfera – Milano
Cominciamo il nostro viaggio alla scoperta dei ristoranti strani in Italia e saliamo a bordo di un tram. Ovvero la “sede” (mobile) di ATMosfera, il tram ristorante di ATM. In realtà si tratta di due vetture, identiche, tra le più antiche della città e passate attraverso un accurato lavoro di riqualificazione e restyling.
I menu – a base di pesce, carne o vegetariano – vengono periodicamente aggiornato; mentre si mangia, ci si gode anche un itinerario nel cuore del capoluogo lombardo. Per esempio si passa davanti al Teatro alla Scala, alla Galleria Vittorio Emanuele, al Duomo. Partenza e arrivo a Piazza Castello. La cena comincia alle 20.00 (tram ATMosfera 1) e alle 20.30 (tram ATMosfera 2); costa 90 euro a persona. Il pranzo, solo domenicale, inizia alle 12.30 e costa 75 euro a persona. In tutti i casi, la prenotazione è obbligatoria.
Domus Grano – Fiumicino
Da un tram a un aereo. Per l’esattezza un Convair 440 del ’57, ex 31° Stormo dell’Aeronautica militare italiana, per l’esattezza. Era il Ristoaereo di Fiumicino (nato nel 1986), dal 2022 è la sede di Domus Grano – Food e Event. Un’esperienza che resta suggestiva, complice anche l’arredo in stile industriale realizzato secondo la filosofia del riciclo creativo.
Protagonista indiscussa è la pizza, ma nel menu figurano anche i primi classici della cucina romana, gli hamburger, le polpette e altre stuzzicanti portate. Domus Grano è un’interessante meta pure per l’aperitivo e il dopocena. Spesso si organizzano spettacoli di musica dal vivo.
Fiuto – Roma
Inaugurato alla fine del 2023, Fiuto si trova a Roma – zona Ponte Milvio – ed è il primo ristorante italiano gourmet per cani. E per i loro padroni, naturalmente. Sono quindi operative due cucine, ben distinte e separate. Nel caso dei pets, il menu è stato messo a punto da un veterinario nutrizionista.
L’idea è di 3 soci: i fratelli Mario e Marco Turano e Alessandro Praticò. Che hanno prestato estrema cura anche al design: l’arredamento è contemporaneo quanto raffinato. Comprende morbide cucce nelle quali i pelosetti possono accomodarsi in attesa che arrivino le portate per loro. In sala è presente un addestratore di cani, pronto a intervenire in caso di diverbi… a quattro zampe.
Grotta palazzese – Polignano a mare
Nell’elenco dei ristoranti strani d’Italia è doveroso inserire Grotta Palazzese, in quel di Polignano a Mare. Che è anche tra i più belli, e per entrambi i motivi gode di fama internazionale. La particolarità? La sala all’aperto, ovvero la terrazze, è stata ricavata all’interno di una grotta naturale. Questo stesso luogo veniva utilizzato per organizzare banchetti già nel Settecento, come conferma un acquerello di Jean Louis Desprez del 1783.
Si sceglie tra due menu, pari rispettivamente a 235 euro e 195 euro. Per fare qualche esempio, nel primo troviamo lo spaghettone con aglio nero, vongole, bottarga e la rana pescatrice con alga Nori croccante, cozze e patate al basilico; nel secondo, pacchero con cacio, pepe, tartare di gambero e spigola con peperone arrosto, bietola e cucunci.
Osteria senz’oste – Valdobbiadene
Cambiamo completamente genere e andiamo a Valdobbiadene, in provincia di Treviso. Tra le colline e i vigneti si trova una casa colonica molto particolare: l’Osteria senz’oste. E in effetti, dell’oste e dei camerieri non c’è nemmeno l’ombra. In compenso, i clienti trovano ricche quantità di prodotti tipici del territorio; in primis formaggi e salumi. Ma anche uova sode, sottaceti, pane, grissini, caffè, aranciata. Tutto confezionato ed etichettato. Il vino, invece, è a disposizione negli erogatori automatici e refrigerati.
Dunque si entra liberamente, ci si serve da soli e ci si accomoda ai vari tavoli e punti d’appoggio collocati all’esterno, lungo il sentiero panoramico che porta alla Cima Cartizze. Anche il pagamento avviene in totale autonomia, per mezzo di una cassa automatica. Non occorre prenotare e, a parte le uova sode, non sono disponibili cibi cotti.
Ciabot – Rivanazzano Terme
Si trova a Rivanazzano Terme, in provincia di Pavia, ed è stato ribattezzato il ristorante più pazzo del mondo. Chi ama la formalità e l’eleganza, lasci perdere. Perché il Ciabot è esattamente il contrario. Un ambiente rustico e goliardico, in cui le portate – perfetta espressione della tradizione nostrana – vengono servite in modi decisamente bizzarri.
Il risotto arriva in una carriola e viene trasferito nei piatti con la cazzuola, il vino si versa nelle scodelle e il budino fa bella mostra di sé nel vaso… da notte. Se qualcuno decide di festeggiare lì qualche momento speciale, sappia che probabilmente si ritroverà col dolce spalmato sulla testa. Servono stuzzicadenti? Nessun problema, c’è il boscaiolo pronto ad armeggiare su un ceppo di legno per accontentarvi.
La casa del demone – Torino
La casa del demone di Torino: cene da paura in un posto da brivido. Merita un posto tra i ristoranti più strani in Italia, senza dubbio. Com’è facile intuire, l’atmosfera è horror: ci si muove tra demoni (appunto), scheletri, pipistrelli, inquietanti simboli e luci soffuse. Tutto ciò che è legato all’occulto, ma la componente scherzosa è ben chiara.
Si tratta di una steak house, il menu è rigorosamente a base di carne: battuta al coltello di filetto argentino, carpaccio di angus, picanha, entrecote, tagliata e oltre. Per “annaffiare”, vino argentini e italiani. La cucina riscuote parecchi consensi, come il servizio.